Nanni Cagnone, “Sterpi e fioriture”

Nanni Cagnone

I

Guarda il dorso
della collina avanti,
la sua imperterrita
affermazione,
e diminuisci come
sale in acqua dolce,
crepuscolo quando
non sei pronto.

Piú del destino
ti volle il caso, con sue
estrose conseguenze
— ricominciando, potresti
patir diversamente,
o tacitamente passare.

A quel che accade
senza di noi, negandoci,
il merito d’accadere—
è cosí rara letizia
in questa valle,
cosí travolto il bene,
in sua disfatta.

II

Finisce—sempre
al servizio d’una fine
il fisico tramonto,
costretto nei millenni
da poetastri e poeti,
e avviso che non ha finalità
la fine, giace ne l’universale
indifferenza o sconnesso
intorno mormorío, sai
cose che indietreggiano
lontane, si perdono indietro,
dove sei, con la dimessa
esclamazione del tuo corpo
inutilmente visibile?

Uno di noi si stacca, fa
del passato il suo dominio,
uno di noi, era stanco,
stava mancando innanzi
storpiava sentieri,
lasciategli l’umile gloria
de l’incompiuto,
chiusi quei libri con lui,
inaridiscono.

III

Vicinanza—
se non s’innalza
a gratitudine,
stanca coincidenza,
corpi che non possono
– asola orlo madreperla –,
usano soltanto la presenza.

Sognati, tentati
accanto, ma a riunire
sarà l’arbitrio delle vie
se l’atto che separa
stanca la sua collera.
Ad ogni modo,
annuvolati noi, ché
provata vicinanza
quante volte
è calda lenta crepatura—
non immedesima.

IV

Non ho veduto
il filamento,
non so dell’onfalo
da cui si rivolse la madre
al principiar del tempo,
prima del digiuno
che vicendevolmente
ci tolse, prima che
sorteggiato il cammino.

Uomo
amaramente con sé,
autore lucenti rovine,
ed ora a stridere indietro,
tra boscosità d’infanzia
e preferite solitudini—
curvo ne l’inspiegabile,
in suo protetto
ispido disastro.

V

Si sperde cosí, nella
lungimiranza del golfo,
altezzosa prora, acqua
neppure increspata
sotto un calmo svolare.

In malora una vita
le cui tracce ora sotterra,
delusi dal peso
della pietra tombale
quei suoi non rassegnati
rampicanti.

Ogni morto non è
che un presagio, uno
che volle affrettarsi
per coincidere nel ciclo
immemorabile, perdendo
individua qualità,
torcendosi all’aspra soglia,
di sua prora tacendo
l’orizzonte, terra e terra
sopra le visioni
o calpestata cenere —
teniamo allineate
nostre inumane spoglie. Continua a leggere

Antonio Riccardi, “Ex voto. Tre sogni e un ruggito”

Antonio Riccardi, credits ph. Dino Ignani

 A  N  T  E  P  R  I  M  A      E  D  I  T  O R  I  A  L  E

Pubblichiamo in esclusiva una poesia inedita e una nota di Antonio Riccardi contenute nella plaquette che uscirà con Amos Edizioni a settembre 2021 e che sarà presentata al Festival Pordenonelegge.

 

 

Enigma in forma di alfabeto
Terzo sogno

Ancora in sogno, mio padre plana
dal grande ciliegio del Madone
come se niente fosse e planando
mi parla sottovoce, senza affanno
del nostro podere oggi mal tenuto
a pensarlo nel suo splendore
cinque generazioni prima di noi
quando a tenerlo era Pietro Giovanni
appena chiuso il secolo dei Lumi
e con quello se dio vuole la deriva
la smania di cambiare le cose buone
tanto bene e a lungo pensate.

Non erano mai stati da un’altra parte
in nessun posto, via da Langhirano
dice piegando le ali
come per dire: bisogna capire
aver pazienza con i morti
a volte più che con i vivi…
e per sigillo
prende uno stecco di sambuco
segna in terra vicino a me
due parole con due segni a croce
e un fiore dentro un anello aperto
per dirmi qualcosa che devo capire
un codice che io però non vedo,
non so vedere.

Poi cancella con la mano a taglio,
un gesto largo dal basso in su
e segna in terra una lettera alla volta
per farmi vedere l’enigma del futuro
in forma di alfabeto.

 


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La poesia di Kae Tempest alla biennale di Venezia

Ritratto di Kae Tempest / ©Julian Broad

 

La forza della parola di Kae Tempest in arrivo sul palcoscenico del 49. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia.

Leone d’argento di questa edizione del Festival, Kae Tempest riceverà il premio venerdì 9 luglio nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale (ore 14.00), partecipando a un breve incontro condotto dal saggista e critico di teatro Andrea Porcheddu. Sabato 10 luglio l’atteso debutto italiano di The Book of Traps and Lessons al Teatro Goldoni (ore 21.00).

 

Kae Tempest è “la voce poetica più potente e innovativa emersa nella Spoken Word Poetry degli ultimi anni, capace di scalare le classifiche editoriali inglesi e raccogliere consensi al di fuori dei confini nazionali per il coraggio ardimentoso nel dissezionare e raccontare con sguardo lucido angosce, solitudine, paure e precarietà di vivere” (dalla motivazione).

Pubblicato in forma di album nel 2018, The Book of Traps and Lessons è presentato a Venezia in veste di performance spoken word. Un piccolo tavolo e una sedia su un palco che è deserto roccioso creano l’atmosfera intima in cui condividere il flusso di parole – arrabbiate, sussurrate, rappate – di Kae Tempest: “chi ascolta viaggia con me per luoghi diversi, il deserto, la città, la strada, la montagna, non posti reali ma mitici, e ciò che conta è l’avventura” dichiara (il Venerdì).

Un’esibizione tutta da ascoltare, The Book of Traps and Lessons è “testimonianza di un poema vivo che cattura le tensioni rabbiose proprie dell’essere vivi: cercando di non guardare direttamente alle crisi future, cercando di amare e dare e ballare nel mezzo del fumo di un incendio” (The Guardian). Continua a leggere

I finalisti del Premio Viareggio Rèpaci


Selezionate le terne dei vincitori del premio Giuria-Viareggio nonché finalisti del premio letterario Viareggio-Rèpaci.

Per la narrativa: Edith Bruck con ‘Il pane perduto’ (La nave di Teseo), Gilda Policastro per ‘La parte di Malvasia’ (La nave di Teseo) e Alice Urciuolo con ‘Adorazione’ (66thand2nd).

Per la poesia Andrea Bajani per ‘Dimora naturale’ (Einaudi), Vittorino Curci con ‘Poesie (2020-1997)’ (La Vita Felice) e Flavio Santi per ‘Quanti (truciolature, scie, onde) 1999-2019’ (I&L industria & letteratura).

Per la saggistica Alessandra Necci con ‘Al cuore dell’impero. Napoleone e le sue donne fra sentimento e potere’ (Marsilio), Walter Siti per ‘Contro l’impegno (Rizzoli) e Gianni Sofri con ‘L’anno mancante. Arsenio Frugoni nel 1944-45’ (il Mulino).

La giuria tornerà a riunirsi in occasione della serata finale proclamando, per ciascuna sezione, il vincitore della 92/a edizione del premio Viareggio-Rèpaci: la cerimonia si terrà il 28 agosto.

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“Parole spalancate”, il Festival Internazionale di Poesia di Genova 2021

Dal 10 al 19 giugno torna a Genova il Festival Internazionale di Poesia “Parole spalancate”, che inaugura la nuova estate culturale dopo la pausa forzata causata dal Covid con la sua ventisettesima edizione.

Come ogni anno la poesia viene presentata in tutte le sue forme e in rapporto alle altre arti, in particolare musica, teatro, cinema e arti visive, attraverso decine di eventi gratuiti tra letture, performance, concerti, incontri, mostre, installazioni e proiezioni.

Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, il programma – finalmente tutto in presenza – è assai ricco.

Tra gli ospiti c’è il gradito ritorno di Frankie hi-nrg mc, che proporrà il reading “Faccio la mia cosa. Il rap e tutto il resto”, ispirato anche dal suo ultimo libro omonimo (Mondadori).

Nel 700° della sua morte, Dante viene ricordato con una serie di eventi, tra cui “Dante tra i genovesi”, una lettura che coinvolge la città attraverso personalità della cultura, dell’impresa e delle istituzioni coordinata da Francesco De Nicola e in collaborazione con la Società Dante Alighieri e il network Piazza Dante.#Festivalinrete di cui fa parte Parole spalancate.

Dante è oggetto anche del reading-concerto “Dante tra il tramonto e l’alba” di Alessandro Timossi con Andrea Nicolini e del concerto “Dante mediterraneo” di Jamal Ouassini e l’Ensemble Terra Mater, che declina il capolavoro di Dante nelle diverse lingue del Mediterraneo.

Il Festival celebra anche Charles Baudelaire in occasione del suo bicentenario, con il reading-concerto “Jazzspleen” con il Wind Tales Quartet, in anteprima nazionale e con l’incontro con Roberto Mussapi dal titolo “Il Cigno: sogno e tormento in Charles Baudelaire”..

Una serata speciale in collaborazione con il festival Elettropark è dedicata a John Giorno, figura-chiave della poesia orale americana, con letture, filmati inediti, dj-set e l’installazione di una sua opera di grandi dimensioni.

Un altro omaggio è tributato a Giorgio Caproni, con la lettura scenica di e con Eugenia Del Bue, una delle voci emergenti più interessanti del teatro italiano. Continua a leggere