“Poeti da riscoprire”, Aldo Palazzeschi

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni
con la collaborazione di Luigia Sorrentino


Palazzeschi e il cuore dimenticato

di Paolo Febbraro

Palazzeschi poeta dimenticato? No, certo. È uno dei più letti del Novecento, il suo Incendiario del 1910 è quasi il simbolo della poesia d’avanguardia italiana e nelle antologie scolastiche non manca mai la celebre canzonetta E lasciatemi divertire! Fino almeno dalla metà degli anni Settanta dello scorso secolo, appena avvenuta la scomparsa dell’autore fiorentino, la critica si è accanita a sottolinearne l’appartenenza alla sensibilità crepuscolare o a quella futurista. Analisi formali, psicoanalitiche, d’ambiente letterario (la Firenze di Papini e Soffici, l’amicizia epistolare con Corazzini, il lungo sodalizio con Marino Moretti, la predilezione per Govoni) hanno accerchiato il “carissimo Aldo”, cercando di espugnarne la paradossale “intima teatralità”. Continua a leggere

“Poeti da riscoprire”, Dario Bellezza

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni
con la collaborazione di Luigia Sorrentino

«La fine dell’amore dopo l’amore». Su Dario Bellezza
di Roberto Deidier

Ogni ossessione genera contrasti, più o meno feroci o invasivi: si viene sempre a creare una pericolosa terra di nessuno tra il dominio del principio di realtà e le spinte centrifughe di un principio opposto. Qualche volta riusciamo a identificare questo secondo principio in un piacere costantemente inseguito (e guai se si dovesse realizzare…) o in una pulsione indefinibile, che comunque devia la nostra percezione del mondo e fa del nostro vivere una dimensione intimamente ambigua. Nei versi di Dario Bellezza questa tensione è palpabile: la si avverte già nella cantilena del ritmo, nei componimenti più ampi, e in un nervosismo finanche arcaico della sintassi che informa di sé tutta la poesia di quest’autore. Il campo che si disegna è delimitato non solo dalla realtà, da un lato, e dall’altro dalla finzione – ciò che semplificherebbe sia il ruolo del lettore e il compito dell’interprete, sia la dinamica stessa dell’officina di Bellezza – ma anche dal modo in cui la realtà quotidiana è filtrata dall’esperienza ancor prima che dalla scrittura; infine, a chiudere questo spazio letterario così fascinosamente ombroso e asfittico, è la proiezione dell’io lirico come protagonista di un teatro della passione erotica, l’amletica rappresentazione di sé tra retaggio cattolico, abito piccolo-borghese, trasgressione e rottura degli schemi sociali precostituiti. Continua a leggere

“Poeti da riscoprire”, Primo Levi

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni
con la collaborazione di Luigia Sorrentino

Primo Levi, un poeta ad ora incerta

di Paolo Febbraro

Primo Levi è stato uno scrittore molto attento alla piacevolezza di ciò che pubblicava e al divertimento sperimentale dello scrivere. Forse questo è avvenuto perché Levi non è stato un letterato di professione. Della Chimica e di Auschwitz: di questi due elementi privi o poveri di tradizione letteraria Levi ha dovuto farsi interprete, per rendersi testimonianza nell’unione possibile fra l’attività che si compie ogni giorno e ciò che si è subìto una volta per sempre. Continua a leggere

Valter Binaghi, “Melissa, la donna che cambiò la storia”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Valter Binaghi. Melissa la donna che cambiò la storia.
Newton Compton 2012

di Nadia Agustoni

Il romanzo racconta la vita di una donna filosofa della scuola di Pitagora. La sua vicenda comincia a Crotone mentre il maestro è ancora vivo e lei giovane aristocratica è ammessa alle sue lezioni con poche altre donne. Una congiura porta all’eccidio dei pitagorici presenti a Crotone e la vita della giovane cambia. Conosce prigionia, stupro e schiavitù, ma ha nella cattiva sorte, il conforto di un’altra donna della sua stessa scuola, che più avanti nell’apprendimento della filosofia saprà infondergli la saggezza e il coraggio necessari per guardare alla propria vicenda con distacco. (…) Continua a leggere

Giovanna Bemporad, poeta controcorrente

Nello scaffale, Giovanna Bemporad
a cura di Luigia Sorrentino

Giovanna Bemporad, un poeta classico e controcorrente
di Gabriella Sica

Giovanna Bemporad, il poeta che viveva di notte, tutta genio e silenzio, che non amava la “fredda alba aborrita”, se ne è andata in punta di piedi, con delicatezza e pudore, come nel suo stile, all’alba del 6 gennaio, una domenica d’epifania, dell’attesa rivelazione di quella morte annunciata già da ragazza quando incredibilmente scriveva versi come “Mia compagna implacabile, la morte / persuade a lunghe veglie taciturne”, oppure “Veramente io dovrò dunque morire”, la poesia che le hanno letto qualche ora prima della fine. Continua a leggere