Opere Inedite, Andrea Gibellini

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Oggi leggiamo Andrea Gibellini che scrive: “Nella poesia tutto è in trasformazione, fa parte della sua natura non essere mai ferma, costantemente in viaggio e in tenace elaborazione di tante esistenze vissute empaticamente. Tra lo sconosciuto e il definibile si estende il territorio della poesia: queste due zone magneticamente si attraggono puntellando una razionalità esecutiva e rinforzando una regione, la più evocativa, la più segreta, legata all’immaginazione.
La poesia è uno stato percettivo perfettamente agitato che trova un luogo, dopo anni, come un rimorso, come una colpa, di apparente stabilità nella circostanza poetica.
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Opere Inedite, Alessandra Frison

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Alessandra Frison l’ho conosciuta a Milano, nel 2009, alla Casa della Poesia alla presentazione dell’Almanacco dello Specchio 2008. Alessandra, introdotta da Mario Benedetti, mi colpì molto fin da quel primissimo incontro per la compiutezza della voce nonostante la giovanissima età.  Alessandra oggi mi spiega per Opere Inedite che le risulta difficile inquadrare il suo lavoro sui versi in modo organico perchè gli intenti della sua poesia sono molteplici. E aggiunge:  “Quello che mi preme sottolineare è la mia esigenza di fare della parola, di ogni parola, una testimonianza. Testimonianza di una vita, dei sentimenti, di tutto ciò che è reale.” Continua a leggere

Opere Inedite, Umberto Piersanti

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

A Opere Inedite leggiamo la poesia di Umberto Piersanti che ho conosciuto a Urbino nel 1985. Mi colpì moltissimo il suo modo di parlare, la sua voce ‘graffiata’ fermò il tempo in un paesaggio, in un colore che io vidi, insieme a lui, affacciandomi da una strada sull’altopiano delle Cesane.
Ecco quanto mi scrive Umberto Piersanti sulla poesia.
“Fermare il tempo, cercare di fissare un giorno, una situazione, una vicenda. E metterla lì con le parole giuste, in modo preciso ed esatto: è un sasso dentro un torrente che, almeno per un po’, non sarà travolto dalla fiumana d’acqua. Certo, sono un poeta della memoria e ricordo l’antico mondo contadino della mia infanzia. E quel ‘contadino’ comprende tutta una civiltà che riguarda anche chi non centra con la vita dei campi.
Il mio sguardo però è molto differente da quello di un Pasolini o di un Olmi che contrappongono l’autenticità di un tempo ormai passato alla inautenticità e alla banalità dei nostri anni. Pasolini lo fa da una posizione ‘rivoluzionaria’ e nello stesso tempo ‘nostalgica’ sostenuta da un’ideologia di fondo marxista-cristiana; Olmi si muove da una posizione cattolica tradizionale con una forte radice spiritualista e popolare. Io non voglio contrapporre, ma solo ricordare. La memoria nel suo tornare indietro nel tempo incontra il sogno. ‘Una volta passati sogni e ricordi sono la stessa cosa’ sostiene il protagonista del mio romanzo L’uomo delle Cesane. Continua a leggere

Opere Inedite, Maria Inversi

Opere Inedite
a  cura di Luigia Sorrentino

Maria Inversi racconta così il suo rapporto con la poesia: “Tra forza e fragilità, amore e disamore, vita e morte, eros e desiderio, solitudine e affollamento, niente e troppo… si fa spazio la parola poetica: urgenza di chiarire a sé all’altro/a ciò che in-confusione cerca chiarezza. Attraversamento del sentire: precipizio e rinascita.
La poesia potrebbe cambiare il mondo se ogni verso di ogni poeta dis-velasse bellezza tale che pure il dolore si farebbe accettabile. L’essere umano è, nell’universo, un suo piccolo arto come il/la poeta che tenta di conciliarsi con l’eccesso del sentire che egli/ella ha in sé. Il/la poeta cerca della felicità il suo segmento, il solo raggiungibile: la gioia che si mostra nel comporre. Nulla come la poesia e la sua musica ci consente di dimenticare, dimenticarci.”

 

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Opere Inedite, Luigi Roscigno

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Luigi Roscigno mi scrive: “Sento che la poesia nasce fatalmente prima del verso, come il fulmine, fatalmente prima del tuono. La prima è luce acuminata; il secondo, soltanto il fragore che fa l’anima essendo stata attraversata dalla prima. Due estensioni, mi fanno a metà.” 

Sono di grande forza espressiva i versi di Luigi, giovane poeta che mi scrive: “Vengo al mondo 24 anni fa, sotto il segno del Capricorno, proprio come il mio ‘idolo letterario’ Vittorio Alfieri.
Lo ‘voglio fortemente’, il 27 dicembre 1986. Salerno è la città.
Salerno perduta, indimenticata, ritrovata. La mia storia e quella dei miei cari orbita tutta intorno a queste tappe.”

 Il poeta della ‘volontà’ potrei definire Luigi Roscigno, che mi scrive ancora: “Nella Torino che ‘ci dà il pane’ trascorro un’infanzia vivace al punto da diventare ‘l’incubo’ dei miei insegnanti che proprio non riescono a impormi la loro autorità. La condotta è pessima, il rendimento sorprendente.
Poi il ‘rientro’ a Salerno, dopo quattordici anni. Per me sono gli anni del liceo.

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