Damiano Sinfonico, “Storie”

Damiano_Sinfonico

Prefazione di Massimo Gezzi

Sì, sono tutte così le Storie che state per leggere: tutte composte con lo stesso metro della prima, bella poesia sulla terribile telefonata che arriva mentre si pensa a tutt’altro (a Costanza d’Altavilla, in questo caso, e alle miniature medievali che ne illustrano la vicenda). Sono tutti versi-frase, o quasi, quelli che Damiano Sinfonico ha pazientemente cesellato per arrivare all’importante risultato costituito da questo suo libro d’esordio.

Il verso-frase non ha una storia fortunata, nella tradizione italiana: vi ricorre molto Fortini (ereditandolo anche da Brecht), a cui è impossibile non pensare; lo usano Giudici e qualche altro. Soprattutto, non lo usano frequentemente i coetanei di Sinfonico (classe 1987), di solito più orientati o a un flusso poetico sintatticamente elaborato, oppure a forme ibride, spurie, in cui poesia e prosa si confondono e si sovrappongono.

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Addio al grande fotografo Mario Dondero

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La leggenda del fotogiornalismo mondiale, Mario Dondero, era nato a Milano il 6 maggio 1928 ma aveva deciso di vivere a Fermo. Dondero è stata una delle più originali figure del fotogiornalismo contemporaneo. Tra le sue foto più celebri, quella del gruppo degli scrittori del Nouveau roman scattata a Parigi nell’ottobre del 1959 davanti alla sede delle Editions de Minuit (Nathalie Sarraute, Samuel Beckett, Alain Robbe-Grillet, Claude Mauriac, Claude Simon, Jérôme Lindon, Robert Pinget, Claude Ollier).

Il suo interesse per l’Africa si è manifestato attraverso la collaborazione alle riviste Jeune Afrique, Afrique-Asie, Demain l’Afrique, Roland Topor, Claude Mauriac, Daniel Pennac, Jeshar Kemal.

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Laura Corraducci, “Il canto di Cecilia e altre poesie”

 

canto_di_ceciliaDalla prefazione
di
Francesco Napoli

 

C’è una riflessione fondativa strettamente connaturata alla poesia, in auge in Italia sin da quel famoso Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io”, che, sempre restando alle nostre latitudini, negli ultimi trent’anni circa ha avuto un’incalzante ripresa: la posizione dell’io (…) Non sfugge a questa traiettoria Laura Corraducci alle prese con l’arcaico dilemma sull’io e che con Il Canto di Cecilia e altre poesie sembra aver raggiunto un solido punto d’approdo nel suo cammino.

L’attraversamento dei confini della prima persona singolare si è compiuto ora pienamente nel Canto di Cecilia e altre poesie, come testimonia quel continuo rimbalzo tra l’io e il tu che di volta in volta si scambiano le parti, in un originale flusso di coscienza, superamento sostenuto anche da una più ampia capacità ricettiva che sa raggiungere (ed è raggiunta) dall’altro da sé. La necessità è ora quella di essere una “voce” e non più un’autobiografia in versi: suono e senso finalmente s’innalzano, esattamente come s’innalzò, di fronte all’estremo della morte, la voce di santa Cecilia, quella rievocata in versi da Laura Corraducci nel poemetto eponimo posto nelle pagine conclusive. Continua a leggere

Concerto per Francesco nel carcere di Padova

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Sarà trasmesso in diretta su Tv2000, l’emittente della Conferenza episcopale italiana, alle 12.00 del 13 dicembre 2015, il Concerto per Papa Francesco con I Polli(ci)ni, l’orchestra giovanile del Conservatorio Cesare Pollini di Padova, che si svolgerà dalla casa di reclusione “Due Palazzi” di Padova.

Immagine: Papa Francesco con i detenuti e gli operatori di Padova e di altri istituti italiani, Roma 7 marzo 2015

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Tristano di Robilant

tristano_da_robilantCon la mostra L’immaginazione e il suo doppio, Intragallery (Via Cavallerizza a Chiaia 57, Napoli),  presenta (12 dicembre 2015 – 12 febbraio 2016) l’artista Tristano di Robilant nella sua poliedrica attività, con sculture di vetro, piatti di ceramica e disegni. L’aspetto elegante e maestoso delle sculture che dominano lo spazio della galleria crea un contrasto con le loro irregolari e movimentate superfici che hanno un soffio di incompiutezza e casualità dalle forme rotonde apparentemente semplici e non classificabili. Questo aspetto ambivalente sorprende l’osservatore e rivela allo stesso tempo la fragilità della materia.

I disegni che riportano le stesse forme allo stadio puro, non lavorato, rivelano il percorso formale e intellettuale alla base delle sculture e dei piatti di ceramica. Per Tristano di Robilant la stretta collaborazione con artigiani, con i maestri vetrai di Murano e con ceramisti umbri è fondamentale: sono loro che riportano nella materia le sue idee in opere di una bellezza unica.

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