Video, Luigia Sorrentino legge Costantino Kavafis

Luigia Sorrentino legge una poesia di Costantino Kavafis, poeta e giornalista greco, vissuto tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento. Kavafis scrive dall’osservatorio di Alessandria d’Egitto, (in arabo: الأسكندري al-Iskandariyya; in greco: Aλεξάνδρεια; in latino: Alexandrea ad Aegyptum), la seconda città più grande d’Egitto, con una popolazione di oltre 4 milioni di abitanti, che si estende per 32 chilometri lungo la costa del Mediterraneo nella parte settentrionale del paese.

Ma ‘La città’ di cui scrive Kavafis, può essere qualsiasi luogo nel mondo – è un luogo interiore – e per questo rimarrà per sempre nella memoria del poeta.

“Se non puoi la vita che desideri/ cerca almeno questo/ per quanto sta in te: non sciuparla/ nel troppo commercio con la gente/ con troppe parole in un viavai frenetico. // Non sciuparla portandola in giro/ in balìa del quotidiano/ gioco balordo degli incontri/ e degli inviti,/ fino a farne una stucchevole estranea.”
di Costantino Kavafis

http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/02/kavafis.mp4

Stefania Portaccio, ‘La mattina dopo’

Nello scaffale, ‘La mattina dopo’ di Stefania Portaccio
a cura di Luigia Sorrentino

Mi ha molto colpita questo nuovo libro di poesie di Stefania Portaccio, pubblicato nel 2011 con Passigli,  La mattina dopo.
Intanto, per il titolo, molto forte, definitivo, ma anche aperto: qualcosa è già accaduto, la notte è passata. E’ mattina. 
Sette le sezioni e i titoli,  (Aperta a stella, Brodskij di notte, In morte, Onora la madre,  Salvo tutto, Cosa abbiamo fatto) che guidano il lettore “in uno spazio letterario” e a due elementi, il concavo e il convesso, che indicano, con forza e precisione di forma, come vivere la propria vita. L’ambizione del libro, è che, da una parte si soffre – accostandosi alle sezioni che attengono al dolore – ma dall’altra , no, perché dalla lettura si esce ritemprati. I versi delle poesie qui raccolte infatti, imprimono una grande forza, e offrono una riflessione possibile sul come vivere la vita, nel suo presentarsi, concavo e convesso, appunto. Continua a leggere

“Frantumi” con Hirsh, Simenon e Milo De Angelis

VEDI LA NOTIZIA ALLA FONTE: CULT BOOK
Frantumi
  di Stas’ Gawronski, con James Hirsh, George Simenon e Milo De Angelis.
L’intervista a Milo De Angelis la troverete intorno al minuto ventisettesimo. La frase che più mi ha colpito del discorso che De angelis fa sulla poesia è questa: “Andarsene. (n.d.r. l’autore fa riferimento al titolo della sua ultima raccolta di versi “Quell’andarsene nel buio dei cortili”). “Andarsene. Mi piace il suono di questo verso, perché è un verso della vita quotidiana che porta con sé la propria morte. Perché la poesia porta con sé la propria fine e ciò che non porta con sé – poeticamente – la propria fine, non è nemmeno degno di iniziare.”

Milo De Angelis