Il rosa Tiepolo

Giambattista Tiepolo, Scherzo 23, acquaforte

DAL RISVOLTO DI COPERTINA

«Il rosa Tiepolo getta sull’opera del pittore veneziano una luce fulminante, che la fa apparire per quello che essa è, ovvero il riepilogo e l’apogeo, nel linguaggio delle forme, del genio italiano tanto pagano quanto cristiano».

MARC FUMAROLI

«Un libro che ha la forma del suo oggetto».

UMBERTO ECO

«Tiepolo: l’ultimo soffio di felicità in Europa. E, come ogni vera felicità, piena di lati oscuri, non destinati a scomparire, anzi a prendere il sopravvento. Riconoscibile dall’aria che spira senza ostacoli e senza sforzi, come non sarebbe più avvenuto dopo quella volta. In paragone con Tiepolo, la felicità di Fragonard è costruita operando tacite esclusioni. Mentre Tiepolo non esclude nulla. Neppure Morte, che viene accolta fra i suoi personaggi e non si fa troppo notare. La felicità che Tiepolo emana non necessariamente abitava in lui stesso. Può darsi che le abbia detto in molte occasioni di ripassare più tardi, perché al momento doveva finire un lavoro ed era in ritardo». Continua a leggere

Wendy Artin, “Ad Libitum”

Wendy Artin, Temple of Saturn with Parasol Pines, 22″x40″, watercolor on cotton paper, 2018

AD LIBITUM
Wendy Artin, Roma e Tivoli
Statue giganti a carboncino, Seppia, Acquerello. Paesaggi, frutta e fiori

La collezione è presentata da Gurari Collections dal 2 novembre al 9 dicembre 2018

Apertura mostra: venerdì 2 novembre, dalle 18:00 alle 21:00 presso
Collezioni Gurari, 460 Harrison Avenue, South End of Boston (SoWa)

Wendy Artin, Ganges, Piazza Navona, 44″ x 44″, charcoal on paper, 2018

Wendy Artin da anni lavora sulle rovine che si stagliano sotto il cielo di Roma e le porta negli Stati Uniti.

Pochi artisti oggi, si confrontano nella contemporaneità con le divinità fluviali giganti di Piazza Navona. Il lavoro qui in Italia di Wendy,  è una celebrazione del ritorno di  Roma, un luogo di gioia visiva. Continua a leggere

Festival Internazionale di Poesia Civile “Città di Vercelli” 2018

Giampiero Neri

XIV edizione
dal 24 al 28 ottobre

Al maestro della poesia in prosa Giampiero Neri il premio internazionale di poesia civile 2018.

Il Festival internazionale di poesia civile “Città di Vercelli”, ammesso alla UNESCO’s World Poetry Directory e giunto alla sua XIV edizione, ha premiato nelle passate edizioni, fra gli altri, il siriano dissidente Faraj Bayrakdar, la poetessa-biologa Katherine Larson, la candidata Nobel Márcia Theóphilo, l’angry poet Tony Harrison, Lambert Schlechter e Ryszard Krynicki.

Nell’edizione 2018 il premiato alla carriera è il poeta Giampiero Neri, novantenne, tra i decani della letteratura italiana contemporanea. La cerimonia di premiazione giovedì 25 ottobre 2018 con un reading della nuova antologia poetica Non ci saremmo più rivisti (Interlinea). È prevista un’anteprima mercoledì 24 ottobre a Milano, presso l’Università Cattolica, con intervento di Franco Buffoni, introduzione di Giuseppe Langella e Davide Savio.

Fra gli eventi dedicati ai grandi personaggi dell’arte e della letteratura il Festival ha deciso di dedicare una serata in ricordo di Fabrizio De André, venerdì 26 ottobre. Parteciperanno Dori Ghezzi, Giordano Meacci e Francesca Serafini a colloquio con Darwin Pastorin, con proiezioni, musica e targa in memoriam a partire dal del libro Lui, io, noi (Einaudi). Nella stessa data Roberto Cicala presenterà Cesare Viviani, psicanalista e poeta di fama internazionale, in occasione dell’uscita di La poesia è finita (Il melangolo): un incontro-dibattito sulla necessità o meno della poesia nella società contemporanea.

Spazio alle nuove voci emergenti della poesia, che saranno protagoniste sabato 27 ottobre dell’incontro Lyra giovani. Reading di nuove voci della poesia italiana selezionate da Franco Buffoni. Presentati da Franco Buffoni, sarà possibile ascoltare la rivelazione di quest’anno, la giovanissima transessuale Giovanna Cristina Vivinetto (autrice di Dolore minimo) e il poeta-barman di origine albanese Julian Zhara (Vera deve morire). A seguire, Franco Buffoni festeggerà i primi 70 anni d’età leggendo dal suo nuovo libro La linea del cielo (Garzanti). Continua a leggere

Mimmo Rotella Manifesto

L’esposizione, a cura di Germano Celant con Antonella Soldaini, si propone come la più completa ricognizione scientifica sulla produzione di Mimmo Rotella (Catanzaro,1918 – Milano, 2006) nell’anno del centesimo anniversario dalla sua nascita. Il progetto di allestimento della mostra scaturisce dalla configurazione del Salone Centrale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e interpreta lo spazio espositivo come una vasta ‘piazza’ interna circondata da pareti o facciate di edifici: “Tale interpretazione urbana ha sollecitato”, come afferma Celant, “un display che non fosse composto da frammenti, i quadri, con strutture espositive centrali, tipiche delle mostre tradizionali, in cui le opere sono presentate per temi e per momenti, in singoli territori parietali, stanze e sale, ma si integrasse con la piazza, entrandone a far parte. Al tempo stesso, la necessità di proporre un’antologia dove i lavori giungessero a fornire – con estrema ricchezza connessa alla qualità e alla diversità – un ampio spettro dell’estetica di Rotella, comporta una loro presenza numerosa. Mettendo insieme tutti questi elementi – l’aspetto urbano del luogo, la spinta a concretare una retrospettiva con un numero elevato di opere – e considerando il caratteristico linguaggio dell’artista focalizzato sul manifesto, è emersa la concezione di ‘tappezzare’ la piazza e i suoi edifici con sei grandi cartelloni o billboards, dal formato in media 3 x 10 metri circa, come se il pubblico si trovasse a camminare e a fruire dell’opera di Rotella in un contesto cittadino”. Continua a leggere