La scomparsa di Federico Tavan, poeta friulano

Appuntamento

Nota di Alessandro Canzian

Federico Tavan, poeta che insieme a Pierluigi Cappello e Ida Vallerugo rappresentano il meglio della poesia dialettale friulana e, molti saranno d’accordo, italiana. Federico Tavan è morto la notte del 7 novembre 2013, pochi giorni dopo aver compiuto 64 anni. Se n’è andato nel sonno, mentre dormiva, nel suo letto. Aveva voluto tornare a casa perchè forse, similmente agli elefanti, sentiva di essere arrivato alla fine del suo viaggio. Era tornato nella sua Andreis (Pordenone) che pure aveva cantato come centro del mondo e come prigione: Se non scappi diventi Andreis. E Federico Tavan era effettivamente un elefante della poesia e dei racconti della pedemontana pordenonese. Pazzo, esagerato in Continua a leggere

Atelier dedica una monografia a Pierluigi Cappello

Il numero di Atelier di settembre 2013 è interamente dedicato al poeta e scrittore Pierluigi Cappello, un lavoro meticoloso curato da Giovanna Piazza.

Dentro Gerico” di Pierluigi Cappello

Nota di lettura di Maurizio Casagrande

Nel panorama della poesia contemporanea Pierluigi Cappello si può, a buon diritto, inserire nel filone della poesia dialettale, in ragione delle sue pubblicazioni in friulano (Il me Donzel, Mondovì, Boetti, 1999; Amôrs, Udine, Campanotto, 1999). Ben presto tuttavia, percorrendo un itinerario analogo a quello di un Pierro, uno Scataglini o, per restare nei limiti del Friuli ma rovesciando la direzione di marcia, di Villalta, di Giacomini e dello stesso Pasolini, il poeta nativo di Gemona s’è cimentato con il registro della lingua, dapprima con le sillogi Le nebbie (Udine, Campanotto, 1994) e La misura dell’erba (Milano, Gallino, 1998), ora con la raccolta Dentro Gerico edita nella preziosa collana di poesia promossa dal Circolo Culturale di Meduno. Continua a leggere

Pierluigi Cappello, “Questa libertà”

Letture

“Questa libertà” di Pierluigi Cappello, Rizzoli editore, 2013.

Ci sono parole senza corpo e parole con il corpo. Libertà è una parola senza corpo. Come anima. Come amore. Parenti dell’aria e quanto l’aria senza confini definiti, hanno bisogno di qualcuno che presti loro la sua carne, il suo sangue e i suoi limiti perché diventino concrete. In questo libro è raccontata la storia di come una libertà, la mia, sia germinata dai luoghi vissuti da bambino e poi abbia preso il volo dal mio incontro con la lettura. Così queste pagine, nei mesi, sono diventate un’ossessione, la scrittura mi ha torto il collo e ha costretto il mio sguardo nei luoghi felici dell’infanzia o a muovere i miei passi dentro dolori intensi che pensavo di avere rimosso. Mentre ero in ospedale, tanti anni fa, con lo sguardo ostruito dalle sponde di un letto, il dolore stava accucciato in attesa di un nuovo sforzo, pronto ad aggredire. E tuttavia, col tempo, il letto si è Continua a leggere

Fabio Franzin, “Fabrica e altre poesie”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

dalla Prefazione di Giuliano Ladolfi

La solitudine del “cittadino globale”
Dove cercare la vita all’interno della poesia italiana, dove trovare la realtà che stiamo vivendo senza cadere nella cronaca? Tra accademia e conventicole editoriali, tra promozioni e antologie, tra consacrazioni e icone massmediatiche? Il panorama non è certo incoraggiante. Nel frattempo la società cambia completamente aspetto: è finita un’epoca e se ne apre un’altra. Il “villaggio globale” non è un’utopia, è una rete collegata da internet, tv satellitare, cellulari e disastri economici. Popoli interi si disperdono, la tradizione corre il pericolo di essere annullata, si affacciano alla “civiltà dei consumi” nazioni prima sottosviluppate. E si continua a scrivere come se il mondo si fosse fermato all’età romantica.

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