“Scrivere lettere è sempre pericoloso”

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Nello scaffale

Elizabeth Bishop | Robert Lowell

Scrivere lettere è sempre pericoloso Corrispondenza 1947-1977 

A cura di Thomas Travisano, Saskia Hamilton, Ottavio Fatica Biblioteca Adelphi 2014, pp. 445

Letteratura nordamericana, Epistolari

Risvolto di copertina

Scritte da due persone sofferte, lacerate, sempre in bilico, ma anche colte, brillanti, geniali, scritte di getto, telegrafiche o più spesso lunghe e a volte lunghissime, riprese nel corso dei giorni, ininterrotte nel­l’arco di un trentennio, attraverso città, stati, continenti (da un quartiere all’altro di New York come da una sponda all’altra dell’Atlantico, da Boston a Key West, da Firenze a Washington, da Rio al Maine), le lettere di questo epistolario tra gli ultimi due grandi poeti americani sono debordanti di vita, allegre e atroci, piene di notizie e umori, pregne d’idee e pettegolezzi, alimentate da argomenti poetici, politici, economici, arricchite di veri e propri racconti. Continua a leggere

Risolto dalla Fisica l’enigma di un’opera di Léger

legerFin dagli inizi degli anni Settanta un quadro acquisito dalla mecenate americana Peggy Guggenheim, attribuito a Fernand Léger, ha suscitato dubbi sulla sua autenticità a seguito di un’affermazione dell’esperto inglese su Léger, Douglas Cooper. Ora arriva la conferma che si tratta di un falso da un gruppo di fisici dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che ha analizzato la tela col metodo del radiocarbonio, sfruttando un’idea innovativa.

Dopo decenni in cui storici, critici, studiosi ed esperti non hanno saputo esprimersi sullo status dell’opera, che non è stata mai esposta da quando la Fondazione Solomon R. Guggenheim ha assunto responsabilità per la collezione e mai pubblicata sui suoi cataloghi, oggi finalmente l’enigma è stato risolto grazie a un acceleratore di particelle. I ricercatori hanno misurato la concentrazione di radiocarbonio in un piccolo frammento della tela non dipinta di un’opera che si presumeva appartenere alla serie “Contraste de Formes”, realizzata tra il 1913 e il 1914, e hanno poi messo i risultati in relazione con il cosiddetto “bomb peak”. Grazie a questa comparazione, sfruttata per la prima volta per valutare l’autenticità di un quadro, si è concluso con assoluta certezza che la tela su cui è stato dipinto il quadro è posteriore al 1959, dunque successiva di almeno 4 anni alla morte del pittore francese (1955). Continua a leggere

Enzo Cucchi, “Cosmogonia”

enzo-cucchiEnzo CucchiCosmogonia“, Galleria Poggiali e Forconi Via della Scala, 35/A 50123 – Firenze

Nota di Lettura di Silvana Lazzarino

Per soffermarsi ed entrare nei molteplici aspetti della realtà visibile e immaginaria dove abitano presenze legate alla memoria tra mito e storia, all’attualità tra spazi naturali e contesti quotidiani basta cogliere la molteplicità di sensazioni e l’energia che scaturiscono dall’opera di Enzo Cucchi. Il pensiero di Cucchi, (Morro d’Alba, Ancona, 1949) esponente di spicco della “Transavanguardia” insieme a Francesco Clemente, Sandro Chia, Mimmo Paladino e Nicola De Maria, movimento nato alla fine degli anni Settanta e coniato nel 1979 dal critico d’arte Achille Bonito Oliva, si rivolge ad un’indagine Continua a leggere

I “Canti Orfici” cent’anni dopo

 

campana_foto[…] “venuto l’inverno andavo a Firenze al Lacerba a trovare Papini che conoscevo di nome. Lui si fece dare il mio manoscritto (non avevo che quello) e me lo restituì il giorno dopo e in un caffè mi disse che non era tutto quello che si aspettava ma che era ‘molto molto’ bene e mi invitò alle Giubbe rosse per la sera… per tre o quattro giorni andò avanti poi Papini mi disse che gli rendessi il manoscritto ed altre cose che avevo, che l’avrebbe stampato. Ma non lo stampò. Io partii non avendo più soldi (dormivo all’asilo notturno ed era il giorno che facevano le puttane sul palcoscenico alla serata futurista incassando cinque o seimila lire) e poi seppi che il manoscritto era passato in mano di Soffici. Scrissi 5 o 6 volte inutilmente per averlo e mi decisi di riscriverlo a memoria…”

Dino Campana (1913) Continua a leggere

La street art invade Piazza del Duomo a Firenze

Piazza Duomo a Firenze da oggi diventa teatro di una performance artistica unica nel suo genere.
Il grande spazio 10x7m riservato alle affissioni pubblicitarie diventa una enorme tela, dove 3 artisti realizzeranno un’opera di street art ‘live’, sotto gli occhi dei fiorentini e dei turisti, con una performance che li vedrà cimentarsi in acrobatiche evoluzioni a oltre 10 metri da terra. Per la realizzazione dell’opera verranno utilizzati oltre 500 spray di tutte le sfumature di colori e diverse piattaforme aeree.

Iniziata questa notte, verrà completata nella notte tra il 3 e il 4 settembre. Da mezzanotte alle sei del mattino la notte fiorentina sarà animata da una performance unica, mai realizzata prima in un centro storico italiano. Continua a leggere