Addio a Antonio Tabucchi

E’ morto a Lisbona Antonio Tabucchi, il maggior conoscitore, critico e traduttore dell’opera dello scrittore Fernando Pessoa dal quale ha attinto i concetti della saudade, della finzione e degli eteronimi.

Tabucchi era nato a Pisa, il 24 settembre 1943 ed è morto a Lisbona oggi, 25 marzo 2012.

Tabucchi era il maggior conoscitore dell’opera di Pessoa fin dagli anni sessanta, del quale era un estimatore. Lo aveva conosciuto alla Sorbona, e ne era rimasto affascinato al punto tale che, tornato in Italia, aveva frequentato  un corso di lingua portoghese per conoscere meglio l’opera del poeta portoghese.

I suoi libri e saggi sono stati tradotti in 18 paesi, compreso il Giappone. Con María José de Lancastre, sua moglie, ha tradotto in italiano la maggior parte delle opere di Fernando Pessoa, ha scritto un libro di saggi e una commedia teatrale su questo grande scrittore. Continua a leggere

David Grossman a l’Aquila

Incontro con David Grossman

L’Aquila, martedì 27 marzo 2012 ore 18,30

In occasione del terzo anniversario del terremoto che ha devastato il capoluogo abruzzese, lo scrittore israeliano David Grossman, da anni impegnato sul fronte del dialogo e del confronto tra israeliani e palestinesi, sarà a L’Aquila per incontrare il pubblico dei suoi lettori.  

La serata sarà condotta dal direttore di Rai Radio3, Marino Sinibaldi, che lo intervisterà. Grossman ha scritto libri tradotti in molte lingue, è autore di inchieste giornalistiche, saggi e romanzi, di storie per adulti, per bambini e ragazzi.

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Simona Marzano, “Volevo essere una farfalla”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

La cosa più difficile è far capire che cos’è l’anoressia, con quali sintomi si manifesta.  Riesce a farlo capire benissimo Michela Marzano, affermata filosofa e scrittrice con: “Volevo essere una farfalla” Mondadori, 2011 (€17.50).

Michela Marzano è un’affermata filosofa e scrittrice, un’autorità negli ambienti della società culturale parigina. Dalla prima infanzia a Roma alla nomina a professore ordinario all’università di Parigi, passando per una laurea e un dottorato alla Normale di Pisa, la sua vita si è svolta all’insegna del «dovere». Un diktat, però, che l’ha portata negli anni a fare sempre di più, sempre meglio, cercando di controllare tutto. Una volontà ferrea, ma una costante violenza sul proprio corpo. «Lei è anoressica» le viene detto da una psichiatra quando ha poco più di vent’anni.

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