Umberto Piersanti, da “Campi d’ostinato amore”

poesiafestival 13.Lezione magistrale Umberto Piersanti
photo © Serena Campanini-Elisabetta Baracchi

IL PASSATO E’ UNA TERRA REMOTA

a Giulia

no, non tra rossi papaveri
e fiordalisi come l’antica
col velo dentro al quadro
ma alta sugli stivali
nel terrazzo fumi,
e non mi guardi,
poi sul gran verde stesa
quel tuo volto acceso,
e accesi gli occhi
così azzurri e persi,
sei la ninfa riversa
nell’attesa
e la tua bionda carne
m’invade e piega

passano innanzi agli occhi
le figure,
in altri tempi
e luoghi lontani
e persi, tu sotto la cascata
t’infradici i capelli
neri e sciolti
e mi sovrasti
chino sulla roccia

non conosci quei lampi,
non sai i tuoni,
dicono che i soldati
salgono su lenti
dalla marina,
lei siede alla ringhiera
contro i bei vetri,
tu non ricordi il volto,
non sai la veste,
solo quelle ginocchia luminose
che appena intravedi
fra le trine

quando la casa cambi
o la dimora,
salgono le memorie
fitte alla gola,
e se tendi la mano
quasi le tocchi,
ma il muro che le cinge
è d’aria o vetro,
nessuna forza
lo può oltrepassare

il passato è una terra remota
magari non esiste,
non sai dove

Dicembre 2015

 

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Pascoli, “Il gelsomino notturno”

Giovanni Pascoli

E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.

Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento…

È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.

 

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I dieci finalisti del Premio Viareggio

Ecco la rosa dei finalisti che si contendono l’edizione 2021 del Premio Viareggio Rèpaci per la sezione Poesia.

Bajani, Andrea, Dimora naturale, Einaudi
Biagini, Elisa, Filamenti, Einaudi,
Curci, Vittorino, Poesie (2020-1997), La Vita Felice
Deidier, Roberto, All’altro capo, Mondadori
Di Francesco, Tommaso, I rabdomanti. Quattro poemetti, quattro poesie colloquiali e una favola, Manifestolibri
Donzelli, Elisa, Album, Nottetempo
Renda, Marilena, Fate morgane, L’Arcolaio
Santi, Flavio, Quanti (truciolature, scie, onde) 1999-2019, edizioni Industria & letteratura
Sbuelz, Antonella, Chiedi a ogni goccia il mare, ed. Stampa 2009.

La giuria ha selezionato i poeti e i titoli dei dieci libri finalisti, dei quali vi proponiamo un testo tratto dall’opera in concorso.

Da questa prima rosa la giuria porterà in finale tre titoli fra i dieci qui riportati. Solo tre opere arriveranno alla serata finale per contendersi il Premio per la Poesia del Viareggio Rèpaci edizione 2021.

 

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… ancora Piero Bigongiari…

Piero Bigongiari

Sono il mittente, il latore, o chi,
ricevuto il messaggio, non sa aprirlo
o non osa, e rigira tra le mani
il plico oscuro, (forse il suo domani?).
Ho viaggiato seguendo anch’io la rotta
del sole nella immaginaria grotta
del cielo, non foss’altro per udire
lo sciacquío del Pacifico su coste
friabili…

E forse ho creduto
che dinanzi ai miei occhi quasi inabili
lo stesso e il diverso coincidessero.
Dovevo trovare qualcuno, e
non ho fatto che una serie di frecce
indicanti che più in là, forse più in là…

Forse più in là ritroverai la dimora,
la sconosciuta per eccellenza,
la tua di cui non puoi fare senza,
anima, che se qualcuno la sorveglia,
se il tuo essere non è ancora un’essenza.

Smuovi ancora una volta la nidiata
dei fanciulli assiepati sulla soglia.
Entra. O chi entra con te, per te?
Lì troverai chi non può rispondere
a te, forse all’altro. Lì vedrai
l’inutile messaggio necessario
volatilizzarsi nelle tue mani.

Se devi essere dove non puoi essere.
Ma il raggiro è lento, compensato.
Se uno è stato dove non è stato.
È l’amore che ronza come un’ape
vicino al fiore. Il polline è incantato.

Ma il salvatore non si è salvato.

Piero Bigongiari, una poesia da L’eruzione solare della notte, in Dove finiscono le tracce, Le Lettere. Continua a leggere

Il dono, Roberto Carifi

La raccolta di inediti e nuovi componimenti di Roberto Carifi giunge oggi come un dono di raccoglimento di fronte all’esperienza globale dell’incertezza e della perdita. Carifi traccia ora, in contrappunto magistrale, i paesaggi della fiducia e della mitezza quando “la malattia si arrende” alla “parola esatta”, al dire sublime che si spoglia e che perdona.

ESTRATTI

Dopo Auschiwitz nessuno abita più
le ceneri dei comignoli
dei pochi ebrei a righe,
la memoria agisce nel buio,
e non è casa la casa di nessuno

***

La povertà è un miracolo
di queste sciarpe rosse,
la malattia si arrende
quando la ringraziamo
con la rovina dichiarata a bassa voce
mentre codesta lingua non è più straniera
e morte, nel mio tedesco, è una preghiera.

***

L’amore è stato ospite qui
dove colsi un variopinto fiore
che resistette alla guerra
riposarono qui le parole
quella che fu appena pronunciata
senza perché è un filo d’erba.

***

Perché non siete i guardiani del cielo,
perché non lasciate apparire la terra?
Ai rapaci che sorvolano il nord,
che vanno verso sud
con la preda feroce
riemergono con le facce da vivi.

_____

Roberto Carifi (Pistoia 1948) è riconosciuto come uno dei maggiori autori contemporanei per l’originalità e per la vastità della sua opera poetica, per i raffinati scritti filosofici e per le traduzioni di Rilke, Trakl, Bataille, Flaubert, Weil per citare soltanto le più note.

Ha pubblicato numerose raccolte di poesia tra cui Obbedienza (Crocetti, 1986), Amore d’autunno (Guanda, 1998), Madre (Le Lettere, 2011), Il gelo e la luce (Raffaelli, 2015) e Amorosa sempre (La nave di Teseo, 2018).

Con AnimaMundi ha  pubblicato Ablativo assoluto (2021) nella collana di poesia “cantus firmus”.