Zwölftonfarben – Dodecafonia dei Colori

 

Clariss_Vogel002Martedì 29 aprile 2014 dalle 19.30 inaugurazione di “DODECAFONIA DEI COLORI”, costumi e scene di CLARISSE PRAUN-MAYLUNAS.

Forum Austriaco di Cultura di Roma, (Viale Bruno Buozzi, 113).

La mostra sarà visitabile dal 30 aprile al 3 giugno 2014.

Quanto le opere di Clarisse Praun-Maylunas siano intrinsecamente legate alla musica si evince già dal titolo stesso della mostra: Zwölftonfarben – Dodecafonia dei Colori. Non è quindi un caso che il vernissage sia stato concepito come evento multidimensionale fatto proprio di suoni e colori, elementi tipici, nonché fondamentali per la conoscenza più autentica dell’artista.

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A Jean Clair il Premio “Giuseppe Bonura”

 

PARIS: emission "Esprits Libres" sur France 2‘Avvenire’, il quotidiano nazionale di ispirazione cattolica, in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino, assegna il ‘Premio letterario per la critica militante Giuseppe Bonura’, arrivato nel 2014, alla quinta edizione, allo storico dell’arte Jean Clair, sottolineando come quest’ultimo “nella sua straordinaria carriera ha saputo coniugare erudizione, sensibilità e indipendenza di giudizio, trasformando un’intensa attività di curatore e conservatore in autentico esercizio di critica militante”. Continua a leggere

Emmanuele Francesco Maria Emanuele

 

la_goccia_e_lo_stelo_-_romaLa goccia e lo stelo (LietoColle, 2013) è l’ultima opera di poesia di Emmanuele Francesco Maria Emanuele, poeta. Un’opera che scolpisce fin dal titolo, uno stelo, una pietra a forma piatta, un monolito di epoca etrusca, sul quale appare il volto della persona. Sul viso fatto pietra, una goccia di rugiada – la lacrima del tempo – scivola luminosa, spinta dall’ultimo vento. Lo stelo è la resa del corpo, mostra l’ombra che si avvicina e soffia verso il cielo, quella della persona morta. L’ombra che raggiunge un’altra ombra, per commemorarla, ricorda una delle più belle poesie di Eugenio Montale dedicata al padre, “Voce giunta con le folaghe”. Quando il poeta si reca al sepolcro del genitore, tra giunchi fioriti e vermene, incontra l’altra ombra, disincarnata, e ad essa si congiunge, e insieme, padre e figlio risorgono, scoprorate dal fuoco della vita, si scambiano parole silenziose come quelle che adopera Emanuele nella poesia “Mio padre“: Allo specchio, guardandomi ho visto/ il suo volto/ e col passare degli anni sempre più gli somiglio./ Soprattutto nell’anima/ come la sua sempre pronta/ a dar risposte/ ai bisogni degli altri. Nel riflesso del volto, padre e figlio si ritrovano, nell’Amore che fece le loro forme e le rese somiglianti.  Continua a leggere