Katia Olivieri, “Piove col sole”

piovecolsole

Dalla Prefazione di Davide Rondoni

Forza e dolcezza di donna, di figlia, di raccontatrice – ecco, cosa colpisce in questo libro. La urgenza di dire le cose in versi coglie l’autrice nel punto vivo del suo essere.
Non si assiste a nessuna preoccupazione letteraria, non si sente il tavolino dello scrittore, ma il vento della vita.
Entro questo vento appaiono la madre, Ugo, e altri, e luoghi. Katia deve dire la vita, non può più tacere e cerca nel ritmo dei versi il ritmo che la porta e la fa sbandare verso il senso delle cose.
[…]  A volte la parola entra nell’intimo dei rapporti cruciali. Lo fa con una sorta di pudore che è al tempo stesso fortissimo e incantato, e che costituisce, a mio avviso, la qualità più alta della voce di Katia.

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Valentina Pinza, “Il pane del giorno prima”

 

valentina_pinzaValentina Pinza (nello scatto di Valentina Gaglione) è nata a Ravenna nel 1982, laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2008 è attualmente  libera professionista nel campo delle arti visive.
Dalla seconda metà degli anni duemila partecipa occasionalmente a concorsi, letture pubbliche e azioni poetiche.
Una sua silloge è stata pubblicata sul numero 77 di Atelier.
Vive e lavora a Bologna. Continua a leggere

Pasquale Vitagliano

pasquale-vitaglianoPasquale Vitagliano è nato a Lecce e vive a Terlizzi, in provincia di Bari. Lavora nella Giustizia, è giornalista e critico letterario per riviste locali e nazionali.
Ha pubblicato le sillogi Amnesie amniotiche, (LietoColle, 2009), Il cibo senza nome (LietoColle, 2011), il romanzo Volevamo essere statue, (Sottovoce, 2012) e la raccolta poetica Come i corpi le cose, (lietoColle, 2013).

FINE DELLA MALATTIA

Non c’è più la malattia
a far galleggiare sul pantano
il nostro amore senza amore.
E’ più molesto
questo nostro stalking quotidiano
della violenza di un estraneo.
Siamo stati messi all’angolo
dal rumore dei ragazzi,
zittiti dalle nostre paure,
impotentiper le nostre querule verità.
Non si chiamerà genealogia
questa sequenza di ingenue causalità.

Vorrei andare al cinema
a rivedere la mia storia.

Da: “Habeas Corpus” di Pasquale Vitagliano, ZONAcontemporanea, 2015 (euro 10,00)

Giulia Zandonadi

2015_Zandonadi-GiuliaLa mano dialoga
con la materia invisibile.
Accarezza a distanza
i luoghi ed il tempo:
le dita recano i segni
di questo laborioso trascorrere;
i palmi accolgono
silenziosamente
ombre di continenti
che rimangono un segreto
a chi li custodisce.
Non scompaiono con la luce,
non si scrollano di dosso:
neri pigmenti in scala
che infossano la storia
disegnano identità.

La mano,
il soldato della nostra psiche. Continua a leggere