Io vado destinata a un sentimento
che ha la forma del parco che ora vedo,
e ciò che vedo è il viale in cui l’inverno
è rami, pietre, acqua, tramontana,
e passi di una donna che cammina.
Ma per come procede e come leva
lo sguardo secolare sulle foglie,
lei è la specie, a lei torna la rima
nella quale riposa il mondo intero –
così la qualità del giorno vaga
continuamente tra le parole e il cielo.
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La poesia di Chandra Livia Candiani

Chandra Livia Candiani
Tu, prossimo o lontano, proprio tu
COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO
La poesia di Chandra Livia Candiani è diretta, rapida, come una freccia. Non indugia nella traiettoria che compie per arrivare al bersaglio. La sua voce irrompe dal silenzio della stanza, una cosa viva, che colpisce con estrema precisione, al centro, penetrando uno spazio interiore e profondo che appartiene a ognuno di noi. Ascoltando e leggendo le sue poesie si ha la sensazione che a prendere la parola sia una bambina che però ha la sapienza di una vecchia. Una bambina che ha la consapevolezza che qualcuno le ha fatto del male quando le ha rubato l’infanzia. Eppure Chandra ha nascosto di quella età – forse in fondo a un cassetto, in un baule, in una credenza – lo stupore, la meraviglia, l’urlo della bambina. A volte c’è proprio il grido nei suoi versi, così come altre volte, c’è una parola sussurrata all’orecchio complice di chi vuole finalmente ascoltare.
ESTRATTI
“Nel mondo ci sono i suoni.”
Ah sì?
E qualcosa li accoglie
e li abbandona?
Vie di mare,
perdute e abissali.
L’universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa così:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.
da: La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014 Continua a leggere
Fiori, il poeta dalla voce precisa

Umberto Fiori
Coro (da Esempi, 1992)
Ai tavolini del bar
con l’ultima luce
la gente stava al fresco
a dire la sua.
Tutto il discorso in aria
per un attimo
erano solo le voci.
Inventate, sembravano.
Sembravano quelle che un matto
si trova in bocca
quando all’incrocio
grida e risponde
chiede scusa e dà ordini,
tutto da solo.
Lì intorno
non capiscono bene
ma appena sono
davanti a lui che si sbraccia,
subito cercano la faccia di qualcun altro,
e la trovano.
Ecco – così anche ora, con le cose
che ci sono da dire
vorresti dentro
voltarti, trovare la voce:
come all’incrocio
si incontrano i curiosi.
Poi via, come loro.
Stare in un momento
con la voce precisa.
La voce sola, buia, che in un punto
ha più occhi di un coro. Continua a leggere
Sergio Solmi, la misura del verso

Sergio Solmi
La vita sbaglia i tempi, i modi, perde
gli appuntamenti e ride
pazza sotto la benda. Il vento asciutto
di marzo spegne i richiami, la sua
logica regge solo il filo d’erba,
la nube in cielo, il futile incresparsi
dell’onda, ma l’informe anima ignora.
Pure, a fil d’orizzonte, oggi è perfetta
la lieve sfera del mattino, bolla
felice d’aria, il tempo è in alto asceso,
più non stride l’antica
macchina di dolore, oggi che un pigro
aeroplano ronza a fior del prato,
riposa nel bicchiere sulla pietra
un vino troppo dorato e svanito,
e a me giunto stavolta inaspettato,
spirito vagabondo, quando il sauro
è balzato, salpata
la bella nave dai palvesi alzati
per entro la brumosa lontananza,
come in un soffio, tu mi sei vicino.
(1945) Continua a leggere
Maurizio Cucchi, presentazione a Milano

Maurizio Cucchi
Lunedì 13 maggio 2019 ore 21.00 alla Casa della Cultura di Milano, Presentazione del libro SINDROME DEL DISTACCO E TREGUA di Maurizio Cucchi (Mondadori Editore, 2019)
Intervengono oltre all’autore:
Roberto Mussapi
Salvatore Vec
Modera:
Marina Corona
Dalla sezione FELICITA’ FRUGALE
E allora ho pensato a un personaggio, con un bisogno
crescente di viva frugalita`, di ritrovata manualita` a contatto
diretto con le cose. Cosi` ne ricordavo l’ambiente e le
occupazioni:
Attorno, nei pochi metri quadri,
operazioni al sole.
Con cura elementare alle patate, ai pomodori.
Muovendo col badile, dissodando
osserva con ribrezzo il guizzare di grossi lombrichi,
rossi, disperati. Non lontano le fragole
mature, spettacolari in primavera e ciuffi interi, grappoli
dolcissimi di ribes, a confine… Continua a leggere