Vittorio Lingiardi, “La confusione è precisa in amore”

Anticipazione editoriale
“La confusione è precisa in amore”
a cura di Luigia Sorrentino

Dal 19 gennaio 2012 nelle librerie italiane troverete un nuovo gransasso nottetempo (euro 7,00) che propone le poesie di Vittorio Lingiardi, (alcune delle quali già comparse nel volume Il solco delle vene, per le Edizioni del Leone, nel 1992).  Vittorio Lingiardi in questa nuova raccolta per nottetempo conferma la sua voce, ‘ossidata dall’amore’ presente o passato, ma comunque ‘desiderato’ perché perennemente perduto, si tratti della donna amata, del gatto Bebukin, o del bambino che gli ha ‘morso il cuore’. Poesie brevissime, lampi di visioni, o visioni in pillole, di sé e del mondo, in ‘chiunque’ slitta l’amore, ma sempre dall’amore si fugge, sembra ricordarci Lingiardi, un esempio di questa fuga nella brevissima poesia la numero 6 della prima sezione intitolata  Dieci giorni che sconvolsero il mondo.  “Il condannato a morte è fuggito. / In mutande/ spericolando sulla bicicletta”. Continua a leggere

Leopardi tra i libri più interessanti del New York Time

Il New York Times sceglie i 100 migliori libri del 2011 e al sesto posto, in ordine alfabetico,  mette la nuova traduzione annotata dei Canti di Giacomo Leopardi di Jonathan Galassi, già traduttore in America di Eugenio Montale, edita da Farrar Straus Giroux.

I canti di Leopardi nella traduzione di Galassi sono stati indicati dai redattori del New York Times tra i 100 libri più interessanti (notable) del 2011.

Nella foto qui accanto il manoscritto autografo de ‘L’infinito’ di Giacomo Leopardi custodito alla Biblioteca Nazionale di Napoli.

La notizia spicca nella homepage del sito di recensioni letterarie Wuz.it sotto il titolo “I canti di Leopardi che affascinano l’America”.

“Con questa traduzione, Leopardi può finalmente diventare importante per la letteratura americana quanto Rilke o Baudelaire” il giudizio del quotidiano statunitense. Wuz.it commenta sottolineando che “ciò che rende la nuova traduzione di Galassi così eccezionale sta nel fatto che egli capisce, e riesce a rendere, quel delicato movimento di pensiero e di sentimento caratteristico della poesia leopardiana.

New York Time

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Rainer Maria Rilke, Le rose

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Les roses di Rainer Maria Rilke con l’introduzione dell’aprile del 1926 di Paul Valery (Passigli, 2010 €9,90) nelle traduzioni di Sabrina Mori Carmignani, sono “uno stupire, un cedere, un essere travolti”. Ed è proprio con queste parole che Rilke definiva la sua passione per la lingua francese, il sentire estetico che in lui, poeta di lingua tedesca, ma anche fine traduttore di poesie francesi, non poteva non spingere verso la creazione personale. La Francia è per Rilke la Parigi di Malte Laurids Brigge e di Rodin, la Provenza di Cézanne, la lingua di Louis Labé, di Mallarmé, di Valery – tutti tradotti da Rilke – e insieme la lingua del suo ‘eremo’ svizzero di Muzot e del sanatori di Valmont, dove il 29 novembre del 1926 si compirà il suo destino terreno. Les Roses è composto da ventiquattro poesie tutte dedicate al tema della rosa, e scritto in un brevissimo arco di tempo, dal 7 al 16 dicembre 1924, con l’unica eccezione di due poesie aggiunte nello stesso anno della morte. Continua a leggere

Cy Twombly, l’artista del segno

Arte e Poesia
a cura di Luigia Sorrentino

E’ morto martedi 5 luglio a Roma uno dei più grandi artisti dei nostri tempi, Cy Towmbly, americano di nascita ma italiano d’adozione. Le sue opere arrivarono in Italia grazie al contributo di Lucio Amelio che nel 1965 aprì a Napoli, insieme al gallerista Pasquale Trisorio, la Modern Art Agency che ospitò alcuni tra gli artisti più importanti del panorama internazionale, Robert Rauschenberg,  Mario Mertz, Jannis Kounellis, Keith Haring, Andy Warhol e anche Cy Twombly.
Qui accanto vediamo una delle opere di Cy Twombly dal titolo ‘Autumn’ esposte nella prima importante retrospettiva a Roma alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea nella primavera del 2009 in occasione dei suoi 80 anni. Per la Galleria, che possiede un’opera capitale di Twombly (La caduta di Iperione o The Second Voyage to Italy), è l’occasione per celebrare un protagonista del panorama contemporaneo che ha vissuto per più di 50 anni nel nostro paese. In una delle sale venne esposta la versione delle ‘Quattro stagioni’ dipinta da Twombly dopo i sessant’anni,  con i frammenti di poesie di Rainer Maria Rilke e del greco Gheorghios Seferis, utilizzate dall’artista in riferimento alla transitorietà dell’esistenza umana con la ripetizione della frase “Dì addio, o Catullo, alle rive dell’Asia minore”, nel pannello che rappresenta l’estate, e che riecheggia, invece, il tema elegiaco dell’opera. Continua a leggere

Opere Inedite, Bruno Conte

Bruno Conte è un giovane poeta, e anche un ottimo critico di poesia. Ha diciannove anni e vive a Torre del Greco.
Nel 2010 si è iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università Federico II di Napoli. 
Bruno Conte è anche un calciatore (chiunque lo voglia conoscere sotto il profilo sportivo, può trovare in rete le informazioni necessarie). Bruno ha coniugato in sè il famoso motto latino di Giovenale: “Mens sana in corpore sano”.  Per Bruno “il poeta d’oggi deve essere un atleta, allenato alla corsa del mondo. Deve compiere uno slancio. E la parola, la sua voce deve immergersi nella bellezza e nella mutevolezza del mondo.  In questo modo, forse, si potrà  ‘reinventare una speranza’ “, scrive Bruno Conte citando il poeta francese, Yves Bonnefoy.

Bruno Conte non ha fretta di scrivere e pubblicare poesie. Sa bene che ogni qualvolta si tenti di rappresentare con le parole ‘l’intima essenza del poeta’ si dispone di mezzi del tutto provvisori.

Bruno Conte ha già letto Rilke, che gli ha detto: Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere; verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore; confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? Questo soprattutto: si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice «io devo» questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità. La sua vita, fin dentro la sua ora più indifferente e misera, deve farsi insegna e testimone di questa urgenza. […]” Continua a leggere