Poesie scelte di Gillian Clarke

Gillian Clarke

Quince

I planted a quince for her, completing the ellipse
of fruiting trees – plum, apple, an apricot
grown from a stone – for its colour and grace.
But six weeks after her death, it’s not the bitterness
of quince that has me by the throat again,
but the acer tossing its red hair
under the running skies of May,
the tree whose leaves she untangled
with hands that untangled my hair.

Cotogno

Le piantai un cotogno, completando l’ellisse
di alberi da frutta – susino, melo, un albicocco
nato da un nocciolo – per il suo colore e la sua grazia.
Ma sei settimane dopo la sua morte, non è l’amaro
della cotogna che mi prende ancora alla gola,
ma l’acero che scuote la sua chioma rossa
sotto i rapidi cieli di maggio,
l’albero a cui lei districava le foglie
con mani che a me districavano i capelli. Continua a leggere

La poesia di Juan Vicente Piqueras

Juan Vicente Piqueras

 

 

CONFESIÓN DEL FUGITIVO

Sólo soy feliz yéndome.

No entre cuatro paredes, con sus sendas espadas,
sino entre aquí y allí, una casa y otra,
ajenas ambas preferiblemente.
No puedo ya, ni quiero, estarme quieto.
Ni ahora ni después. Ni aquí ni allí.
En todo caso ahí, donde estás tú,
seas quién seas tú, ponme tu nombre
en los labios sedientos, insaciables.

Yo no soy yo ni puedo tener casa.
No digo ya porque nunca lo fui,
nunca la tuve, siempre fui extranjero
dentro y fuera de mí. Soy lo que no:
el mendigo que duerme bajo el puente
que une mis dos orillas y yo cruzo
sin poder, día y noche, detenerme.

Escribo porque busco, porque espero.
Pero ya no sé qué, se me ha olvidado.
Espero que escribiendo
llegue a acordarme. Insisto en la intemperie.
Sinvivo entre paréntesis
en el espacio vivo y tiempo muerto

DEL FUGGIASCO

Sono felice solo quando me ne sto andando.

Non tra quattro muri, ognuno con le sue spade,
ma tra qui e lì, una casa e l’altra,
entrambe estranee, preferibilmente.
Ormai non posso, né voglio, starmene fermo.
Né ora né dopo. Né qui né lì.
In ogni caso là, dove sei tu,
chiunque tu sia, mettimi il tuo nome
sulle labbra assetate, insaziabili.

Io non sono io né posso avere una casa.
Non dico ormai perché non lo sono mai stato,
non l’ho mai avuta, sono sempre stato straniero
dentro e fuori di me. Sono ciò che non sono:
il mendicante che dorme sotto il ponte
che unisce le mie due rive e io attraverso
senza che possa, né giorno né notte, fermarmi.

Scrivo perché cerco, perché aspetto.
Ma oramai non so che cosa, l’ho dimenticato.
Scrivendo spero
di poterlo ricordare. Persevero nelle intemperie.
Nonvivo tra parentesi
nello spazio vivo e il tempo morto Continua a leggere

Eavan Boland, quando la poesia apre la realtà

Eavan Boland

OUTSIDE HISTORY

There are outsiders, always. These stars –
these iron inklings of an Irish January,
whose light happened

thousands of years before
our pain did: they are, they have always been
outside history.

They keep their distance. Under them remains
a place where you found
you were human, and

a landscape in which you know you are mortal.
And a time to choose between them.
I have chosen:

out of myth into history I move to be
part of that ordeal
whose darkness is

only now reaching me from those fields,
those rivers, those roads clotted as
firmaments with the dead.

How slowly they die
as we kneel beside them, whisper in their ear.
And we are too late. We are always too late.

FUORI DALLA STORIA

Ci sono gli outsider, sempre. Queste stelle –
ferrei segnali di un gennaio irlandese,
la cui luce si formò

migliaia di anni prima
della nostra pena: sono, sono sempre state
fuori dalla storia.

Mantengono la distanza. Sotto di loro rimane
un luogo dove hai scoperto
di essere umana, e

un paesaggio dove sai di essere mortale.
E un momento di scegliere tra loro.
Io ho scelto:

fuori dal mito dentro la storia mi muovo per essere
parte di quel calvario
la cui oscurità

solo ora mi raggiunge da quei campi,
quei fiumi, quelle strade grumi di morti
come firmamenti.

Come muoiono lenti
mentre in ginocchio accanto a loro gli sussurriamo all’orecchio.
E arriviamo troppo tardi. Arriviamo sempre troppo tardi. Continua a leggere

Luigia Sorrentino, da “Inizio e Fine”

Luigia Sorrentino

I

non credeva che le onde
parlassero vicino al canneto
le note più lievi vennero da lì
in un pomeriggio di polvere e vento
l’ultimo giorno di agosto

legava a un filo l’odore della terra
sottraendola alla perdita

la misura più breve guastava
il cuore del tempo

II

per tutta l’estate gli alberi piansero
sangue vischioso
l’occulto si era disciolto sulla corteccia
bruna

venne a renderci omaggio
l’opacità delle cose ultime

l’ultima stagione ci lasciò
in un’angoscia secca
eravamo caduti nell’ordine
della fine

III

la luce opaca preparava
un lago inespresso

raccolta negli occhi
la terra che nessuno possiede
attendeva

pretendeva, dall’inizio alla fine
ogni cosa che vive, il suo nome Continua a leggere

La forza della poesia ai tempi del coronavirus

IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA DI GENOVA LANCIA “POETRY IN SDREAMING”

La forza della parola per andare oltre paure, incertezze e isolamento causate dall’emergenza coronavirus, sfruttando l’efficacia dei social. Il mondo della cultura e della poesia hanno deciso di riunirsi, anche se solo virtualmente, per lanciare un messaggio forte in un periodo molto complicato per l’Italia, Genova e la Liguria.

E l’appello è partito proprio da Genova, dove il Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” e il suo direttore artistico Claudio Pozzani hanno lanciato il progetto Poetry in sDreaming. Un’idea che inizialmente era nata come anteprima al 26esimo Festival Internazionale di Poesia, in programma a Genova dal 5 al 14 giugno 2020, ma che in questo momento di tempo sospeso e rapporti rarefatti diventa quanto mai importante e simbolica.

Stiamo invitando poeti da tutto il mondo a mandarci un loro video in cui recitano una poesia – spiega Claudio Pozzani, direttore del FestivalCon questa iniziativa vogliamo ribadire l’importanza di questa forma d’arte come veicolo di emozioni e conoscenza, come dialogo tra culture, come ricerca costante di nuovi mondi possibili”. E così l’appuntamento è sulla pagina Facebook “Parole Spalancate”, con letture di poeti da tutto il mondo che verranno proposte ogni lunedì e venerdì mattina alle 9, a partire da venerdì 13 marzo. Continua a leggere