Wislawa Szymborska, “Vista con granello di sabbia”

Riletture
a cura di Luigia Sorrentino

Wislawa Szymborska, “Vista con granello di sabbia
di Giorgio Galli

Il problema della spaccatura fra l’io senziente (e pensante) e le cose è un antico problema. Ma, come molti antichi problemi, è rimasto insoluto ed anzi il progresso scientifico lo ha reso financo più complesso. Se i medioevali distinguevano fra una res e una vox, se Kant scindeva il fenomeno dal noumeno, oggi abbiamo il neurologo Rudolph Linas, che da qualche anno bandisce una verità sconvolgente: che quelli che noi chiamiamo “oggetti” in realtà non esistono, che i nostri sensi in realtà entrano in contatto con alcuni, pochi campi di forza elettromagnetici e ricostruiamo il mondo a partire da pochi dati fallaci; che, in definitiva, “vedere è come sognare”. Ma intanto, per secoli e secoli, l’essere umano ha non solo “ricostruito” il mondo sulla base dei sensi e della mente, ha non solo, adamiticamente, “dato un nome alle cose”, ma ha anche attribuito loro una personalità. Nessuno, fra quanti mi leggono, non ha mai detto “Se questi muri potessero parlare”, “Questa è la casa che mi ha visto crescere”. Rimane in noi un fondo panteista che ci porta ad animare gli oggetti. Non riusciamo a concepire un’esistenza priva d’intelligenza e sensazioni. Non riusciamo a concepire un’esistenza priva di vita. Litigare col navigatore o col computer è solo la proiezione, nel presente tecnologico, di un bisogno ancestrale: quello di dare un anima all’universo. Continua a leggere

Torre del Greco, «Città del corallo»

E’ la scritta che a breve potrebbe comparire sul cartello autostradale che indica l’uscita nel Comune vesuviano.

Un’idea lanciata dal neo sindaco Gennaro Malinconico, intervenuto il 26 maggio 2012 alle 10:30 nell’aula Magna dell’Istituto Statale d’Arte Francesco Degni (Piazza Luigi Palomba, 6) alla cerimonia di premiazione della decima edizione del concorso per giovani incisori. Premio ideato e curato dall’associazione International Inner Wheel club Torre del Greco-Comuni vesuviani e riservato agli alunni del quinto anno della sezione incisioni allo scopo di sostenere e incoraggiare l’attività artistica e di artigianato del corallo e del cammeo.
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Ruggero Savinio, “Percorsi della figura”

C’è tempo fino al 27 maggio 2012, per visitare a Roma la mostra alla Galleria nazionale d’arte moderna “Ruggero Savinio. Percorsi della figura“, a cura di Mariastella Margozzi con Sabina D’Angelosante
promossa dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

Ruggero Savinio (Torino, 1934) è da sempre pittore di figura. Ma è anche un raffinato scrittore, che mantiene fede alla trasmissione familiare dei saperi e delle abilità: da Alberto Savinio e da Giorgio de Chirico ha ereditato, infatti, la sapienza della vera cultura e la consapevolezza del mestiere di artista. Questo spiega perché non ci sia soluzione di continuità tra il suo fare pittura e il suo essere scrittore. Continua a leggere

Giorgio Galli, Charles Baudelaire (prima rilettura)

Riletture, di Giorgio Galli
a cura di Luigia Sorrentino

Baudelaire, Profumo esotico
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Una delle cose che mi affascinano, di Baudelaire, è che possiede il dono del vero poeta di usare termini di per sé generici, superficiali, banali e di ridar loro vita grazie a un contesto che li ripoetizza: “affascinante”, “suggestivo”, “cielo”, “ideale”… Come accade che queste parole, che in una mia poesia costringerebbero il censore a lavorare di matita rossa e blu, qui evochino sensazioni vellutate o eccitino a rapinose ebrietà? Ecco, io credo sia per merito d’una intuizione profonda delle radici, della potenza e dei limiti del linguaggio: che non esprime le cose, ma esprime i rapporti fra le cose, ed ha una propria musica. La parola di Baudelaire ricerca costantemente la musica, è musicalissima. Continua a leggere

Giorgio Galli, Wislawa Szymborska

Riletture, di Giorgio Galli
a cura di Luigia Sorrentino
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Wislawa Szymborska, Nozze d’oro

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Se mi chiedessero d’indicare, fra le poesie che conosco, quella che più mette a fuoco l’amore, quella che più “fa centro” sull’amore, io sceglierei questa. Alcune settimane fa, poco dopo la morte della poetessa, lo scrittore Roberto Saviano ne ha letto alcune poesie in una puntata della trasmissione Che tempo che fa e ha dichiarato che nessuno ha saputo scrivere l’amore come la poetessa polacca. Credo che Saviano abbia detto giusto, ma bisogna entrare più nel merito e dire qualcosa del perché Szymborska avesse questo dono.
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