Valentino Zeichen, “Poesie giovanili” 1958-1967

DIARIO FAMILIARE
di Valentino Zeichen

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, sono stato parcheggiato a Kantride (Fiume), in una colonia marina che protraeva la chiusura oltre l’estate, per albergare orfani autunnali. Mia madre era tisica, ormai all’ultimo stadio, e così l’avevano ricoverata in un sanatorio vicino a Laurana, sulla costa. Dopo mesi di sparizione senza che avessi sue notizie, mi avevano confidato la verità. Una vigilatrice mi aveva preavvisato: mia madre sarebbe venuta a trovarmi, compatibilmente con le sue condizioni di salute. L’incertezza sulla data angosciava le mie aspettative giornaliere. L’edificio della colonia doveva risalire agli anni Trenta; ricordo una costruzione a due piani con tanti oblò; un lungo porticato di colonne cilindriche, e la facciata esposta a ponente, verso il mare. Dopo giorni pieni di aspettative e vuoti di notizie, le mie cieche congetture sul futuro, svanirono.
Per qualche motivo che mi sfuggiva, la visita tanto attesa, era stata anticipata, quasi affrettata per l’indomani, domenica. L’orario previsto per i visitatori era dalle due del pomeriggio alle cinque. Era da cinque mesi che cercavo di rivederla. Il mare antistante pareva gonfio d’ira come un’idra; le onde avanzavano ingigantite dalla bora, mi avrebbero travolto, e sarei annegato prima di rivedere mia madre? Era un mare dalle tinte livide, infuriato, inadatto per una cartolina illustrata del Quarnaro, anche se era solo Carnarius: divoratore di carne.
Mi trovavo a un lato del porticato, distante da altri visitatori, sorvegliato da una vigilatrice che doveva consegnarmi a mia madre. Quando mi intravide da lontano, accelerò il passo; mi sorrise appena scoprendo i suoi magnifici denti. La guardavo; volevo muovermi, ma ero come paralizzato da un’ignota paura. La lunga separazione da lei mi aveva disaffezionato dalla consuetudine di correrle incontro e saltarle al collo. Era rimasta alta e slanciata come la ricordavo. Venne verso di me e mi accolse tra le sue braccia, al rallentatore, come se avesse esaurito le sue forze, alquanto a disagio, dovuto alla mia rigidità. Mentre mordicchiavo un dolcetto, lei parlava con la mia guardiana, informandosi dello stato della mia salute; ero stato a lungo malato e non ho mai saputo il genere di malattia.
Per tutta la durata della visita ci dicemmo poco o niente: solo consueti diversivi: “Guarda, c’è una nave al largo”. Mi sentivo assalito da cupi presentimenti, e tra questi quello più ovvio che mi suggeriva il suo pallore cadaverico; in me moriva la speranza di rivederla. Fra noi altalenava uno struggente disagio; ogni nuova parola pronunciata poteva essere l’inizio di una nuova frase che precedeva il commiato. Alternavo lo sguardo tra il viso di mia madre e le ombre sghembe del colonnato, che si allungavano e impallidivano fino alla sparizione del sole. Indisponente, oppresso da tanti presagi, non facevo che informarmi su quanto tempo mancava ancora alla fine della visita, come se volessi troncarla e mandare via mia madre prima del sibilo della sirena che poneva termine alla visita. Sullo sfondo sbiadiva un raggelante rosseggiante, adombrato dagli altri pini marittimi. Le cose intorno si decoloravano perdendo luminosità. Continua a leggere

In memoria di te, Luciana Notari

“La pietà e la paura” , Passigli Editore, raccoglie Tutte le poesie di Luciana Notari, poeta che, come scrive Elio Pecora nella prefazione al libro “ha creduto alla poesia e s’è largamente adoperata perché in molti ne godessero. Ha curato antologie poetiche, laboratori nelle scuole, letture pubbliche alle quali ha chiamato i maggiori autori dei nostri anni. Inoltre, ha presieduto un’associazione culturale assai attiva, (l’associazione culturale “Guterberg” di Terni, di cui è stata fondatrice e presidente), ha partecipato con passione a difese dell’ambiente, si è battuta per quelle libertà che ignorano divisioni e diseguaglianze. E’ stata una donna bella, di una bellezza luminosa. E chi le era amico ha potuto ammirarne la forza e il coraggio quando una terribile malattia l’ha straziata e, nel 2006, l’ha portata alla morte. […]”

Il volume, è curato da Roberto Deidier, poeta e critico, che così scrive nell’introduzione all’opera della Notari: “Come una lenta, inesausta riappropriazione, una faticosa riconquista, sui territori della pagina, di quanto la vita ci sottrae, con la temibile complicità del tempo, la poesia di Luciana Notari s’impone a se stessa, alla stregua di un vasto repertorio di esperienze che inevitabilmente coinvolgono il lettore in un rapporto di empatia, di passione condivisa. Sola virtù per Jacopo Ortis, la compassione si eleva sulle altre virtù “usuraie”, sprigiona la stimmung, circoscrive lo spazio comune del riconoscimento di una stessa finitudine; infine diviene sorgente di un linguaggio attraverso cui è ancora possibile addomesticare il dolore, limitare il senso della perdita, per farci comprendere che in ogni processo di spoliazione avviene una scoperta, anch’essa irreversibile sul piano del vissuto, ma sempre riscattabile attraverso la parola della poesia. […]”

è il corpo il padrone
malato ed irato,
che tira le reti di pesci
morenti, che scuce
i fili tenaci
con l’anima forte
che sola ora piange

Da: La pietà e la paura Tutte le poesie di Luciana Notari, Passigli Poesia – Collana fondata da Mario Luzi –  (euro 30)

Nel libro sono presenti:
Animanimalis Forum Quinta Generazione Forlì, 1991
La vita è nella vita Edizioni del Leone di Venezia, 1994 (Premio “Alpi Apuane” 1995)
Aiuole di città (Premio Nazionale “Tracce” Pescara, 1996)
Il destino della foglia Edizioni Crocetti Milano, 2003
Poesie per San Valentino (Inedito)

PoEtiche, biografia e memoria

Quinta giornata della quattordicesima edizione del festival romapoesia poEtiche, dedicata alla poesia delle donne. Oggi, venerdì 15 ottobre all’ Istituto Statale di G. Caetani di Viale Mazzini 36, dalle 10 alle 12, Florinda Fusco, Giovanna Marmo, Marilena Renda, Silvia Salvagnini incontrano gli studenti.
Dalle 11 alle 13 alla Libreria Empiria di via Baccina 79 si terrà il laboratorio di lettura di poesia ad alta voce / 2. La vocazione poetica con Rosaria Lo Russo. Dalle 15 alle17 laboratorio di scrittura poetica / 2. Buongiorno Poesia con Anna Lamberti Bocconi.
Nel pomeriggio, alla Biblioteca Vaccheria Nardi, di via Grotta di Gregna 27, dalle 18 alle 20: lettura / dibattito ‘Poesia/biografia/memoria’ con Gabriella Musetti, Maria Pia Quintavalla, Lisabetta Serra, Luigia Sorrentino.
In serata, all’ESC di via dei Volsci 159, dalle 20.30 ‘lettura / musica / video’Poetesse & Poete’ con Cristina Ali Farah, Silvia Bre, Antonella Bukovaz, Maria Grazia Calandrone, Elena Chiesa, Tiziana Colusso (con il soprano Carmen Petrocelli), Biancamaria Frabotta, Florinda Fusco, Francesca Genti, Vivian Lamarque, Mia Lecomte, Rosaria Lo Russo, Giovanna Marmo, Francesca Matteoni, Brenda Porster, Jonida Prifti, Ida Travi, Maria Valente. Musica e contaminazioni:[donasonica vs lamusique] Sisterhood is blooming project. Spazio video: Genealogie presentazione di Fragili guerriere (video di Daniela Rossi per romapoesia 2010) e di altri video.

(Nella foto Biancamaria Frabotta)

http://romapoesia.blogspot.com

Umberto Piersanti: il poeta della memoria

“Oggi, se ci fate caso, non ‘è un solo fiordaliso nei campi di grano. Ne ho trovati pochi sulle Cesane, in un campetto vicino a una casa e mi hanno dato il senso di un tempo antico… Attraverso i fiordalisi ho ricordato la mia infanzia e la casa nel fosso, che è alla base della mia poesia. Mi sono anche immaginato che la luce della stella che vediamo oggi in realtà ‘è partita’ qualche migliaio o milione di anni fa. Ecco, la luce di quella stella è come la luce dei miei bei campi, che fissa per sempre in cielo e tra gli alberi della terra, i protagonisti di questa mia antica vita.”

Il video dell’intervista

Piersanti, parliamo di questo suo libro: “L’albero delle nebbie”, uno dei suoi più riusciti. Di quale albero si tratta?

“L’albero delle nebbie è lo scotano un arbusto che viene dai Balcani e ha attecchito solamente nella provincia di Pesaro-Urbino.  Il suo colore rosso acceso è così forte che buca anche la nebbia. Metaforicamente anche la poesia che riesce a bucare le nebbie della vita.”

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