Bernardo Pacini, “Cos’è il rosso”

rossoLetture

Dall’Introduzione di Gianfranco Lauretano

Probabilmente per Bernardo Pacini la poesia è una questione di tempi: più sono rapidi meglio è. Le immagini, l’eco visiva dei tanti luoghi visitati che qui sono riportati, i fotogrammi della sua Firenze giovane e notturna, decisamente originale, scorrono nei testi senza tanti discorsi. L’unità di tutto è altrove, probabilmente nello sguardo di un poeta per il qualela poesia non è un discorso sul mondo ma un’esperienza compiuta attraverso le parole. La rapidità del dettato viene allora da una verosimiglianza col reale, così come lo vediamo in scena in Séma-phoròs, la poesia iniziale e, dunque, in qualche modo proemiale, da cui è tratto infatti il titolo della raccolta. “La mia fortuna è che so scherzare d’istinto”, attacca il poeta, ma la sterzata non evita la dialettica col pedone che intralcia il passaggio e che rovescia su di lui la domanda. […]

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