Stefano Benni, “La traccia dell’angelo”

Nello scaffale, Stefano Benni
La traccia dell’angelo
a cura di Luigia Sorrentino

La lotta cosmica
di Nadia Agustoni

L’ultimo libro di Stefano Benni, La traccia dell’angelo (Sellerio 2011), è una storia sull’eterna lotta tra il bene e il male e un racconto sul dolore. Costellato di presenze angeliche, ma si tratta di angeli sporchi perché capaci di mettere le mani sulle ferite degli uomini, ci porta dentro l’inferno della dipendenza dai farmaci con la scrittura del Benni più poetico e amaro. Sembra di scorgervi tracce autobiografiche, e al di là di tutto è il miglior Benni degli ultimi anni che riporta alla memoria Elianto uno dei libri che, nel lontano 1996, riuscì a raggiungere anche chi si era perduto nel cortocircuito della merce. Continua a leggere

Adrienne Rich, poesia e rabbia

Adrienne Rich, di Nadia Agustoni
a cura di Luigia Sorrentino

Poesia e rabbia

La morte di Adrienne Rich, poeta, saggista e femminista americana, come quella di altre figure simbolo dell’intellighenzia radical (Paley, Sontag, Wittig) mancate nell’ultimo decennio, segna la fine di un’epoca; fine che arriva frammentata e in un vuoto che personalità meno affilate riempiono solo parzialmente, anche perché un certo carisma si afferma per l’integrità personale che solo il tempo rivela. Rich apparteneva alla generazione che negli anni Sessanta partecipò alla contestazione dello status quo, e lei madre quarantenne di tre figli rimise allora in gioco l’intera sua vita, sposò le cause del femminismo e dell’antirazzismo, si mobilitò contro la guerra in Vietnam e visse apertamente il suo legame d’amore con una donna, Michele Cliff. Continua a leggere

Nadia Agustoni, “Il peso di Pianura”

Nello scaffale: Nadia Agustoni, Il peso di pianura
a cura di Luigia Sorrentino


Nadia Agustoni lavora in fabbrica, alle presse, alla catena di montaggio e scrive versi. Poesie che uno vorrebbe portare sempre con sé. Capita a volte, che alcuni, rari, poeti parlino una lingua che chiede di essere ascoltata, più e più volte, per non essere dimenticata. La poesia di Nadia Agustoni fa esattamente questo. I versi che scrive vengono da uno spazio più che da un tempo, ed è proprio lo spazio a dettare a Nadia la forma della poesia . Uno spazio in cui  il paesaggio è sempre più importante. Ebbene, la poesia di Nadia sembra rivelarci che anche quando lo spazio che occupiamo è sempre più esiguo, costretto, limitato, si può amare la vita, la si può amare di un amore immenso e respirare di gioia, di riconoscimento.   Continua a leggere