Una storia semplice, di oggi e antichissima, scandita con i tempi esatti di un teatro popolare, con la perfetta geometria di un tango.
Ma di oggi, tutto e soltanto di oggi è l’esperimento poetico, di voce e di forma, di parola e di sentire: una lunga, potente ballata d’amore e disperazione sulla soglia dell’età, quando si crede di poter ancora essere tutto e si patisce il niente a ogni respiro. Volutamente, sfacciatamente ingenua, una ballata che è teatro della voce e dell’amore, questo sì pieno, sempre vivo, origine costante di un’altra vita dentro la vita, anche di quella più disperata.
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Da: Storia d’amore, di Daniele Mencarelli, Collana Gialla PordenoneLegge, Lietocolle, 2015. Continua a leggere



Quale oroscopo lasciamo scritto quando ce ne andiamo dall’ambulatorio e la grafia della nostra vita resta incisa disegno, traccia, ombra diun corpo, delle sue paure e dei suoi sogni, sui referti diagnostici? Quale diario del tempo registra il foglio traslucido, la foto non del corpo, ma degli organi, dove il corpo è quel dentro, quell’organismo siamo noi, ma dove? Clery Celeste è radiologa, e nella sua poesia si ripete la scena dell’interpretazione di quel disegno di ombre che è sempre la nostra presenza a noi stessi. La traccia delle vene è un titolo che mostra quanto l’evidenza della vita che noi crediamo di saper leggere sia scritta in una relazione non dominabile, dove tra l’io è il corpo si apre una dimensione tanto più oggettiva quanto più inafferrabile.