Opere Inedite, Maria Pia Quintavalla

Il rapporto che Maria Pia Quintavalla ha con la scrittura è di “passione necessaria, nervosa, dai visceri alla testa, ma di fondamenta, ormai, del mio pensare e del mio vivere. Quindi di funzionamento del mio essere.”

Poi Maria Pia tenta un’analogia e scrive: “il rapporto che ho con la poesia è quello che si intrattiene con una buona madre, un doppio di sé per vivere, un pedale, uno strumento, un arto non fantasma; una fiera sorgente (Lettere giovani), da cui apprendere, oppure, una fiaccola concreta, (Le moradas), luce che rende capace di dare forma.”

Per Maria Pia “il dettato interiore crea, da sé, mute forme desideranti, e crea con il fare della e con la lingua non usuali forme, come le musicali, chiavi di violino ad es. per una esatta dizione del mondo ( Le moradas), utopia della mia visione del mondo, e al mondo; modalità affettiva e linguistica pregnante, contrapposto a certo pensiero debole, e tale da diventare un alfabeto vivente, in azione, e perenne. Come la vita, in metamorfosi.”

“Per me la poesia è parte dell’umano destino, sua sintesi significante. Dopo che musa o Beatrice, senso del viaggio. Strada e cammino, anche: voce e voci, loro strumentazioni, verità-passione e sue tecniche, ovvero orchestrazione di verità possibili, sue approssimazioni almeno: ‘verità e passaggio’, anch’io..”

di Maria Pia Quintavalla

…..

Continua a leggere

Opere Inedite, Federico Faccioli

<<Io ho 30 anni e per la crisi ho perso il lavoro; ma ho ritrovato nella poesia una libertà che mi ha permesso di ritrovare dei miei lati umani molto interessanti.>>

di Federico Faccioli

<<Conosco Federico da una vita…
Abbiamo fatto le scuole medie assieme e in seconda ci hanno pure bocciato.
Negli anni successivi, durante le notti raminghe, raramente ci siamo incontrati sobri.
È nata forse li, tra un cantare Battiato a squarciagola ed il girovagare incerti fuori e dentro la nostra città, la voglia di scrivere e la necessità di farlo? Quando si sono fatte strada, mi domando, le parole, nel nuovo nato poeta Federico Faccioli?>>
di Michele Morandi

Continua a leggere

Opere Inedite, Lucianna Argentino

<< Era il luglio del 1977. All’esterno avevo la distesa del mare, il suo paesaggio immenso, le sue onde e il loro canto incessante. Dentro avevo mareggiate, ero contesa tra l’adolescenza e l’età adulta.>> Lucianna Argentino, mi scrive che a quindici anni era già in rapporto ‘di confidenza’ con la scrittura attraverso un diario su cui quotidianamente scriveva di se stessa.  Lucianna racconta: <<fu facile esprimere su un foglio bianco il mio disagio, farne un luogo in cui poter essere me stessa, un’estensione di me dove nessuno sguardo mi giudicava. Poesia come alleanza tra corpo e anima. Fu facile come gesto in sé e fu difficile perché ciò che dentro premeva chiedeva parole diverse, parole che erano come uno strappo, uno schiaffo e nello stesso tempo come un’ abbraccio, una carezza; parole che sgorgavano da un luogo sconosciuto da cui una voce carica di ombre mi chiamava. Fu l’inizio di un affascinante cammino. Ed è aggirandomi tra quelle ombre che ho continuato a frequentare la poesia, lottando con esse e per esse, portando alla luce il carico di verità che in esse è racchiuso e da cui trarre senso nell’apparente “non senso” che spesso avvolge la realtà delle cose e delle persone e il linguaggio poetico stesso. >>
di Lucianna Argentino

…. Continua a leggere

Opere Inedite, Vera D’Atri

Ho conosciuto Vera D’Atri a Torre del Greco durante un incontro di poesia organizzato in un circolo culturale. 
Vera ha iniziato a pubblicare poesie di recente, forse perchè era spaventata dalla vocina interiore che le chiedeva insistentemente di portare allo scoperto le cose che scriveva, chissà da quanto. Non a caso Vera mi dice: “Le prime due righe che scrivo mi danno l’impressione di provenire da un altro mondo. E’ come se stessi scrivendo sotto dettatura. Il resto è lavoro. Molto lavoro per concentrare quello che ciascun lettore poi avrà come compito di diluire per sé e di sé nell’accompagnarsi al testo”. Vera poi mi scrive che l’esperienza le ha fatto volgere lo sguardo verso l’invisibile alla ricerca di qualcosa che non sono io, ma il simbolo di ogni mio istante”.

“La poesia è un rivolgersi alla tensione di un vissuto abitato da innumerevoli altri.
I versi scorrono così su righe ineguali, hanno l’aspetto di un diagramma molto frastagliato; puntano oltre il foglio, quasi, alla fine, ne volessero fuggire. Vorrebbero essere/avere una specie di ali.”

di Vera D’Atri

Continua a leggere

Opere Inedite, Costantino Posa

Costantino Posa mi ha raccontato che da bambino scriveva poesie su pagine strappate di quaderni che conservava e che poi inevitabilmente non ritrovava mai… 
Costantino mi scrive che ha perso il padre quando aveva 15 anni. Un lutto che lo ha costretto a interrompere gli studi e a dedicarsi, ancora ragazzo, al lavoro, e poi alla famiglia. Dal matrimonio con la donna amata non sono venuti figli. E allora, a un certo punto, la scelta : Costantino e sua moglie chiedono l’affidamento di due ragazzi (un maschio e una femmina) fino ad arrivare all’adozione di Valentina, che per Costantino è, a tutti gli effetti, ‘sua figlia’ . Poi il dolore per il rinnego e il distacco dell’altro figlio, dopo 16 lunghi anni di vita insieme. Per Costantino:’ ancora aspettative deluse, amore riposto e non considerato. E quindi, la difficoltà di capire ed essere capito e l’incredulità per tutto ciò che accade.’
Costantino mi scrive che un altro grande, recente dolore  lo ha portato a riscrivere poesie: “la perdita di una persona cara, un ragazzo di 20 anni morto in un incidente stradale, sposato da un anno e padre di una bambina. Era il figlio di un mio amico e io ero il suo padrino di cresima.” 

“Scrivo da pochi anni sorretto da una vecchia passione lasciata per tanto tempo da parte.”

“Tante volte le parole restano dentro o escono nel modo sbagliato. La poesia è un modo per dire le stesse cose, ma per dirle nel modo giusto.”

                                  di Costantino Posa

a UNO come TANTI

Ho una spina nel mio cuore,
scandisce ogni attimo di lamenti
che si chiedono: Dov’eri tu quando io son nato?
Trattiene un unico stupore alla deriva,
quando nei pensieri serpeggia
la paura di dover scrivere per piacere
e non scrivere dei miei pensieri.
Questo tuo non voler tacere,
ti fa sentire sicuro, grande,
ma se è vero che sei grande
dove sono le parole fiere
che ti hanno fatto diventar grande.
Dove sono quei versi forgiati
dai fremiti di un sentire,
mentre il tuo dire, disegna
soltanto angosce, inganni,
frantumano le icone riflesse
di uno specchio corroso
dall’essere presuntuoso.
Io mi fingo di essere come
un pensiero ancora sospeso
e mi convinco che si vive
anche per un solo momento
e ancora per un solo momento
si ridiventa ancor più grande.

C R E P T I I
Non avrò nessun timore a lasciare quel che sento.
La mia ultima poesia, fatta senza una parola.
Carta bianca pattinata senza un verso d’ascoltare.
Esule per motivi di risposte mai chieste. Per un sogno mai sognato.
Solo passi, tanti passi, sempre passi, aspettando che la voglia torni.
Scrivevo solo per me.
Lascerò che il mondo va, sorridente, senza alcun mio lamento
e se poi, più in là, mi pento, che fa? Lascerò quel che sento.


BENTORNATO

Bentornato piccolo poeta,
pensavi di scappar via?
Non si può volare
…controvento.
Non si può cancellare
quel che sento.
Le parole…..vanno
e vengono, ma
il cuore resta.
Il cuore non batte mai
inutilmente.
Il cuore batte
ogni lettera
del tuo sentimento.
Il cuore piange
ogni tuo pentimento.
Poi alla fine ride
se lei,
nonostante tutto,
ti sorride.

Costantino Posa nato ad Acquaviva delle fonti Bari il 30/09/1950, vive a Santeramo in Colle, Bari, ha iniziato a scrivere poesie 4 o 5 anni fa, e non riesce più a fermarsi.
Con la GDS Edizioni ha realizzzato un quaderno di poesie (40) in vendita online ( Libreria Universitaria –
Ibis – GDS ) “Emozioni in versi”.