L’essenzialità luminosa della poesia

COMMENTO DI NADIA AGUSTONI

La nuova raccolta di poesie di Francesco Balsamo è di un’essenzialità luminosa anche nel non concedere alcunché al sentimentale. Versi scavati di grande misura stilistica, in sintonia col lavoro precedente di un autore che è artista a tutto tondo ed è uno dei pochi capace di usare, oltre alla parola, la matita.

Il connubio poesie e disegni non potrebbe essere più felice. Si ha l’impressione di attraversare un paesaggio onirico, con richiami a tratti cinematografici (l’ultima Agnès Varda), ma sicuramente vicino alle immagini del miglior fumetto (penso sopratutto a un’autrice come Carol Swain con la sua vicinanza agli esseri più feriti, siano umani o animali, fino a trascriverli l’uno nell’altro); è infatti su questo confine umano/animale luce/ferite/ferirsi, che i testi si raccolgono e si fanno traccia di un percorso di una sensibilità lucidissima. Continua a leggere

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Kavafis, il poeta che si rivela in un’opera imponente e necessaria

Novità editoriale. La casa editrice Donzelli Pubblica un’opera “necessaria” nel panorama poetico mondiale: l’intera opera poetica di Konstandinos Kavafis nella traduzione di Paola Minucci.

Il volume, imponente, contiene più di 700 pagine scritte da Kavafis nel corso della su vita, corredate da note curate dalla stessa Minucci.

Molte liriche venivano conservate “segretamente” dal grande poeta greco, tanto che la curatrice ritiene che questo suo modo di procedere “seppellendo” le poesie, forse è la parola chiave per una attenta rilettura di tutto il percorso artistico di Kavafis.

 

Perché così silenzioso? Interroga il tuo cuore:
quando ci allontanavamo dalla Grecia
non gioivi anche tu? Perché ingannarsi? –
questo non sarebbe degno di un greco.

Accettiamo la verità una volta per tutte:
siamo Greci anche noi – cos’altro siamo? –
ma con amori ed emozioni d’Asia

Konstandinos P. Kavafis

La fama di Konstandinos P. Kavafis (1863-1933), uno dei maggiori poeti del Novecento, è stata fino ad oggi affidata quasi esclusivamente a 154 poesie, tra le quali troviamo ad esempio i versi di “Itaca” o quelli di “Aspettando i barbari”. Sono le poesie che Kavafis aveva destinato alla pubblicazione, sottraendole al continuo lavoro di riscrittura che caratterizzava il suo processo creativo. Continua a leggere

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Luigia Sorrentino, “Lo slancio della rosa”

Luigia Sorrentino

Lo slancio della rosa

il silenzio della rosa, della pace ferma
nel gomito sulla fronte di aprile
nascesti imperlato nella casa doveva essere
l’ultima in una primavera in cui fummo
davvero soli
portavamo lo stesso sangue
la stessa cellula che fu accanimento
accadimento anche precoce
la meraviglia era voce che spariva nella stanza
voce lenta
dove rimbombava la rosa
stesa nella domenica

non ricordo l’esattezza del timbro
né il carnevale che provavo in quella stessa ora Continua a leggere

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Milo De Angelis, “Ce soir tourne la veine”

Questa sera ruota la vena
dell’universo e io esco, come vedi,
dalla mia pietra per parlarti ancora
della vita, di me e di te, della tua vita
che osservo dai grandi notturni e ti scruto e sento
un vuoto mai estinto nella fronte, un vuoto
torrenziale che ti agitava nel rosso dei giochi
e adesso ritorna e ancora ritorna
e arresta la danza delle sillabe
dove accadevi ritmicamente e tu
sei offeso da una voce monocorde e tu
perdi il gomitolo dei giorni e spezzi
la tua sola clessidra e ristagni e vorrei
aiutarti come sempre ma non posso
fare altro che una fuga partigiana da questo cerchio
e guardare il buio che ti oscilla tra le tempie e ti castiga,
figlio mio.

Ce soir tourne la veine
de l’univers et moi je sors, comme tu le vois,
de ma pierre pour te parler encore
de la vie, de moi et de toi, de ta vie
que du fond des grands ciels nocturnes j’observe et je scrute
et je sens dans ton front un vide invincible, un vide
torrentiel qui t’agitait dans la flamme des jeux
et maintenant revient et encore revient
et immobilise la danse des syllabes
qui donnait son rythme à ta présence, et tu
es affligé d’une voix monocorde et tu
perds la pelote des jours et tu casses
ton seul sablier et tu stagnes et je voudrais
t’aider comme toujours mais je ne peux
rien choisir d’autre qu’une fuite partisane à partir de ce cercle
et regarder le noir qui oscille entre tes tempes et te punit,
mon fils.

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