Il ritorno alle radici di Michele Hide

NOTA INTRODUTTIVA DI MAURIZIO CUCCHI

La poesia di Michele Hide, che si è rivelata in questi ultimissimi anni con poche uscite, ma sempre notevoli, ha, tra gli altri, un pregio evidente, che è quello di una immediata riconoscibilità. Un pregio oggi molto raro, dato che le innumerevoli voci nuove della poesia rischiano spesso un’impersonalità che le rende purtroppo quasi indistinguibili.
Ma che cosa, soprattutto, caratterizza il nostro autore? Sicuramente – come già si era visto nella plaquette d’esordio, Il baule di Zollikön del 2014, ripresa in questo libro – la fedeltà strenua ma al tempo stesso del tutto naturale, necessaria, alle proprie radici, a un mondo ebraico di appartenenza e alle vicende personali, anche drammatiche, legate a questa condizione. Ed è questo qualcosa di ancor più significativo se pensiamo che il nostro è poeta ancora giovane (è nato nel 1977) ma ha già in sé la saggezza di chi sa che è impossibile o insensato guardare verso il futuro senza una piena, sebbene inquieta, consapevolezza del passato e delle proprie origini. Naturalmente, agisce in modo decisivo la memoria, che riporta ritmicamente a galla, nella mente del poeta, momenti, episodi, luoghi, paesaggi e figure di un’esperienza sensibilmente vissuta e che contiene i più diversi colori della vita, non certo esclusi quelli della tenerezza negli affetti. Così, con percorsi interni articolati, Hide lavora alla ricomposizione di un’immagine di sé molto aperta e in fondo di continuo mutante, in una inesausta ricerca identitaria destinata a sempre nuove acquisizioni. Continua a leggere

Adam Zagajewski vince il premio alla Carriera del Festival Internazionale di poesia civile di Vercelli

Adam Zagajewski

A Milano l’Università Cattolica ospita il poeta polacco Adam Zagajewski mercoledì 23 ottobre alle 17 (Cripta Aula Magna, largo Gemelli 1) con letture dal nuovo libro Prova a cantare il mondo storpiato (Interlinea) a cura di Valentina Parisi, alla vigilia della cerimonia del premio alla carriera che gli viene assegnato dal Festival internazionale di poesia civile a Vercelli. In Università il poeta incontra gli studenti di varie facoltà a partire dal Laboratorio di editoria che promuove l’incontro, presentato da Roberto Cicala con un intervento di Giuseppe Langella.

«Ma noi siamo vivi, / colmi di memoria e ragione» è la risposta di Adam Zagajewski (nel nuovo libro, in uscita a novembre) ai drammi della storia e alla spersonalizzazione della società attuale, collocando sotto la sua lente d’ingrandimento piccoli particolari quotidiani molto rivelatori: così le ombre dei turisti sulla tomba di Brecht sembrano quelle degli informatori della stasi che lo pedinavano da vivo e la gatta di Ruth, ignara di essere ebrea come la sua padrona, di notte dal ghetto torna sempre alla parte ariana. Per l’autore di quest’antologia, che affronta la shoah come l’11 settembre ma anche gli ex paradisi naturali fagocitati dal turismo di massa, resta lo spaesamento dei «poeti, invisibili come minatori, nascosti sottoterra» che «costruiscono per noi una casa», quella della consapevolezza civile di dover essere vivi e vigili «e talvolta particolarmente orgogliosi, / perché in noi grida il futuro / e quel balbettio ci fa umani».

La poesia di Adam Zagajewski è stata definita dal premio Nobel Derek Walcott «voce sommessa sullo sfondo delle immense devastazioni di un secolo osceno, più intima di quella di Auden, non meno cosmopolita di quelle di Miłosz, Celan, Brodskij».

Adam Zagajewski è nato nel 1945 a Leopoli, città che ha lasciato quell’anno stesso insieme alla sua famiglia, espulsa dai sovietici che se ne erano impadroniti nel 1944. Cresciuto a Gliwice, Slesia, e cioè in quei territori tedeschi che nel dopoguerra furono annessi alla Repubblica Popolare di Polonia, Zagajewski ha studiato psicologia e filosofia all’università Jagellonica di Cracovia, diventando ben presto uno dei protagonisti della corrente “Nowa Fala” o “Generazione del ’68”, che riuniva i giovani poeti più critici nei confronti del regime. Pubblica la sua prima raccolta, Komunikat nel 1972. Nel 1975 è tra i firmatari della Lettera dei 59, sottoscritta da sessantasei intellettuali polacchi per protestare contro l’introduzione nella Costituzione di paragrafi riguardanti l’alleanza con l’Unione Sovietica e il ruolo-guida del Partito Operaio Unificato Polacco. Dopo aver vissuto a lungo all’estero, prima a Berlino e poi a Parigi, è tornato a risiedere a Cracovia nel 2002. Insignito del Neustadt International Prize for Literature (2004), del premio Heinrich Mann (2015) e del premio Principessa delle Asturie (2017), insegna da anni all’università di Chicago. In Italia Adelphi ha pubblicato una raccolta di prose, Tradimento (2007, a cura di L. Bernardini, traduzione di V. Parisi), e Dalla vita degli oggetti, un’ampia scelta dalla sua produzione poetica a cura di Krystyna Jaworska (2012).

Zagajewski sarà premiato giovedì 24 ottobre 2019 alle ore 21 nel Seminario di Vercelli e sarà distribuita in omaggio ai presenti la plaquette delle sue nuove poesie fino a esaurimento.

La premiazione di Zagajewski è l’evento centrale del festival internazionale di poesia civile 2019 con un’anteprima mercoledì 23 a Milano alle ore 17 in Università Cattolica.

In programma conferenze, reading, aperitivo in musica, il premio Brassens dedicato al padre italiano del rap Frankie hi-nrg mc e uno spettacolo contro la violenza sulle donne.

Tra gli ospiti Maurizio Cucchi, Franco Buffoni, Enrico Palandri, Ambrogio Borsani e Roberto Piumini che legge dalla sua nuova traduzione del Macbeth.

Il Festival internazionale di poesia civile di Vercelli, ammesso alla UNESCO’s World Poetry Directory, ha premiato nelle passate edizioni il siriano dissidente Faraj Bayrakdar, la poetessa-biologa Katherine Larson, la candidata Nobel Márcia Theóphilo, l’angry poet Tony Harrison, Lambert Schlechter e Ryszard Krynicki, fra gli altri. Anche quest’anno il festival di poesia civile fa emergere, attraverso il linguaggio universale dei versi, temi scottanti e civili, dalla violenza sulle donne alle armi di guerra, mettendo al centro le giovani generazioni, dalla scuola primaria all’università e premiando i migliori giovani poeti italiani. Continua a leggere

Flavio Caroli & Maurizio Cucchi

MAURIZIO CUCCHI

Segnaliamo, a poche ore dall’inizio del Festival di Pordenonelegge, tre incontri da non perdere: alle 15:00 alla Libreria della Poesia – Palazzo Gregori presentazione di Sindrome del distacco e tregua, incontro con Maurizio Cucchi. Presentano Roberto Cescon e Giovanni Turra; alle 18.00, l’incontro con Flavio Caroli, Elogio della modernità. Da Turner a Picasso” presenta Maurizio Cucchi  al Teatro Verdi; alle 21:00 alla Loggia del Municipio si terrà poi l’incontro La voce dei poeti con letture di Maurizio CucchiMilo De AngelisTommaso GiartosioCristiano PolettiFabio Pusterla Stefano Simoncelli.

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Maurizio Cucchi, la forza della poesia

In occasione della imminente presentazione a Pordenonelegge del nuovo libro di poesie di Maurizio Cucchi, “Sindrome del distacco e tregua” Mondadori, 2019, (Pordenone 20 settembre), vi presentiamo alcuni estratti dalla sezione “La chiave di volta”. In queste prose Maurizio Cucchi porta a pieno compimento il superamento dei generi letterari cominciato più di dieci anni fa con “Vite pulviscolari” poi con “La maschera ritratto” e con “Malaspina”. L’autore crede, da un lato, a una prosa che abbia l’intensità e la comprensione potente della poesia, dall’altro, sostiene una poesia capace di assorbire, nell’intensità e nella varietà della parola, il racconto e il pensiero.

ESTRATTI

Osservo dalla mia finestra la chiave di volta della casa di fronte e subito penso a un ritmo scandito perfetto, a una musica, insomma, a un movimento, un movimento del corpo. E insieme penso a una provvisoria matematica esattezza, e soprattutto a un campo più vasto, un campo aperto di possibilità molteplici, o forse infinite, un campo intrecciato di corrispondenze sottili e di rimandi, di percezioni sensoriali diverse, leggibili, appunto, come “foreste di simboli” ai più sconosciute, dove “profumi, colori e suoni” portano in sé il progetto compiuto di un pensiero nascosto. Continua a leggere