Gian Mario Villalta, “Il scappamorte”

GIAN MARIO VILLALTA

Sono stato un bambino insonne.
All’inizio era tutto catturare il momento
dello sprofondo , quando l’io vigile
si dissolve e subentra quell’altro che sogna
e sa che dorme.
Non è stato facile
rinunciare a un gioco dove pareva possibile
soffermarsi sulla soglia del perdere sé
e sorprendere – nella notte,
nel buio della mente, afferrando – l’istante,
la chioma sua di cometa già dentro il niente.
Tra me e me lo chiamavo il scappamorte.
È stato l’altro, poi, a sorprendere me:
da un sogno dove l’avevo lasciato all’alba
senza più ricordarmi,
mi ha svegliato mentre mi stavo perdendo
dentro le cose solite
che perdono tutti ogni giorno.

 

COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO

La poesia che abbiamo appena letto, è tratta dall’ultimo lavoro di Gian Mario Villata, (Amos Edizioni,  2019). E’ l’unica che richiama, all’interno del libro, il titolo della raccolta: “Il scappamorte”, una figura leggendaria, quasi mitologica. Ed è proprio nel titolo la chiave di lettura di questa nuova opera di poesia di Villalta, che rinvia a una sorta di gioco messo in atto dal bambino, poi adulto, con la coscienza, stando sulla soglia del sonno. Una soglia sulla quale si ha l’illusione di afferrare il momento in cui si perde coscienza, addormentandosi, ma sulla quale si ha anche l’illusione di afferrare con la coscienza il momento in cui si perde coscienza, fra la veglia (una veglia perduta, interrata dentro il buio e il silenzio) e il sonno, (atteso, quasi già arrivato, che, invece, non arriva.)

In questa e altre poesie qui contenute, c’è fondamentalmente il senso remoto dell’ “afferrare” la morte pochi istanti prima che arrivi e proprio per questo, perché la si sorprende sul fatto, la si “stana”, si ottiene scampo: la morte scappa per non farsi conoscere la coscienza della morte si ritira perché non può procedere.  Nel testo Villalta riprende da François de La Rochefoucauld il pensiero che “né il sole né la morte si possono guardare fissamente”. Quest’opera  quindi, sembra rivelarci qualcosa di importante sulla morte: l’uomo che ha trascurato troppo la morte, ha cioè trascurato il gioco di “afferrare” la morte, per stanarla, per farla fuggire, l’ha, evidentemente, guardata troppo. Continua a leggere

Poesia Festival, anteprima con Antonio Riccardi e Gian Mario Villalta

Gian Mario Villalta

Alle ore 21.00 presso il MUSA – Museo della Salumeria a Castelnuovo Rangone (via Zanasi 24) ha luogo una serata con i poeti Antonio Riccardi 
e Gian Mario Villalta che leggono le loro poesie e dialogano con Alberto Bertoni e Roberto Galaverni accompagnati da interventi musicali del duo composto da Gianni Fassetta (fisarmonica)
e Yuri Ciccarese (flauto). Due poeti che sono anche intellettuali, editori, organizzatori. Tra i più attivi e riconosciuti nel panorama italiano, illustreranno il loro lavoro sulla parola, quella che scava in profondità, nelle viscere della storia e della natura, dei luoghi abitati dall’io, mentre si rivolge all’esterno, verso il pubblico, senza barriere. Continua a leggere

I giorni di “Poesia Festival” 2019

E’ on line il Programma di Poesia Festival, un appuntamento molto atteso per la qualità e la trasversalità del cartellone, che propone le migliori voci della poesia contemporanea e noti protagonisti di teatro, cinema e musica.

La quindicesima edizione si terrà dal 16 al 22 settembre 2019, promossa dai comuni dell’Unione Terre di Castelli (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca) e dai comuni di Castelfranco Emilia e Modena.

ANTEPRIMA EDIZIONE 2019

LUNEDI’ 16 SETTEMBRE

21.00 | Castelnuovo Rangone
MUSA – Museo della Salumeria
Via Zanasi 24

ANTONIO RICCARDI e GIAN MARIO VILLALTA
leggono le loro poesie

Interventi musicali del duo composto da Gianni Fassetta (fisarmonica) e Yuri Ciccarese (flauto).

Due poeti che sono anche intellettuali, editori, organizzatori, tra i più attivi e riconosciuti nel panorama italiano ci illustrano il loro lavoro sulla parola, quella che scava in profondità, nelle viscere della storia e della natura, dei luoghi abitati dall’io, mentre si rivolge all’esterno, verso il pubblico, senza barriere.

INAUGURAZIONE

MERCOLEDI’ 18 SETTEMBRE

21.00 | Vignola
Teatro Ermanno Fabbri
Via Minghelli, 11

Intervento e lettura poetica di STEFANO DAL BIANCO
Concerto di GINO PAOLI, con Danilo Rea. Intervista di Leo Turrini
Presenta Miriam Accardo Continua a leggere

La poesia a pordenonelegge 2019

E’ on line il Programma di pordenonelegge 2019. Quest’anno il logo della manifestazione è il camaleonte.

Interroghiamo il camaleonte

Lo sa che è diventato giallo? Se ne accorge, intendiamo, di cambiare colore?
Di certo non si può dire che lo vuole, non è un eroe Marvel.

Gli succede, dicono gli scienziati, quando ha paura, quando si eccita, quando gli si alza la temperatura. Dicono che ha un tessuto sottocutaneo formato da due strati; se sta tranquillo prevale il blu, e quindi lo vediamo verde (non chiedete perché), mentre se si altera prevale il giallo-arancione.

Non è di questo però, che si voleva parlare, o forse sì, solo per dare una notizia: il giallo sarebbe il suo colore naturale. Già, è così, e allora il camaleonte con tutto quel giallo intorno non è affatto mimetizzato. E’ il colore intorno a lui che lo mimetizza. Oppure è il colore che si mimetizza?

Non per questo però viene meno la domanda iniziale, posto che non lo faccia apposta, di arrabbiarsi, di eccitarsi e di avere paura, il camaleonte lo sa che cambia colore, quando gli succede?
Si potrebbe dire tutto questo in altri modi: se ti trovi benissimo in mezzo agli scrittori, ai poeti e a tutti quelli che scrivono libri, a parlare di libri, è il tuo colore naturale, oppure sono gli altri che hanno cambiato colore per farti sentire più sereno? E se ti ecciti, ti arrabbi, prendi paura e diventi giallo, nessuno se ne accorge? Forse è meglio che ne parliamo, perché il vero colore dei libri non è quello della copertina, perché quelli che più ti interessano sono sempre quelli che ti fanno chiedere di che colore sei adesso, se stai cambiando colore, se te ne accorgi, se vogliono farti paura, e poi che cosa ci fai lì, sul manifesto di pordenonelegge 2019, ma soprattutto, come ci si sente?

I curatori
Alberto Garlini, Valentina Gasparet, Gian Mario Villalta

Noi come ogni anno, vi proponiamo una sintesi degli eventi del Festival legati ai libri di poesia e alle letture.

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Il ricordo di Gian Mario Villalta dell’amico Francesco Durante

Francesco Durante

Pordenone, 5 agosto 2019

di Gian Mario Villalta

Erano le 4.30 di mattima, minuto più minuto meno, di sabato 15 giungo e l’anteprima del festival Salerno Letteratura, che Francesco Durante ha creato insieme a Ines Mainieri, era in pieno svolgimento. Su istigazione di Francesco, la quindicina di poeti che praticano lingue minori e dialetti di regioni d’Italia tutte diverse, stava recitando la propria traduzione dell’Infinito di Leopardi. In salentino, in sardo, in napoletano, in piemontese, in siciliano e negli altri idiomi rappresentati, la poesia dell’ermo colle era occasione per riflessioni sulla lingua e sulla poesia non peregrine. Non mi ero dimostrato entusiasta, a dire il vero, all’idea, ma Francesco sapeva contagiare con la sua forza. E proprio lui era il più partecipe e il più attento nella discussione. Quando ci siamo salutati con un abbraccio si stava facendo giorno. È stata l’ultima volta che l’ho visto. Continua a leggere