In memoria te, Carlo Bordini

Carlo Bordini, credits ph. Dino Ignani, Orto botanico, Roma, 2018

Domenica 29 novembre 2020 | ore 12
Poesia di Carlo Bordini

Letture di Claudio Damiani, Rita R. Iacomino, Giovanna Iorio, Rossella Or, Claudio Orlandi, Beppe Sebaste, Silvia Stucky

in diretta sulla pagina FB di Poesia tra gli alberi
https://www.facebook.com/poesiatraglialberi

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Guido Gozzano, da “I colloqui”

Guido Gozzano

La collana «Interno Novecento» ripropone la raccolta che consacrò Guido Gozzano (1883-1916) come un classico: I Colloqui (1911). Il libro si arricchisce di una scelta dei più riusciti e celebri testi dell’altra silloge da lui pubblicata nella sua breve vita (La via del rifugio, 1907), e di quelli rimasti dispersi in rivista o del tutto inediti. Ha scritto Montale che Gozzano «entrò nel pubblico come poi non avvenne più ad alcun poeta: familiarmente, con le mani in tasca». E con questo suo porgere studiatamente svagato, ora affettuoso ora ironico, ha ritratto un universo di piccole cose e di vite ‘minori’ (la signorina Felicita, il vecchio custode analfabeta, ma anche le farfalle e le «disperate cetonie capovolte») con un dettato semplice e musicale, forte di un estro inconfondibile. La cura di un poeta-filologo come Alessandro Fo dispone attorno a questa galleria di piccoli capolavori una rosa di apparati che adeguatamente introduce a una voce divenuta ineludibile nella nostra cultura poetica.

Totò Merùmeni

i

Col suo giardino incolto, le sale vaste, i bei

balconi secentisti guarniti di verzura,

la villa sembra tolta da certi versi miei,

sembra la villa-tipo, del Libro di Lettura…

Pensa migliori giorni la villa triste, pensa

gaie brigate sotto gli alberi centenari,

banchetti illustri nella sala da pranzo immensa

e danze nel salone spoglio da gli antiquari.

Ma dove in altri tempi giungeva Casa Ansaldo,

Casa Rattazzi, Casa d’Azeglio, Casa Oddone,

s’arresta un automobile fremendo e sobbalzando,

villosi forestieri picchiano la gorgòne.

S’ode un latrato e un passo, si schiude cautamente

la porta… In quel silenzio di chiostro e di caserma

vive Totò Merùmeni con una madre inferma,

una prozia canuta ed uno zio demente.

 

 

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Milo De Angelis e il De Rerum Natura di Lucrezio

Dopo tanti rinvii è finalmente arrivato l’appuntamento con Lucrezio e con Milo De Angelis, il prossimo giovedì, IN STREAMING sul CANALE YOUTUBE della Casa della poesia di Milano.

giovedì 26 novembre, dalle ore 19:30 alle 20:15 – DIRETTA YOUTUBE “PREMIERE”: https://youtu.be/UDjy-nYUflM

Milo De Angelis parla del De rerum natura di Lucrezio

a cura di Milo De Angelis

Milo De Angelis parla del De rerum natura di Lucrezio e presenta alcune sue nuove traduzioni.

Letture di Viviana Nicodemo.

LINK PER DIRETTA VIDEO

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Il tempo nuovo di Franco Marcoaldi

Il libro

Mille voci – furiose e dolcissime, alte e sfrenate, colte o volgari, precipitose, afferrate per strada o riprese dalla tradizione letteraria – coabitano nella mente del protagonista di questo monologo drammatico. Il poeta-ventriloquo tutte le accoglie per comporre la sua appassionata sonata alla Quinta Stagione, il tempo nuovo, difficile, confuso, sconcertante, che s’impone. Una nuova stagione in cui, al di là delle maschere della vita sociale e delle narrazioni private ad uso consolatorio, siamo chiamati a fare i conti con noi stessi. Con la nostra intima verità. Umile, prosaica, contraddittoria. Aperta alle questioni finali. Cosí da ritrovare la nostra propria appartenenza al flusso collettivo e universale. Noi, nel Mondo. Il poemetto, dalla forte impronta teatrale, si snoda secondo quella forma discorsiva-divagante, in cui Marcoaldi è maestro. Ma piú l’andamento si fa sussultorio e centrifugo, piú conduce il lettore nella selva oscura del senso profondo della vita. E dietro il tono apparente di conversazione, prende corpo qualcosa di molto simile a una Apocalisse. Che racconta la fine irreversibile di un tempo ormai per sempre consumato, e anticipa in controluce un possibile, nuovo inizio. Continua a leggere

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Tiziano Fratus, “Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio”

Tiziano Fratus

 

LEZIONI DI MELODIA SERALE

 

Ri-
corderemo
con enfasi, credo,
il silenzio di queste
serate di primavera, nelle
quali l’unico tormento è il gonfiare
l’aria dei grilli, operazione mandarinale
sempre uguale a sé stessa. Ascoltandola,
le finestre aperte nel buio, si ha la sensazione
che nasca in un punto preciso, accanto al cuore.
Sulle schiene s’agitano ipotesi di ali, ed è come
quando si è bambini e ci si tuffa per la prima
volta da un pontile. Quel mancamento
ci mancherà non appena i piedi
avranno rotto le acque. È lì
dentro che vorremo tornare
e ritornare, al respiro che manca,
alla gioia prima che nasca. Al timido
silenzio di un pianeta privo di auto
e di chiacchiere, antico come
un mondo mai conosciuto,
eppure già fervido, già
vivo, già nostro

LA STANZA DELLE FOGLIE SOSPESE

La
tua sussistenza
non abita più qui, i tuoi
ricordi non abitano più qui. È la
natura che ammiri un grembo inadatto
al sentimento degli esploratori. Sei una persona
nuova, se lo vuoi sei una persona nuova, se lo vuoi sei.
Ma non è perché cammini nel bosco, non è perché preghi,
non è perché cerchi di proteggere le creature sconfitte.
Semmai è a causa del Sovrano della Dimenticanza.
Sei una persona nuova se sai dimenticare,
sei una persona nuova se fai come
il ruscello che resta nello stesso
punto fluttuando ad
ogni singolo
respiro

DAL CUORE CAVO DELLE FORESTE

E
la vedo,
quella luce che
palpita nei tuoi occhi:
non è niente ed è la vita, ogni
cosa forse o nessuna. Ricordi quando
bambini ci parlavano della via più breve
per unire due punti sulla mappa? Da grande
ho capito che transita per la luna che ingrassa e
poi scompare, un uomo, d’altronde, non sarà mai
così prossimo alla verità del mondo come quando
non ha più nulla da perdere. Ora la senti la musica
che cresce nel cuore remoto e cavo delle foreste?
È per te, è per me, è per noi tutti, ancora nasce,
ancora viaggia, ancora non si arrende, si
trasforma costantemente. La natura è
sovrana poiché non è nella natura
della natura estinguersi senza
tentare, a canto spiegato,
l’ennesima fondazione
del
mondo
O

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