David Huerta, “La strada bianca”

David_HuertaNota di Lucia Cupertino

 

L’esplorazione condotta da David Huerta in questi versi è a tratti una discesa nella caverna platonica, a tratti un viaggio più complesso e meraviglioso, attraverso le facce di un diamante. Come dice il poeta citando Beckett, l’unica ricerca che valga ancora la pena di essere intrapresa è lo scavo e fin dai versi d’esordio Huerta si lancia in una discesa negli abissi di sé stesso e, più avanti, in una spelonca per osservare il “segno del giorno” assieme ad un archeologo.

Questo scavo, diventata ormai cedevole ogni percezione, si moltiplica inaspettatamente in molteplici direzioni e il poeta è in ogni dove e in nessun luogo, preda di un gioco di specchi, folgorazioni e tremule immagini. Sembra si possa già affermare l’identità del trickster quando scrive “Sul ciglio della strada / Stendhal muove / uno specchio” ma “Dietro Stendhal / c’è un punto / oscuro, / una strada, /qualcuno / che somiglia a me /– o a lui –, / un altro specchio”. Dietro a quell’altro specchio c’è la parola poetica in tutto il suo lucore, la sua forza seducente, l’amarezza, il suo riparo, la sensualità, la raffinatezza del filosofare, la stratificazione delle più preminenti voci della letteratura messicana e latinoamericana.

 

 

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Su “Vita sconnessa di Enzo Cucchi”

 

cucchi1 di Fabrizio Fantoni

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“Enzo, che artista sei?”

“Sicuramente il migliore”

“Che vuol dire il migliore?” 

“Il più pericoloso, il più fortunato e talentuoso. Oggi gli artisti sono garantisti, consociati in qualcosa che rassicura. Sono vetrinisti e i musei sono pieni di casalinghe dell’arte”.

E’ questa una delle tante dichiarazioni spiazzanti ed irriverenti di Enzo Cucchi,  presenti nell’intervista che costituisce il nucleo del libro – curato da Carlos D’Ercole,  “Vita sconnessa di Enzo Cucchi” (Quodlibet, 2014). Un’opera che non è una stucchevole celebrazione di un artista affermato, ma un’originale e onesta ricostruzione di una corrente artistica controversa, certamente importante –  la Transavanguardia – fatta attarverso una serie di interviste realizzate dallo stesso D’Ercole a coloro – artisti, galleristi e amici – che hanno seguito Cucchi durante l’intera carriera: Emilio Mazzoli, Francesco Clemente, Brunella Antomarini, Luigi Ontani, Joseph Helman, Miltos Manetas, Salvatore Lacagnina, Paul Maenz, Bernd Kluser, Mimmo Paladino e Jacqueline Burckhardt. Continua a leggere

In memoria di te, Peggy Guggenheim

Peggy Guggenheim
a cura di Luigia Sorrentino

La Collezione Peggy Guggenheim è il museo più importante in Italia per l’arte europea e americana della prima metà del ventesimo secolo. Ha sede a Venezia, a Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, in quella che fu l’abitazione di Peggy Guggenheim.

Aperto nel 1951 dalla nipote di Solomon R. Guggenheim, ricco industriale americano e collezionista d’arte, il museo ospita la collezione personale di arte del ventesimo secolo di Peggy Guggenheim, ma anche opere di altre collezioni e mostre temporanee. Continua a leggere

Kim Addonizio alla John Cabot University

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Kim Addonizio sarà alla John Cabot University di Roma per un reading di poesie lunedi 7 novembre alle 20:00. L’evento, promosso dall’Istituto per la scrittura creativa e di traduzione letteraria si terrà nell’ Aula Magna Regina, Guarini Campus. Le poesie di Kim Addonizio sono state tradotte da Damiano Abeni e Moira Egan.

John Cabot University – Via della Lungara, 233 – 00165 Roma
RSVP: events@johncabot.edu

L’incontro avrà inizio all’ora indicata e non sarà permesso entrare a evento iniziato. Continua a leggere