Enrico Tallone, l’arte di fare i libri

 

NERUDA I[1]Il 18 settembre, alle ore 12.00, verrà inaugurata presso la Biblioteca dell’Arciginnasio di Bologna (Piazza Galvani,1) la mostra “Civiltà di carta: le più belle carte e filigrane attraverso i secoli.”

Si tratta di un insolito evento culturale che trae spunto dalla pubblicazione, da parte della Casa Editrice Tallone, del terzo volume del “Manuale tipografico dedicato all’estetica delle carte, delle filigrane e degli inchiostri” che raccoglie dal vero centosedici campioni delle migliori carte di straccio utilizzate per la stampa dei libri dal quattrocento ad oggi. Nella mostra, in un affascinante itinerario espositivo approntato dalla stessa casa editrice, sarà possibile ammirare in controluce trame e filigrane di sei secoli di civiltà della carta: dalle filigrane quattrocentesche di Caselle Torinese, utilizzate da Johan Gutenberg per la stampa della famosa Bibbia delle 42 linee (il primo libro a caratteri mobili della storia), alle straordinarie filigrane rinascimentali di Fabriano, Amalfi, Bracciano e Genova fino a giungere, in un percorso cronologico che illustra la storia della carta in Europa, ad importanti esempi della produzione cartaria Europea ed Asiatica del novecento. Chiude la mostra l’esposizione del Manuale Tipografico. (Nell’immagine Pablo Neruda e Enrico Tallone bambino). Continua a leggere

“Poeti da riscoprire”, Arturo Onofri

 

arturo_onofriProgetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni con la collaborazione di Luigia Sorrentino

L’anomalia poetica di Arturo Onofri

di Tiziano Salari

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Arturo Onofri (1885-1928) esordisce con un primo volume di versi “Liriche” (1903-1906) dalla tonalità dannunziana, ma esprimendo da subito il senso di un’ascesi, che deve ancora chiarire a se stessa il proprio metodo e le proprie ragioni.

O Vita, o Vita! O sforzo recente/delle imperfette materie/che anelano a perfezioni supreme;/essenziale magnifico Segno/d’altre più antiche ed in numeri composizioni/delle potenze del Cosmo/ per ordine immenso di secoli-/ oggi che il Delfico Nume,/ Apolline auricrinito,/ saettatore di tutte le brame/ degli uomini, aedo del Mondo,/ disse al mio Sogno:”Fa cuore,/ oggi io ti vo’ celebrare,/miracolo grande dell’Essere.

L’ispirazione è paganeggiante, sulle tracce della Laus vitae di D’Annunzio con cui si apre Maia,ma lo spirito è già antitetico. In D’Annunzio manca qualsiasi anelito a trascendere le imperfette materie della vita, ma è:proiettato orizzontalmente ad afferrare la vita nelle sue manifestazioni più istintuali e nella diversità delle creature: lo slancio di Onofri è fin dalle origini verticale. Continua a leggere

Serata dedicata a “La grande bellezza”


la_grande_bellezzaLUNEDI’ 16 GIUGNO ORE 19:00,
IL TEATRO DEI CONCIATORI (Via dei Conciatori, 5 – Roma,  a 200 metri dalla stazione metro Piramide)

presenta

SERATA UNICA DEDICATA DEDICATA AL FILM PREMIO OSCAR 2014
, “LA GRANDE BELLEZZA” di PAOLO SORRENTINO.

Proiezione del film e a seguire dibattito con il pubblico.

Interventi di: Bianca Maria Frabotta, Gina Gioia, Maria Inversi, Giorgio Patrizi, Elio Pecora

Modera: Fabrizio Fantoni

Programma della serata

– Ore 19.00 aperitivo
– Ore 19.45 proiezione film
– Ore 22.00 dibattito con il pubblico

“Poeti da riscoprire”, Libero de Libero

fondo-de-liberoProgetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni con la collaborazione di Luigia Sorrentino

La poesia, il miglior modo di essere uomo

di Bruno Conte

De-cidere vuol dire, stando all’etimologia della parola, tagliare. Chi decide fa una scelta: seleziona, e ne stabilisce i criteri. Questo vale per ogni cosa e anche per le discipline, sia tecniche, sia artistiche. Eppure, nel caso della critica letteraria, quest’operazione di ‘taglio’  appare proprio come un’esclusione che potremmo definire, programmatica

Bisogna sempre tenere presente che i curatori delle antologie, spesso non selezionano e non segnalano un nuovo autore, ma lo escludono, cioè lo tagliano. Decidono, ad esempio, di scegliere un certo poeta, ma non quell’altro, o quell’altra. E allora:  è irragionevole affermare che il Novecento italiano è il secolo dei poeti tagliati? Continua a leggere

“Poeti da riscoprire”, Elsa Morante

Elsa Morante 2Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni con la collaborazione di Luigia Sorrentino
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L’alibi della musica nella poesia di Elsa Morante

di Siriana Sgavicchia

Elsa Morante è autrice su cui non si discute in quanto a rilevanza nel panorama del romanzo italiano del novecento. Menzogna e sortilegio (1948), L’isola di Arturo (1957), La Storia (1974), Aracoeli (1982) sono, in modo diverso, opere di straordinaria potenza espressiva. Il romanzo d’esordio inventa a partire da una clausura un intreccio articolato di immaginarie avventure, proprio come Cervantes nel capolavoro del Don Chisciotte; L’isola di Arturo inscena il mito festoso e insieme tragico dell’eden; la vicenda di Ida e Useppe riscrive la Storia all’insegna dell’utopia a partire dal microcosmo di una madre e di un figlio; Aracoeli pone in primo piano il dramma della scoperta di una accecante verità senza possibilità di catarsi. In tutti i casi la forza della scrittura di Morante è soprattutto nell’invenzione dei personaggi, i suoi sono inconfondibili e indimenticabili: Elisa, Arturo, Ida, Manuel, le loro storie, sono miti moderni. Per questo Elsa Morante è più vicina ai lettori di altri autori italiani suoi contemporanei, per i suoi personaggi. Continua a leggere