Andrea Zanzotto e il suo gatto, Uttino

Lo apprendo solo adesso, e lo riporto qui perchè mi sembra un particolare non poco importante. Lunedì, il giorno prima che morisse Andrea Zanzotto era morto il suo gatto, Uttino, al quale il poeta era molto affezionato e a cui aveva dedicato belle filastrocche.

Avvertenza
Il testo della poesia di Andrea Zanzotto, qui sotto riportata, è tratta dai Versi giovanili, (nella raccolta Mondadori Andrea Zanzotto Tutte le poesie del 2011 è invece collocata in Appendice, Versi giovanili.)

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Biancamaria Frabotta, ad Andrea Zanzotto

Biancamaria Frabotta, ad Andrea Zanzotto

Alla fine del 1990 il Dipartimento Scuola Educazione mi chiese di dedicare un programma al Canzoniere di Petrarca. Pensai che i migliori lettori sarebbero  stati i poeti. Pregai Zanzotto di leggere la sestina 214 e lui accettò con un assenso sincero, appena un po’ ironico, e ne conservo ancora l’eco dentro di me di quella sua pronuncia dolce e strascicata che rendeva amichevole anche la più ardua sintassi poetica.La sua di moderno e in contrappunto quella dell’antico maestro. A ripensarci oggi arrossisco per l’ardire della mia richiesta, ma la condiscendenza dei poeti è grande, almeno quanto la fiducia che ci ispirano. Tutto passa a questo mondo, ma come vorrei stanotte ripescare quella lontana puntata sull'”ombroso bosco” e riudire, per accomiatarmi da lui, quel meraviglioso ibrido e lo struggimento della sua naturalezza. Ma almeno una terzina si ripresenti, per nostra compagnia, per gioia e per dolore, per consolazione e nostalgia. Una sola terzina colta da quel bosco. “Ma Tu, Signor, ch’hai di pietate il pregio,/ porgimi la man dextra in questo bosco:/ vinca l’ Tuo sol le mie tenebre nove”.

di Biancamaria Frabotta

La camera ardente per Andrea Zanzotto

La camera ardente per Andrea Zanzotto sarà allestita a partire oggi, mercoledì 19 ottobre, presso la struttura sanitaria dell’ospedale di Conegliano Veneto dove il poeta si è spento ieri all’età di novant’anni compiuti proprio il 10 ottobre e rimarrà aperta fino a venerdì mattina.  

I funerali si terranno venerdì alle 15:00 nel Duomo di Pieve di Soligo. Il rito sarà officiato dal vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo.

Elio Pecora, per Andrea Zanzotto

Elio Pecora, per Andrea Zanzotto

Ci si può perdere e sperdere nelle sue poesie, come accade a chi si spinge oltre il limitare di un bosco e sente di uscire dalla propria mente e dal proprio corpo: per lasciarsi in un tempo che non ha ore né giorni e non gli appartiene. Una perdita che è un incantamento. Un trovarsi nella misura dello sterpo, della foglia. Tornare acqua, vento, nuvola.

Accadeva altrettanto nella persona: la voce leggera, cantante, lo sguardo gentile, a momenti ironico. Da quali reami sconfinati di verità e di stagioni veniva quel suo “petel”: balbettio e mancamento, cenno e viatico inconsolato?
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Valerio Magrelli su Andrea Zanzotto

“La caratteristica più notevole di Andrea Zanzotto è stata la sua straordinaria capacità di connettere aperture verso ricerche psicanalitiche, specie di area francese, da un lato, e il suo totale radicamento nel territorio, dall’altro – spiega Valerio Magrelli. “Pensieri, intuizioni desunte da Heidegger o Lacan sono da lui immesse nella riflessione sulla sua terra, sul luogo, sugli orizzonti entro cui sorge la sua lingua. E’ da questo che nasceva la sua attenzione all’ambiente, che lo ha portato anche a impegnarsi più volte in senso ecologista, ma che si univa poi alla ricerca di strade diverse, coll’uso del dialetto, della lallazione infantile e altre sperimentazioni. Sono le due polarità che lo fanno grande e assieme lo rendono tanto difficile”.

A questo “vorrei aggiungere – dice sempre Magrelli – le sue pagine come critico, che ha scritto cose finissime su Antonin Artaud e Henri Michaux, per esempio, sempre attento alla contemporaneità, facendo attraversare tutto dalla sua personalissima ironia sorniona, affabilissima”.