In memoria di te, Pier Paolo Pasolini & video

La notte fra l’uno e il due novembre Pier Paolo Pasolini fu assassinato in un piazzale sabbioso all’Idroscalo di Ostia, vicino Roma. Nei giorni precedenti alla sua morte Pasolini andò prima in Svezia, poi a Parigi per curare l’edizione francese di Salò. In un’intervista rilasciata alla radio svedese Pasolini fa il punto sulla sua produzione filmica offrendo la sua chiave di lettura: “Adesso io ho fatto un film che non so bene perché l’ho fatto che si chiama Salò o le 120 giornate di Sodoma tratto da De Sade e ambientato nella Repubblica di Salò, che sono gli ultimi mesi di vita di Mussolini […] Fatto sta che qui il sesso è ancora usato, ma anziché essere usato, come nella trilogia della vita, come qualcosa di gioioso, di bello e di perduto, è usato come qualcosa di terribile, è diventato la metafora di quella che Marx chiama la mercificazione del corpo. Quello che ha fatto Hitler brutalmente, distruggendo i corpi, la civiltà consumistica… l’ha fatto sul piano culturale, ma in realtà è la stessa cosa.”

IL VIDEO-SERVIZIO di Luigia Sorrentino è stato girato alla mostra d’arte contemporanea in corso a Roma al Palazzo Incontro della Libreria Fandango (Via dei Prefetti, 22) ispirata alla poesia di Pier Paolo Pasolini dal titolo “PPP Una polemica inversa” a cura di Flavio Alivernini: 22 artisti  elaborano creativamente, pur provenendo da generazioni diverse, 11 poesie di Pasolini. Fra di loro alcuni fra i più importanti pittori, scultori e fotografi operanti nel panorama italiano e internazionale.

E’ opportuno segnalare che la voce fuori campo che nel video-servizio legge la poesia “Marilyn” di Pier Paolo Pasolini è di Giorgio Bassani.

Immagine anteprima YouTube

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Spazio Visivo, “Souvenir de Voyage”

Arte e Poesia
A cura di Luigia Sorrentino


Berlino. Sabato 8 settembre 2012

La Galerie Mario Mazzoli presenta la mostra “Souvenir de Voyage” del duo Spazio Visivo (fino al 17 novembre 2012).

Gli oggetti realizzati da Paolo Cavinato e i paesaggi sonori di Stefano Trevisi possono essere intesi come una moderna interpretazione del diorama, ovvero quelle riproduzioni sorprendentemente precise di mondi in miniatura che, nei primi anni dell’Ottocento si trovavano principalmente nei musei. Mostravano scene a sfondo storico: la Parigi del Medioevo, i campi di battaglia di Napoleone, l’uccisione di Lincoln. Scene dunque che ci dovrebbero intrattenere e allo stesso tempo educare dal punto di vista storico. I lavori di Spazio Visivo però sembrano rimandare a qualcosa di diverso, a qualcosa che è a noi piú vicino. Qualcosa di più profondo, che sembra sempre rischioso andare ad esplorare.

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Giampiero Neri, ‘Paesaggi inospiti’

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Vi propongo oggi la recensione di Fabrizio Fantoni scritta per Poeti e Poesie, la rivista diretta da Elio Pecora, sui Paesaggi inospiti  di Giampiero Neri (Lo Specchio)Mondadori.

La poesia  non invecchia. Non è mai troppo tardi per parlarne, soprattutto se si tratta di un poeta singolare e appartato come Giampiero Neri. Dice bene Maurizio Cucchi nella quarta di copertina:  “C’è un grande, maestoso silenzio che avvolge questi Paesaggi inospiti. Una scena che è in prevalenza quella di una natura in cui possiamo osservare il volo e l’ombra, la rapida intelligenza animale, l’impassibile economia che la governa.” Una natura – scrive Fantoni –  segnata da una oscura ed incombente minaccia che grava sulla vita delle creature che la popolano”.

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Julie Polidoro, Confini sfumati

Julie Polidoro Confini sfumati : “Grandi tele dipinte che fluttuano nello spazio senza telaio: non c’è un solo punto d’entrata e un solo punto d’uscita nella percezione del lavoro;  non c’è una gerarchia fissa della visione, ma una gerarchia mobile, come nella vita”.
Julie Polidoro 

La personale dell’artista francese alla Diagonale Galleria di Roma è a cura di Gabi Scardi ed è in mostra da giovedì 19 maggio a giovedì 30 giugno 2011.

Scrive Gabi Scardi “Le opere di Julie Polidoro rappresentano paesaggi: vasti frammenti di territorio dipinti a volo d’uccello e ampi cieli di una luminosità cristallina… pochi colori su tele di lino di grandi dimensioni, e poi appesi come stendardi, questi paesaggi fluttuano al minimo alito d’aria e hanno la spaziosità del cielo, l’essenzialità di un pensiero incarnato, la vaghezza di un volo mentale; hanno l’intensità delle sensazioni e la leggerezza delle nuvole in viaggio.” E prosegue: ” …il suo lavoro è allusivo e digressivo, ma non elusivo. Il suo linguaggio essenziale ha il senso di una meditazione di fronte al paesaggio e alla natura.” Continua a leggere