Maria Giorgia Ulbar, poesie

Maria Giorgia Ulbar

Dormo qui solo ogni tanto
su questa forma mia di materasso
con un affossamento
allungatosi nel tempo
forma di quello che sarei
fossi rimasta qui per tutto il tempo
a sporcare l’aria di me
lasciare odore nella stanza.
Invece l’aria qui è intatta
liscia e profumata
insieme alle camicie di mia madre,
solo altrove lontano ce l’ho fatta
a fare veri buchi
neri odorosi di presenza.

Da I fiori dolci e le foglie velenose, di Mariagiorgia Ulbar (Firenze libri, 2012)

*

Mi lascia insoddisfatta la montagna
e il lago si è perfino ritirato.
Un sole orizzontale mescolato
al vento e più lontano
una diga di qua alta, di là più ancora
cemento fatto a strati
l’inclinazione curva della pietra.
Tolgono il respiro le dighe che dividono
acqua forte covata che poi esplode
elettricità che scende fino a valle
e lì una fioca lampadina
a illuminare pelle su altra pelle.

Da Gli eroi sono gli eroi di Mariagiorgia Ulbar (Marcos y Marcos, 2015)

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Mariagiorgia Ulbar, da “Lighea”

Mariagiorgia Ulbar

L’invasione

Inizia con un uovo
lo trovo una mattina sulla soglia
ogni alba già dal buio aspetto sveglia.
Un uovo: omogenea la pelle
una strada che ritorna su se stessa
in se stessa si completa,
si staglia eterno sulla soglia.
Davanti alla porta c’era un uovo.
Mi turbava nel segreto che portava
ma lasciato da solo sul tappeto
ora è mio, o lo tengo o lo rifiuto. Continua a leggere

A “Notti d’autore” Ruggero Cappuccio

E’ Ruggero Cappuccio drammaturgo, regista e scrittore il protagonista di Notti d’autore di giovedì 23 maggio 2013 alle 0:30 il programma ideato e condotto da Luigia Sorrentino per Rai Radio1. In tutte le sue rappresentazioni Ruggero Cappuccio “ha gustato – come scriveva Marguerite Yourcenar riferendosi a se stessa – il privilegio supremo del romanziere: quello di perdersi interamente nei propri personaggi o di lasciarsi possedere da essi.” Ruggero Cappuccio ha vissuto – e vive – ininterrottamente all’interno di quei due corpi e di quelle due anime alle quali ha dato vita, in teatro, ma anche nei suoi romanzi: “La notte dei due silenzi” e “Fuoco su Napoli”. L’opera prima di Ruggero Cappuccio “Delirio Marginale” è del 1993. Già con questa opera Cappuccio si fece notare vincendo il premio IDI per la drammaturgia.

L’AUDIO CON L’INTERVISTA A RUGGERO CAPPUCCIO di Luigia Sorrentino

Per Ruggero Cappuccio il successo arrivò con quella che forse è diventata la sua opera teatrale più famosa, “Shakespea Re di Napoli” pubblicata come altri suoi lavori nella collana Classici di Einaudi. “Shakespea Re di Napoli” ha debuttato la prima volta al Festival di Sant’Arcangelo diretto da Leo De Berardinis, nel 1994. Nella nota di Roberto De Simone dedicata a Ruggero Cappuccio si legge: ” … bisogna dire che è preferibile la Storia scritta dai poeti, e non i poeti scritti dalla Storia… accettando questa verità si potrà riconoscere che la Storia è maestra di vita”.

“Desideri mortali” oratorio profano per Giuseppe Tomasi di Lampedusa inaugura poi un ciclo di sue opere teatrali ispirate alla figura e alla vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e quindi alla Sicilia, alla famiglia del poeta a Lucio Piccolo, cugino di Tomasi di Lampedusa. Penso a “Il sorriso di San Giovanni”, del 1998, ma penso anche a “Lighea, i silenzi della memoria” del 2003 una sua riscrittura dell’ultima opera di Tomasi di Lampedusa… ma penso anche al film da lei scritto e diretto e interpretato da Chiara Muti : “Il sorriso dell’ultima notte” del 2004.
Celebre la frase contenuta nel romanzo “Il Gattopardo”: “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.”