Giancarlo Pontiggia, “Il moto delle cose”

Giancarlo Pontiggia / Credits ph. Dino Ignani

L’incontro con la poesia di Giancarlo Pontiggia è una scintilla.
“Il moto delle cose” proviene dalla suggestione e dal suono delle parole, che vengono letteralmente messe alla prova, usate, ripetute, evitate, in modo da intrappolare quel luogo dell’umano in cui nessuno è mai stato, ma che tutti noi conosciamo.
Le poesie nascono dall’attesa fiduciosa della misura giusta per poter dire, quello nel quale la parola, con il suo suono e il suo senso, riesce a farsi pienamente carne, cielo, pioggia, Natura. Il tratto distintivo di Pontiggia è una parola poetica naturale, una voce che sgorga limpida e nuda, priva di intellettualismo. E’ una voce antica, come l’eco di un sussurro che solo il poeta riesce ad intercettare e, in qualche maniera, a restituirci.

La parola è dunque un segno salvato dal tempo, un faro luminescente capace di illuminare, seppure in brevi istantanee, spaccati di quell’altrove che abita la mente dell’uomo da sempre e che affraterna gli individui nella storia. Continua a leggere

La poesia di Paul Klee

PAUL KLEE

COMMENTO DI FEDERICA GIORDANO

Non tutti sanno che Paul Klee non era soltanto un pittore. Klee si è interessato anche di musica e poesia scegliendo, infine, di dedicarsi prevalentemente alla pittura. La ricerca poetica di questo autore è tuttavia tutt’altro che “accessoria” rispetto alla sua principale attività di pittore, presentandosi come una sorta di territorio omologo all’arte figurativa, uno spazio di indagine alternativo ed ulteriore che gli consentì di penetrare i meccanismi formali della creazione cosmica. Sia essa letteraria, musicale o iconica, l’arte di Klee appare animata dal desiderio di individuare le forme elementari e archetipiche, quella struttura della realtà che prescinde il tempo. In una celebre pagina di diario, Klee scrive “nel mondo terreno non mi si può afferrare poiché io abito bene sia tra i morti che tra i non nati. Più vicino del consueto al cuore della creazione eppure, ancora non vicino abbastanza”.

Wahre Anekdoten

Einer
dem in gröβten Schmerz
ein Raubtiergebiβ wächst.

Einer Art Schiffbruch muβ das sein,
wenn einer alt ist
und sich noch über etwas aufregt.

Aneddoti veri

A chi
nel più grande dolore
crescono denti di animale feroce.

Deve essere una specie di naufragio,
quando un vecchio
si altera ancora per qualcosa. Continua a leggere

Emily Dickinson (1839-1886)

Emily Dickinson

Ho sempre sentito la perdita di qualcosa-
La primissima cosa che ricordo
È una mancanza – di cosa non sapevo –
Troppo giovane perché qualcuno sospettasse

Una dolente fra i bambini
Ciò nondimeno mi aggiravo
Come chi rimpianga un regno
Essendo il solo principe cacciato-

Più vecchia, oggi, un’epoca più saggia
E più debole anche, com’è della saggezza –
Mi trovo ancora a cercare piano
I miei palazzi trafugati-

E un sospetto, come un dito
Mi sfiora la mente di tanto in tanto
Che sto cercando all’opposto
Dove si trovi il regno dei cieli –
Continua a leggere

Mariella Mehr, nata sghemba

Mariella Mehr / Credits ph Dino Ignani

Nichts,
kein Ort.
Es lärmt noch immer
Das Unheil im Kopf,
und auf der Himmelskarte
bin ich nicht vorhanden.

Niemals war Frühling
Flüstern die Aschenstimmen,
auf der Sprachwaage
sei ich ein Wort ohne Gewicht
und beschneide die Zeit
mit bewaffneten Augen.

Zukunft?
Sie spricht mich nicht los,
mich Schiefgeborene,
Komm, sag sie,
der Tod ist eine Wimper
am Lid des Lichts.

***

Niente,
nessun luogo.
C’è ancora rumore
Di sventura nella testa,
e sulla mappa del cielo
io non sono presente.

Mai è stata primavera,
sussurrano le voci di cenere,
sulla bilancia del linguaggio
sono una parola senza peso
e trafiggo il tempo
con occhi armati.

Futuro?
Non assolve
Me, nata sghemba.
Vieni, dice,
la morte è un ciglio
sulla palpebra della luce. Continua a leggere

Grande corale di ringraziamento

Bertolt Brecht

Bertolt Brecht
da: “Libro di devozioni domestiche”

1
Lobet die Nacht und die Finsternis, die euch umfangen!
Kommet zuhauf
Schaut in den Himmel hinauf.
Schon ist der Tag euch vergangen.

Lodate la notte e l’oscurità che vi abbracciano!
Venite in tanti,
guardate in alto nel cielo:
il giorno per voi è già passato.

2
Lobet das Gras und die Tiere, die neben euch leben und sterben!
Sehet, wir ihr
Lebet das Gras und das Tier
Und es muss auch mit euch sterben.

Lodate l’erba e le creature animali che vivono e muoiono accanto a voi!
Vedete, come voi vivono l’erba e la bestia
E insieme con voi moriranno. Continua a leggere