Vincenzo Galvagno, “Ablativi assoluti”


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Nello scaffale

Nota di Vincenzo Galvagno

Gli ablativi assoluti scontano una loro particolare solitudine. Sono “sciolti”, fanno costrutto a sé, nemmeno sono imparentati con il flusso principale del discorso, qualsiasi esso sia. Esprimono spesso un “a priori”, qualcosa che è fondante e di cui insieme si può fare a meno, ma che necessita poi di una propria “destinazione”, o destino; l’ablativo assoluto metafora dell’individuo. Questo il senso del titolo della silloge che al suo interno si divide in tre parti.

Nella prima parte, dal titolo “Poesia e verità”, le citazioni bibliche, che fanno da titolo ai singoli componimenti, s’intrecciano con le storie dei personaggi dell’iliade dando vita ad un sistema metaforico; il comandamento di un dio oscuro come un oracolo, ironico, poiché già sa che l’individuo non può obbedirgli e dovrà seguire il proprio destino. Il significato ultimo della spinta eroica viene ribaltato, anzi rivisto, rendendo il Dio della bibbia poco più che uno “zeus” e il personaggio omerico uomo comune. Continua a leggere

I “Canti Orfici” cent’anni dopo

 

campana_foto[…] “venuto l’inverno andavo a Firenze al Lacerba a trovare Papini che conoscevo di nome. Lui si fece dare il mio manoscritto (non avevo che quello) e me lo restituì il giorno dopo e in un caffè mi disse che non era tutto quello che si aspettava ma che era ‘molto molto’ bene e mi invitò alle Giubbe rosse per la sera… per tre o quattro giorni andò avanti poi Papini mi disse che gli rendessi il manoscritto ed altre cose che avevo, che l’avrebbe stampato. Ma non lo stampò. Io partii non avendo più soldi (dormivo all’asilo notturno ed era il giorno che facevano le puttane sul palcoscenico alla serata futurista incassando cinque o seimila lire) e poi seppi che il manoscritto era passato in mano di Soffici. Scrissi 5 o 6 volte inutilmente per averlo e mi decisi di riscriverlo a memoria…”

Dino Campana (1913) Continua a leggere

Amelia Rosselli

ameliarosselli_meridianoLetture

Il Meridiano Mondadori uscito nel 2011 contiene l’intera opera poetica di Amelia Rosselli. Nella raccolta d’esordio, “Variazioni Belliche”, emergono già i tratti costitutivi della sua poesia, nella quale prende corpo una struttura metrica chiusa per contenere un’esperienza del mondo lacerante, tragica. La tensione sperimentale si allenta nel secondo libro, “Serie Ospedaliera”, in cui la Rosselli si cimenta in un difficile dialogo con i modelli letterari. Con “Documento” si entra in una stagione nella quale emerge una sofferta condizione esistenziale. L’impegno letterario tuttavia non si interrompe: da “Primi Scritti” a “Sleep” viene confermato un lavoro senza discontinuità in cui la traduzione ­ documentata nel Meridiano ­ spesso surroga il venir meno della scrittura creativa.

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In memoria di te, Andrea Zanzotto

zanzotto1Andrea Zanzotto

“La casa di mia nonna si trovava proprio a metà della strada che conduce dalla casa della mia famiglia all’asilo infantile. Da bambino fui particolarmente legato alla nonna paterna. Le rime di Ariosto e Tasso che era solita recitarmi, secondo le abitudini di una cultura, tra popolare e classica, tipica dell’ambiente veneziano, intercalandosi e, quasi, fondendosi con il dialetto di Pieve, comunemente parlato in casa, comportarono in me una percezione fantasiosa delle parole. Ho appreso precocemente il linguaggio, anche in virtù della musicalità e del ritmo caratterizzanti le innumerevoli filastrocche che mia nonna era solita recitarmi. La nonna aveva lavorato come cameriera personale di una principessa dei Collalto, seguendola anche a Vienna: la sua era una cultura da autodidatta, ma alimentata da un’ardente curiosità nei

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L’addio al poeta Pierluigi Bacchini

bacchini_pierluigi01Il cantore della natura e dell’uomo nato a Parma nel 1927, aveva ricevuto il premio Viareggio nel 1993 con la raccolta ‘Visi e foglie’ gli fu conferito all’unanimità il Premio Viareggio per la poesia. Se n’è andato a 86 anni il 5 gennaio 2014. Aveva interrotto gli studi di medicina per dedicarsi, abbastanza giovane, alla poesia, esordendo nel 1954 con la raccolta intitolata ‘Dal silenzio d’un nulla’. Nei suoi versi ha sintetizzato Letteratura, Scienza e Storia, unendo rigore razionale e tensione lirica, in un’esperienza poetica che tratta la Natura e l’Uomo con rigore d’analisi e potenza visionaria. Abitava sulle colline di Medesano, in provincia di Parma. Continua a leggere