
Alessandro Anil
Ti hanno condotto i tuoi passi in un luogo aperto,
sul bordo di una strada, hai respirato, oltre il vuoto
di una corsa, l’erba, il richiamo, l’antica scorza di un albero…
Hai lasciato che l’ombra entrasse a gocce
fino all’ultimo sangue, la strana gioia dei margini ti ha seguito
lungo una pendenza… hai atteso, la maturazione lenta del frutto
per immolare il cielo al silenzio, tu… che hai amato
la mancanza e la pienezza nella distruzione
fino al tendersi dell’arco nel suo limite preciso, il corpo flesso
nell’estremo controllo, il grande occhio che mira.