Anna Achmatova, la poesia dell’assoluto

PAROLE GRANITICHE E RIPOSI ETERNI

COMMENTO DI BIANCA SORRENTINO

Anna di tutte le Russie – risuona nella sua magnificenza l’epiteto che l’adorante Marina Cvetaeva attribuì ad Anna Achmatova, impareggiabile simbolo dell’assoluto poetico ben oltre i confini della pur vasta patria. Durante il periodo più cruento del Terrore staliniano e la prigionia del figlio innocente, la poetessa è in grado di restituire con le parole lo strazio suo e di tutte le madri in fila davanti alle carceri di Leningrado: il sacro requiem che la donna pronuncia si leva come la voce di un intero popolo, stretto in una sofferenza che affratella. Un destino luttuoso colpisce gli intellettuali che non aderiscono in modo acritico ai dettami del regime; ad Anna Achmatova tocca in sorte il saluto inconsolabile ai sodali scomparsi: la parola si fa di pietra, il silenzio urla nella gola e solo la memoria custodisce il valore senza tempo dei suoi versi granitici.
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