Presentazione “Olimpia” a Roma

Appuntamento

“Siamo colui che se ne va / abbiamo le sue gambe / le spalle, l’incedere veloce / la traccia del saluto / siamo colui che sprofonda / a un passo da noi”. Luigia Sorrentino incontrerà gli appassionati di poesia lunedì a Roma alle 18,30 a Trastevere in via della Luce 5. Si parlerà dell’ultima raccolta dell’autrice: ‘Olimpia‘, edita da Interlinea (2013) . Interverranno il critico letterario Fabrizio Fantoni e Francesco Agresti dell’Associazione culturale ‘Amici del mare’.

Sorrentino approfondisce il tema della morte e il significato profondo che essa ha nella vita di ciascuno di noi. Nello scritto ‘La deformazione’ l’autrice descrive così la Grande Mietitrice: “Sempre di più, il morire. Fluttuando nella sostanza emotiva che preserva e cura, svanisce la memoria di ciò che siamo. La transizione nella morte da vivi, provoca spaesamento. In un grumo di forze distese, avviene lo smantellamento, lo spostamento, l’inversione. Ritorniamo arcaici, al servizio di ciò che siamo stati”. Continua a leggere

Caro insegnante…

Per l’ottava edizione di RITRATTI DI POESIA, la manifestazione che si svolgerà il 31 gennaio del 2014 al Tempio di Adriano di Roma,  gli organizzatori  mi inviano una lettera con preghiera di diffusione. Pubblico il testo integrale della lettera rivolta agli insegnanti che, come leggerete, prevede il progetto di incontro tra gli studenti e un poeta contemporaneo.

Gentile Insegnante,

per l’anno scolastico 2013/2014 desideriamo sottoporLe un progetto di incontro con un poeta contemporaneo dal nome “Caro poeta”. Il progetto prevede: Continua a leggere

Gli U2 ai funerali dell’erede di Yeats, Seamus Heaney

Anche gli U2 , con esponenti del mondo politico e letterario, hanno partecipato a Dublino il 2 settembre  alla messa funebre per Seamus Heaney scomparso il 30 agosto 2013 all’età di 74 anni. Centinaia di persone hanno affollato la scuola del Sacro Cuore per rendere l’ultimo omaggio al Premio Nobel per la Letteratura 1995.

Hanno assistito alla messa anche il presidente irlandese, Michael D. Higgins, anche lui poeta, e il primo ministro Enda Kenny. Seamus Heaney è stato poi sepolto nel cimitero di Bellaghy, il suo villaggio natale, in Irlanda del Nord.

Seamus Heaney, “Lì fui, io nel luogo e il luogo in me”

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A Seamus Heaney
di Luigia Sorrentino

Il 16 maggio 2013 ho incontrato a Roma per un’intervista televisiva per Rai News 24 il poeta Nordirlandese Seamus Heaney, uno dei più grandi del mondo, premio Nobel per la Letteratura nel 1995, in residenza  all’American Academy.  

Nell’intervista che vi ripropongo integralmente, Heaney racconta la sua storia di poeta: durante gli anni Sessanta ha lavorato come insegnante e poi come Lettore alla Queen’s University di Belfast.  Heaney ha specificato che i suoi primi tre libri di poesie sono stati scritti durante quel periodo. Sorpendentemente nell’intervista Heaney ha precisato che nonostante quei suoi primi tre libri, egli non si sentiva ancora poeta, anche se altri gli dicevano che lo era.

Nel 1972 Seamus Heaney lascia Belfast e si trasferisce con la famiglia a County Wicklow, nella Repubblica d’Irlanda. Nella video-intervista il poeta racconta del periodo della guerra e dei Troubles (i disordini) nell’Uslter, l’Irlanda del Nord. Citando il suo predecessore,  William Bulter Yeats, Heaney  ha detto che il “compito del poeta è quello di condensare in un unico pensiero realtà e giustizia“, anche se l’ha definito “un’istruzione impossibile da seguire”.

 
Heaney ha poi fatto riferimento a un altro suo grande predecessore, il poeta polacco Czesław Miłosz, che in una delle sue poesie si chiede: “Qual è il compito della poesia se non riesce a salvare una nazione o un popolo?”

Una risposta diametralmente opposta ma altrettanto convincente secondo Heaney la da’ il poeta russo Joseph Brodsky che diceva: “Se l’arte ci insegna qualcosa è che la condizione umana è privata“.

Secondo Heaney la poesia deve trovare la sua dimensione tra questi due opposti: il porsi costantemente la domanda “qual è il compito della poesia?” e al tempo stesso esprimere la propria condizione umana – privata

E ancora: Heaney nell’intervista ha detto che “la lingua che si parla nell’isola di Smeraldo, in Irlanda, è storia che si è solidificata. Innanzitutto è la storia di una lingua perduta, il gaelico, divenuto dal XVII secolo in poi, l’inglese, ma non solo… anche lo scozzese, con l’arrivo dei coloni presbiteriani sempre nel secolo XVII”.

Il villaggio nativo di Seamus Heaney, in Irlanda del Nord, si chiama Anahorish, (ndr. titolo di una sua poesia contenuta in District & Circle) che in lingua gaelica significa “luogo delle acque limpide”. Ed Heaney era proprio come il suo luogo d’origine, limpido, semplice, disponibile, generoso.

E quando, quasi alla fine dell’intervista, gli ho chiesto se temeva la morte, egli ha risposto: “Penso di non aver più paura della morte. Ritengo che la letteratura mi abbia aiutato. La mitologia mi ha aiutato“.


Seamus Heaney: A Tribute by Karl Kirchwey

Giovanni Parentignoti, “Amara creatura”

Letture

“Amara Creatura” di Giovanni Parentignoti, Casa Editrice Kimerik, 2013

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Il libro parte dal concetto che il poeta deve vivere un rapporto diretto con la realtà, andare in trincea, sentire il dolore e la frustrazione, essere portavoce di urla che la censura subdola odierna nasconde. La poesia deve essere messaggio sociale e non importa se viene colto da venti o da migliaia di persone, al poeta non interessano i numeri perché non è parte integrante di una società basata sull’auditel e sulle statistiche; si parte dall’idea che oggi come ieri l’anticlericalismo è base fondamentale per una lotta atta ad ottenere uno stato laico e libero; segue la condanna delle lotte che vengono utilizzate da associazioni varie per profitto personale senza che in realtà qualcosa cambi nelle condizioni di vita del soggetto da difendere; da vedere le vergognose realtà dei “nuovi lager”, dove ospitiamo extra-comunitari che per fuggire da una terra che li ha relegati a terzo mondo, si trova in una nuove terra che li sfrutta, li dis-integra, li ghettizza e li da in mano alla mafia e alle infrastrutture industriali che abusano dei loro bisogni per spremerli e poi buttarli. La problematica delle carceri: sovraffollati, male organizzati, luogo di morte per decine di condannati sia per suicidio (indotto) che per omicidio.

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