La terra degli addii

Ciro Tremolaterra

QUANDO IL POSTO SI SVUOTA

COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO

“Amorevolezza” ( IOD edizioni, 2017) è la raccolta di poesie che mi ha portato in dono Ciro Tremolaterra, una persona distinta, dotata di rara gentilezza. Nel libro di poesie che portava con sé c’è tutta la sua vera natura umana, l’ amorevolezza, autentico tesoro. Versi dedicati prevalentemente alla madre scomparsa. La malattia della donna però è solo il pretesto per entrare in una dimensione esistenziale che illumina la sofferenza del mondo.  Lo sguardo è sul tramonto. Si sta seduti nella terra degli addii e il vedere è silenzioso. La partenza della persona amata è negli occhi amorevoli del figlio che guarda e registra ogni piccolo segno, senza fare domande, né alcun inventario, perché non sa che cosa sta cercando lì, non sa che cosa troverà in quel posto.

 

RALLENTA

Rallenta sempre quando sei di fronte
alla rabbia, alle voci che feriscono
o finiscono in questo vento lieve
(e guarda in alto se può farti bene).
Pensa alle cose semplici e spontanee
al sole amico, continuando piano
svanisca del maltempo la paura
che ti trascina. Non stancarti invano. Continua a leggere

Per favore non dite niente

Salvatore Toma nel bosco il 9 giugno 1969

Da Canzoniere della Morte (Einaudi, 1999)

È un innato modo di fare
questo mio non accettare
di esistere.
Non state a riesumarmi dunque
con la forza delle vostre certezze
o piuttosto a giustificarvi
che chi s’ammazza è un vigliacco:
a creare progettare ed approvare
la propria morte ci vuole coraggio!
Ci vuole il tempo
che a voi fa paura.
Farsi fuori è un modo di vivere
finalmente a modo proprio
a modo vero. Continua a leggere

Piero Bigongiari, l’amore dentro

Piero Bigongiari

Tempesta

(da Rogo, 1952)

 

Forse è questa l’ora di non vedere
se tutto è chiaro, forse questa è l’ora
ch’è solo di sé paga, ed il tuo incanto
divaga nell’inverno della terra,
nell’inferno dei segni da capire.
Ma non farti vedere dimostrare
ancora le tue formule, è finita
l’orgia dei risultati rispondenti
alle cause. Sei sola, batti i denti
accosto ai vetri nevicati, tetri.
Divergono in un morbido riaccendersi
d’altro sangue i destini che ci unirono.
Tu li ricordi come – in queste tarde
ore che riscoccano dalla pendola –
in un fuoco di tocchi, in un orrendo
scatenarsi, dai tuoi armadi, di bambole.
La nostra vita, catturata, vedi,
mentr’era armata solo di silenzio,
come dai parafulmini ridesti
da un lampo, trova il filo da seguire
per non morire restando se stessa.

 

Pietà

(da Antimateria, 1972)

 

L’amore non fa un passo, ti è d’intorno,
tu intorno a lui, l’amore non fa un passo,
ti è dentro, ma tu sei dentro di lui
e tocchi la rugosa realtà
con mano liscia, alterna, imprevedibile.

Hai l’occhio che s’accentua del guardato
universo, ma l’universo è un occhio
che mi guarda, mi guarda e mi destina:
si fonde, vedi, questa altra mattina
in un punto perché quello io non sia,

ma tutto sia quel punto, tutto sia.
Amica delle mie notti, mia amica
e nemica, distingui, scegli il passo,
avanza del tuo occhio a mezzo, intenso
in questo intero ch’è solo metà. Continua a leggere

Silvio Ramat, da “Corre voce”

Padova 07 giugno 2008 foto ©Michela Gobbi
Selezione cinquina Premio Campiello

NELLA CONCHIGLIA

Al tempo delle candele, dei lumi
a olio, della rara acqua corrente,
chissà se sarei stato io
pienamente:
viaggiare, amare e, all’occorrenza, scrivere
(in un poeta rimava con vivere),
guarire dalle subdole infezioni?

Oggi, chi fa il Camino di Santiago
trova l’antico, inventa l’emergenza.
Ago filo un ricambio, ed è fin troppo
corredo per quei sentieri divisi
dalle arterie che pulsano ai motori.
Nella conchiglia si sentono i cuori. Continua a leggere