“Trattare la neve” cosa può significare? Probabilmente il far sì che la neve si sciolga, torni acqua, sostanza che scorre, che passa, va altrove. Ma è legittimo ipotizzare anche l’intento contrario, vale a dire il conservare, il bloccare, l’adoperarsi per accudire l’inverno, il suo gelo. Trattare è un agire. La finalità di questo agire è tuttavia opaca, ambigua, ambivalente. E ambigua può apparire anche questa scrittura poetica, intessuta di lacerti, racconti sospesi, ipotesi che rimangono tali, contraddizioni irrisolte. Una scrittura poetica che potrebbe rischiare l’intellettualismo, ma che in effetti mantiene costantemente una curvatura lirica. Anche quando cerca di catalogare – dunque di disinnescare con la ragione – ciò che la vita produce in eccesso, il dolore che tutto attraversa (“Grumi. Grovigli. Viluppi. / Senza vie d’uscita. / Con vie d’uscita…”).
Monthly Archives: agosto 2015
Francesco Belluomini, “Intimi riflessi”
Francesco Belluomini è nato a Viareggio nel 1941, vive a Lido di Camaiore. Ha pubblicato quindici volumi di poesia, tra gli ultimi “Occhi di Gubìa” (LietoColle, 2008, poi uscito anche in versione spagnola nel 2009 dal titolo Escobenes a cura di Emilio Coco) e “Nell’arso delle sponde” (Verona 2010). I romanzi “Le ceneri rimosse” (Newton Compton, 1989); “Sul secco di quell’erba” (romanzo in versi, Pagine, 2002); “L’eccidio di SantAnna di Stazzema” (Bonaccorso, 2006); “La finestra sul mare” (Bonaccorso, 2007); “Villa Giulia” (Bonaccorso, 2009). Suoi testi sono stati pubblicati in antologie, periodici e riviste specializzate. Fondatore e Presidente del Premio letterario Camaiore.
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Francesco Belluomini definisce “Intimi riflessi” sommativa dei tempi fuoriluogo il richiamo del sangue, dopotutto disperso da trent’anni: ma lasciare il ritorno di fiamma non è degno di essere stato figlio nella vta familiare; seppure ben lontana nel tempo la memoria soffocata per nascondere l’urlo del dolore… Continua a leggere