Valentino Zaichen, ‘Casa di rieducazione’ & Video

Nello scaffale, ‘Casa di rieducazione’ di Valentino Zeichen
a cura di Luigia Sorrentino

Uscirà, prima di Natale, “Casa di rieducazione”, la nuova raccolta di poesie di Valentino Zeichen (che vediamo nella ‘storica’ foto di Dino Ignani)  collana Lo specchio Mondadori  (15 euro).

Uno Zeichen strepitoso e inedito che vi presento nuovamente in questo blog con alcuni dei testi che saranno contenuti nella raccolta mondadoriana.

Zeichen,  fin dal suo primo libro, Area di rigore  (Cooperativa Scrittori, 1974) ci ha sempre raccontato la sua visione della storia e dell’arte con ironia e estrosa eleganza. In questa nuova opera si presenta con un carattere meditativo più assorto.  Vari temi e personaggi entrano nella sua “Casa di rieducazione”,  primo fra tutti Dario Bellezza, amico e poeta forse oggi troppo dimenticato.

Vi consiglio di vedere il video – divertentissimo, catturato da youtube – dove Zeichen legge con una cifra parodico-burlesca La mattanza della bellezza contenuta nella nuova raccolta. Buon divertimento!

Continua a leggere

Tutte le poesie di Anna Cascella Luciani

Martedi 7 giugno alle 20.30, al Centro Culturale Bibli di Via dei Fienaroli, 28 (Roma) Giulio Ferroni e Elio Pecora presentano Tutte le poesie (1973-2009) di Anna Cascella Luciani, Gaffi Editore 2011 (€ 23,75).

Le poesie di Anna Cascella Luciani (nella foto di Dino Ignani) – disperse in libri da tempo esauriti, edizioni d’arte, antologie, riviste, incisioni radiofoniche, circondate da un autentico culto di critica e pubblico, insieme a numerosissimi inediti – vengono ora alla luce in un’edizione rivista personalmente dall’autrice. Una voce che sa declinare il tema d’amore, dell’impegno civile, del ricordo come dell’invettiva, in una scrittura tesa, appassionata, ironica, allusiva. Il saggio critico di Massimo Onofri che introduce il volume ripercorre la rigorosa e appartata vicenda poetica di Anna Cascella Luciani, e ne mette in luce definitivamente la forza del pensiero e dello stile.
 I gesti della poesia, nei versi di Anna Cascella Luciani
di Domenico Vuoto

“Se si può parlare di necessità riguardo alla poesia, essa consiste nel conferire senso agli oggetti del reale e ai grandi valori antropologici: nel rinominarli sottraendoli alla nominazioni o rinominazioni correnti, agli usurati criteri dell’utile, alle convenzioni, al consumismo culturale che si nutre anche ( paradossalmente) di un fare poetico dominato da compunti o lacrimevoli lirismi, da studiate semplificazioni della parola e del verso o, al contrario, da un neo-neoavanguardismo che tutto mescola e tritura in poltiglie fragorose (una tecno-poesia), o dai cascami di un neoermetismo che si affida a un gioco di inintellegibili cortocircuiti verbali.
Continua a leggere

Maria Luisa Spaziani, Poesie 1954-2006

Per il ciclo “Interviste possibili”, Elio Pecora incontra Maria Luisa Spaziani, a partire dal libro Poesie (1954-2006), Oscar Mondadori (euro 10,00) appena uscito nelle librerie.

Nella foto, Maria Luisa Spaziani ritratta da Dino Ignani.

L’appuntamento è per martedi 29 marzo alle 18:00 al Centro Culturale Bibli (Via dei Fienaroli, 28 ) a Roma.

“Tesa fra i due opposti fuochi del visibile e del visionario, del quotidiano e del metafisico, la poesia di Maria Luisa Spaziani si è affermata nel corso di più di mezzo secolo (dalle Acque del sabato, del 1954, fino a oggi) come una delle esperienze più alte, coerenti eppure internamente sfaccettate del Novecento poetico italiano e oltre. Dopo l’esordio, illuminato dalla parola pura simbolista ed ermetica, la Spaziani si è mossa alla conquista di un’originale misura, capace di ridare spessore alle occasioni e agli oggetti, mantenendoli tuttavia nella tensione rivelatrice di una lingua nitida, cristallina e potente. Da Utilità della memoria (1966) a Transito con catene (1977), da Geometria del disordine (1981) a I fasti dell’ortica (1996), da La traversata dell’Oasi (2002) a La luna è già alta (2006), è il disegno misericordioso della vita, nel suo moto inesausto di grazia e miracoloso ricominciamento, a occupare la voce dell’autrice, giunta con le ultime raccolte a declinare in versi una personalissima e assai femminile sapienza del cuore. Questa autoantologia, riproponendo libri ormai introvabili e disegnando all’interno dell’opera un inedito itinerario d’autore, si presenta come suggestiva ed autorevole sintesi della sua intera produzione poetica.”
(dalla quarta di copertina) Continua a leggere

Patrizia Valduga, Poeti innamorati. Da Guittone a Raboni

«Fuoco di paglia è amore di poeta, / perciò è vorace, ed è così fugace». Questo dice Attila József.
«L’amore dei poeti è come l’amore degli adolescenti, che vogliono essere quello che non sono, che vogliono che gli altri siano quello che non sono, che vogliono dare l’amore a chi non lo vuole, che perdono l’amore appena lo possiedono, che se ne stancano appena lo conquistano, che pensano di poter davvero possedere una persona, davvero conoscerla interamente e definitivamente»: così scrive Patrizia Valduga, una delle poetesse più note per i suoi versi d’amore, introducendo un’originale antologia
Poeti innamorati, Da Guittone a Raboni da lei stessa curata per Interlinea Editore, euro 10.

“Questa piccola scelta antologica sui poeti innamorati, (da Guittone d’Arezzo fino a Giovanni Raboni), potrebbe essere testimonianza, in qualche modo, della storia del sentimento amoroso, oltre che, naturalmente, di quella della nostra lingua, e del gusto di oggi nei confronti della lingua poetica. Fino al Quattrocento nessuno avrà quasi niente da ridire, ma subito dopo ci sarà chi lamenterà l’assenza di quello e la presenza di questo. Perché, ad esempio, non ho messo Buonarroti? Perché, a mio parere, si è scambiata per grandezza poetica la rudezza di un geniale dilettante. Perché non ho messo Penna? Perché la sua voce mi sembra assai flebile. Perché non ho messo Gozzano? Perché, tolte le polverose carabattole della nonna, quello che resta è già tutto in Pascoli. E così via. Perché ho messo poeti che da anni dichiaro di non amare? Perché sono grandi intellettuali che hanno lasciato un segno, da vivi o da morti, nella storia della nostra letteratura.”
(Patrizia Valduga)
Continua a leggere