Letture
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Dall’Introduzione di Gianfranco Lauretano
Probabilmente per Bernardo Pacini la poesia è una questione di tempi: più sono rapidi meglio è. Le immagini, l’eco visiva dei tanti luoghi visitati che qui sono riportati, i fotogrammi della sua Firenze giovane e notturna, decisamente originale, scorrono nei testi senza tanti discorsi. L’unità di tutto è altrove, probabilmente nello sguardo di un poeta per il qualela poesia non è un discorso sul mondo ma un’esperienza compiuta attraverso le parole. La rapidità del dettato viene allora da una verosimiglianza col reale, così come lo vediamo in scena in Séma-phoròs, la poesia iniziale e, dunque, in qualche modo proemiale, da cui è tratto infatti il titolo della raccolta. “La mia fortuna è che so scherzare d’istinto”, attacca il poeta, ma la sterzata non evita la dialettica col pedone che intralcia il passaggio e che rovescia su di lui la domanda. […]
Séma-phoròs
La mia fortuna è che so sterzare d’istinto
Starnazzo al pedone:
“Idiota ma lo sai cos’è il rosso?”.
E riparto paonazzo
non prima
però
di sentire lieve
ma distinto:
“E tu
lo sai
cos’è il rosso?”
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Bernardo Pacini è nato nel 1987 a Firenze. Si occupa di filologia moderna e, in particolare, della poesia di Dino Buzzati e Carlo Betocchi. “Cos’è il rosso” è la sua prima opera di poesia.