Addio allo scrittore Alberto Bevilacqua

L’Italia ha perso oggi, 9 settembre 2013, uno dei suoi grandi autori contemporanei: Alberto Bevilacqua. Aveva 79 anni. Lo scrittore, regista e sceneggiatore, nonché poeta e giornalista era ricoverato da undici mesi nella Casa di Cura Villa Mafalda di Roma,  dove è deceduto questa mattina alle ore 10.10 in seguito ad un arresto cardiocircolatorio.

Nei mesi scorsi la sua compagna Michela Miti aveva denunciato la clinica, presentando un esposto alla Procura di Roma, in quanto secondo lei Bevilacqua sarebbe stato trattato come un ostaggio senza possibilità di essere trasferito in una struttura pubblica.

Lo scrittore era nato a Parma nel 1934. “Una città – ha scritto Bevilacqua sul suo sito – che è sempre stata divisa in due parti nette, separate da un torrente: la parte degli eredi delle grandi aziende e dei duchi, oggi dei ricchi, titolari dei grandi capitali del mondo economico, e l’Oltretorrente, dove sono nato io, un quartiere povero, specialmente quando ero bambino, ma ricco di genialità. Qui ho assimilato i primi scontri sociali, le prime infamie razzistiche. L’Oltretorrente era di marca anarchica, mentre l’altra parte era bianca, di marca opposta”.

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Ugo Riccarelli vince il Premio Campiello 2013

Appuntamento

Ugo Riccarelli, scomparso lo scorso 21 luglio, vince con l’opera L’amore graffia il mondo (Mondadori) la 51esima edizione del Premio Campiello, promosso e organizzato da Confindustria Veneto. Il romanzo di Riccarelli ha ottenuto 102 preferenze, sulle 289 inviate dalla Giuria dei Trecento Lettori anonimi. Al secondo posto si è classificato Fabio Stassi con il romanzo L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio) con 83 voti. Continua a leggere

Nicoletta Nuzzo, “Grembo”

SUL FILO DELLE PAROLE
di Antonella Giacon

Che si può dire di ciò che ancora non ha forma né contenuto, ma vive ancora come sogno e promessa, sussulto e premonizione? E’ in questo terreno aspro e infido per la sua fugacità che Nicoletta si è inoltrata questa volta con straordinario sprezzo del pericolo. Per poterlo attraversare i suoi passi hanno avuto la necessità di divenire lievi come le piume e al tempo stesso precisi come un maestro d’arti marziali perché ogni svista avrebbe potuto esserle fatale. Mentre leggevo le poesie che con fiducia e affetto mi ha consegnato non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di una ballerina equilibrista che un passo dopo l’altro cammina su una corda tesa a una grande altezza. Chi la guarda vorrebbe fermarla, il rischio è troppo grande, ma al tempo stesso desidera che prosegua perché la capacità di compiere indenne il tragitto rappresenta la prova tangibile della possibilità di superare il limite che la vita fino ad ora è sembrata imporre. Mentre leggevo mi dicevo:” Qui ci vorrebbe qualcuno che capisce di filosofia”, io non sono una filosofa, sono solo una persona che ama la poesia, e con questi soli panni mi sono apprestata ad avvolgere il corpo nudo e mirabilmente indifeso di quest’opera. Questo è il risultato di un dialogo con i versi di Nicoletta che mi hanno chiamato a parlare. Continua a leggere