Opere Inedite, Anna Buoninsegni

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Anna Buoninsegni  cita Keats per spiegare il suo rapporto con la poesia: E’ come l’aria, c’è ma non si vede.’ E scrive: “La poesia è ovunque si posi il respiro, ovunque ci sia vita. Forse non nell’inferno, dunque, o ai poli o nel magma della terra o nelle lontane galassie. La poesia è cosa terrestre e umana.
La poesia in forma di parola mi è venuta incontro presto, nell’infanzia solitaria quando ‘pronunciare’ era un medicamento e poi dopo, mi si è rivelata piano piano, negli incontri, nei naufragi, dove era sempre lì a tendere un filo di salvezza per uscire dai labirinti.
La lotta con lei è sempre tenace, l’angelo mostra il suo bagliore ma non il volto che potrebbe fulminare. E allora l’ ‘innamorante’ parola diventa il desiderio di poter scoprire chi è l’amore che in lei si cela. Impresa tentata ma mai raggiunta: solo senza possesso in realtà il dono si mostra e si concede …”

di Anna Buoninsegni Continua a leggere

Opere Inedite, Maurizio Soldini

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Oggi leggiamo la poesia di Maurizio Soldini, medico, filosofo e poeta. Soldini mi scrive che la poesia la frequenta da anni lontani, praticamente dall’adolescenza, e pertanto, prima della medicina e della filosofia. Aveva da poco terminato il liceo quando diede vita a uno scambio epistolare con il grande poeta, Eugenio Montale. Dopo quella esperienza però Maurizio mi scrive di essere stato assorbito da altro, più che dalla poesia, e rivela: “alla poesia ho fatto ritorno  nel 2006, quando ho iniziato a rendere pubblici i miei testi.” La particolarità della poesia di Soldini è quella di mettere in comunicazione fra loro diversi linguaggi: quello scientifico, filosofico e letterario, prediligendo, in particolare, la bioetica, per Soldini “fondata sull’etica pratica aristotelica e tommasiana, ripresa e riabilitata nel Novecento da pensatori quali MacIntyre, Nussbaum, Abbà, eccetera.”   Continua a leggere

Opere Inedite, Gianni Scarparo

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Pubblico per Opere Inedite 17 poesie di Gianni Scarparo, una delle vittime dell’alluvione a Roncajette di Ponte San Nicolò nell’ottobre del 2010.  Gianni è la dimostrazione vivente di come può improvvisamente cambiare la vita di un uomo, di una donna, di fronte a un evento traumatico che segna indelebilmente la propria storia personale.  I suoi versi sono testimonianza, impegno civile, uno dei principali valori della poesia.

“Mi chiamo Gianni Scarparo sono nato a Bagnoli in provincia di Padova nel 1961. Sono venuto ad abitare con mia moglie Fabiana proprio qualche mese prima dell’alluvione a Roncajette di  Ponte San Nicolò sulle sponde del Bacchiglione, un borgo contadino sospeso ancora chi sa per quanto nella campagna, con la città che preme inesorabilmente alle porte.

Sono per formazione un ingegnere elettronico e non ho mai pubblicato alcunchè.

Cercando del materiale su Raboni sono incappato nel vostro sito. Vi invio alcuni versi sull’alluvione del Novembre 2010 che come tante altre ha invaso anche la nostra nuova casa, lasciando oltre alla muffa e al fango, il ricordo di un passaggio all’inferno.”

di Gianni Scarparo
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Opere Inedite, Francesca Ghiribelli

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Francesca Ghiribelli, poeta esordiente, considerata anche la sua giovanissima età, possiede la forza degli occhi  che si richiede al poeta.  Francesca mi scrive che fino a poco tempo fa  ‘nascondeva’ i suoi scritti nel fondo di un cassetto, perchè era ancora insicura, indecisa, di portare alla luce la sua vera natura di poeta.  “Avevo solo sei anni quando strappando un piccolo foglietto ingiallito impressi le prime timide parole che con una elementare grafia si abbracciavano fra loro intrecciando delle goffe rime, le quali il tempo ha perfezionato in modo da renderle autentiche per il cuore e per me che non avrei immaginato di poter realizzare il mio più grande sogno di bambina.
Sì, fino ad un anno fa guardavo le vetrine e continuavo a nascondere le mie piccole grandi ‘creature’ nel cassetto pensando che nessuno mai un giorno potesse leggerle con piacere oppure soltanto degnarle di uno sguardo. Continua a leggere

Opere Inedite, Vladimir D’Amora

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino
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Vladimir D’Amora ha 36 anni, napoletano mi scrive, “Non amo Napoli, e non solo perché la pizza è ormai di gomma”. Si definisce indeciso tra Cruyff e Maradona ‘separato’ mi scrive “vendo quelle scritture la cui morte è fantasma, ancora”.
Vladimir l’ho conosciuto a Napoli, nel 1986. Ero amica dei suoi genitori Paola e Pino, prematuramente scomparsi a distanza di pochi anni l’uno dall’altra. Loro sì, inseparabili.  Per Vladimir e suo fratello, ‘due bei lutti’ dai quali credo, sia davvero difficile ‘separarsi’.  Vladimir mi descrive quei corpi : “come corpi morti di animali, intrattabili, col coro di sfibranti mormorii e martello.” E poi aggiunge: “Convivo, ora, con una femmina ossuta, di quella distonia che sì giova al feticismo erotico, ed un fratello camuso e quasi ventenne e bello come i gelati. Quando guadagno, mangio e bevo e leggo, il vino nero, chiuso, sincero. Ma vendo parole, operazioni di parole, spiritica verticalità, con un pizzetto indecente, terso e rado.
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