La Collana gialla, un nuovo sodalizio : Pordenonelegge e Samuele Editore

Gian Mario Villalta, Valentina Gasparet, Alberto Garlini, Curatori di Pordenonelegge – immagine adnKronos

Ritornano a settembre gli appuntamenti con le novità editoriale di pordenonelegge: la collana Gialla e la collana Gialla Oro, rinnovate in tutto, grazie alla nuova collaborazione con Samuele Editore.

Le Collane Gialla e Gialla Oro, progetto editoriale di pordenonelegge e Lietocolle che negli anni si è consolidato ottenendo attenzione e consenso, rilancia con profonda convinzione la propria idea di cultura e poesia all’interno della nuova collaborazione con Samuele Editore. Il progetto della Gialla ha per anni accolto voci di autori già conosciuti da chi segue la vicenda attuale della poesia, considerandoli testimoni del panorama nazionale. Il progetto della Gialla Oro ha invece proposto opere di autori che avevano già trovato riconoscimento e che in questa Collana hanno confermato il loro desiderio di dialogo e condivisione.

Un’amplificazione della vocazione coltivata da pordenonelegge nel corso di numerosi anni: il dialogo, l’incontro, la ricerca di quella condivisione come vero luogo della parola e vera distanza, che sempre di nuovo si azzera e si ricompone, tra il poeta e il lettore. Condividendo il progetto pordenonelegge e Samuele Editore aprono una nuova stagione, fiduciosi nell’energia di un nuovo inizio. Un nuovo dialogo, un nuovo fare, nella
traccia di un percorso assodato che si incammina verso una nuova avventura in poesia. Continua a leggere

Torna la poesia a Spilimbergo

C  O  M  U   N   I  C  A  T  O      S  T  A  M  P  A  

Dopo il grande successo del Festival della Letteratura Verde il secondo momento letterario che da tre anni accompagna l’estate della provincia pordenonese: Panorami Poetici.

 

Nato dall’incontro della Samuele Editore con il Comune di Spilimbergo, per la direzione artistica di Alessandro Canzian e Roberto Rocchi, il festival viene ospitato quest’anno da Palazzo Tadea e nella sua straordinaria cornice vedrà succedersi poeti da tutta Italia per letture, presentazioni, dialoghi.

 

Alle 16.00 l’inaugurazione dell’Edizione 2021. Alle 16.30 la prima tornata di dialoghi e letture con Elisabetta Zambon, Fulvio Segato, Matteo Piergigli introdotti da Roberto Rocchi. Alle 17.00 Alessandro Canzian presenterà “L’antro siel del mondo” di Ivan Crico (pordenonelegge, 2019). Alle 17.30 Roberto Rocchi introdurrà Giovanni Fierro e Rossella Pretto. Alle 18.00 Rodolfo Zucco presenterà “Alter” di Christian Sinicco (Vydia Editore 2020). Alle 18.30 Alessandro Canzian introdurrà le letture di Beppe Cavatorta, Giuseppe Nava, con l’eccezionale partecipazione di Claudio Damiani. Alle 19 verrà presentato e leggeranno gli autori del contest Vetrine Poetiche. Alle 19.30 la chiusura del Festival con la performance poetica BIL in motion di Martina Campi, Mario Sboarina, Francesca Del Moro, Enzo Campi, Alessandro Brusa (Bologna in Lettere). Continua a leggere

“Il Condominio S.I.M.”, finalista al Premio San Vito 2020

SPECIALE PREMIO SAN VITO 2020

Il Condominio S.I.M., Alessandro Canzian (Stampa 2009, 2020)

di Mario Santagostini

Notiamolo subito, perché il dato salta all’occhio e rappresenta una costante sintattica e stilistica, un motivo che si ripete a oltranza: nella silloge di Alessandro Canzian c’è un numero elevato di poesie dove l’attacco viene costantemente affidato a un nome proprio in posizione di soggetto attivo. Di cui si racconta in terza persona. Così, con ricercata e monotona regolarità, cominciano le micro-storie di Alina, Aldo, Silvio… Inoltre: quando quel nome non compare all’inizio del verso, verrà regolarmente recuperato nel corso del testo. Il quale, di fatto, a quel nome gira attorno, e lo sviluppa, e gli attribuisce qualità, gesti. E dunque ogni poesia è un tassello d’un mosaico, l’episodio di una vicenda.
Certo, sono dettagli tecnici che autorizzano a constatare come la costruzione di Condominio S.I.M. è, tra l’altro, anche un riuscito omaggio alla simmetria, e ad apprezzare una scrittura cresciuta in reazione al frammentismo Novecentesco. E che aiuteranno il lettore a storicizzare il poeta.

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Canzian, Conte e Grassi in finale al premio San Vito al Tagliamento

NOTA DI MATTEO BIANCHI

Sono migliaia i premi letterari nel nostro Paese e annualmente è impossibile tenerne un conto esatto. Purtroppo, però, seguendo i consigli di sedicenti portali a pagamento ben indicizzati emerge un’immagine del nostro panorama poetico alla stregua di un sottobosco, di un agglomerato di salotti e di baronie asfittiche che senza il canto della vanità svanirebbero. Oltre agli ambiti in cui per accaparrarsi una medaglia è necessario comportarsi da cortigiani e blandire il critico di riferimento, si mantengono alcune eccezioni, alcuni contesti nei quali premiare significa trovare e riconoscere, riconoscere una continuità con il passato e negli stessi versi trovare un buon motivo per lasciarlo andare. In sostanza, c’è chi si prende ancora cura delle opere pubblicate e non solo dei loro autori.

La missione del Premio San Vito al Tagliamento, fondato nel 1976 e oggi a cadenza biennale, si può riassumere in cinque versi di Andrea Zanzotto, che fu a lungo nella giuria tecnica: «Natali così lontani / da bloccarci occhi e mani / come dentro fatate inesistenze / dateci ancora di succhiare / degli infantili geli le inobliate essenze», da Dintorni natalizi (1997). Il riconoscimento, che tra gli atri è stato presieduto anche da David Maria Turoldo, Fernando Bandini e Silvio Ramat, in quasi mezzo secolo ha raccolto la partecipazione dei poeti più significativi del contemporaneo, dimostrando un impegno costante nel portare alla luce, o meglio all’udito, il legame indissolubile tra tessuto sociale e fatto poetico. Inoltre non è da tralasciare una certa declinazione dialettale, al di là dell’attenzione alla poesia in dialetto, che indica la stessa sostanza di responsabilità etica e poesia nel Sanvitese; infatti qui non è indifferente l’eredità del Pasolini di Casarsa, distante pochi chilometri da San Vito.

Per l’edizione 2020 la giura tecnica presieduta da Elvio Guagnini e composta da Gian Mario Anselmi, Nico Naldini, Marco Marangoni, Giacomo Vit ha selezionato tre finalisti, tra i quali domenica 21 marzo sarà dichiarato il vincitore dagli ottanta lettori che compongono la giuria popolare. Sono arrivati in finale Alessandro Canzian con Il “Condomio S.I.M.”  (Stampa2009, 2020), Giuseppe Conte con “Non finirò di scrivere sul mare” (Lo Specchio Mondadori, 2019), e Amilcare Mario Grassi con “la Figùa de pórvoa – Figure di polvere” (Manni, 2019).

Per l’occasione il blog “Poesia” della Rai, diretto da Luigia Sorrentino, ha invitato tre voci della poesia italiana contemporanea  a commentare i volumi dei tre finalisti:  Mario Santagostini, Giancarlo Pontiggia e Alberto Rollo.

Ve ne daremo conto nei prossimi giorni proprio su questo blog.

 

I FINALISTI Continua a leggere

In memoria di te, Claribel Alegría

 

di Alessandro Canzian

 

Quando, una persona che scrive versi, può dirsi poeta? Quando, di fronte a un testo che va a capo, possiamo parlare di poesia? Queste due semplici domande hanno disseminato secoli di discussioni, saggi, dichiarazioni e cambi di direzione. Resta però indubbia e tutt’ora valida l’affermazione di Moravia, riferita a Pasolini:

Abbiamo perso prima di tutto un poeta, e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto dentro un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeti. Il poeta dovrebbe esser sacro.

Claribel Alegría è sicuramente una di questre tre o quattro, sacre, figure capaci di porre dei punti di riferimento in un secolo. Una vita spesa per gli altri, non solo poeticamente ma soprattutto nel sociale. Fu legata al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, d’ispirazione marxista, e coinvolta nelle proteste nonviolente contro la dittatura del Presidente Anastasio Somoza Debayle. Nel 1979 Somoza Debayle cadde e il Fronte prese il potere in Nicaragua, ma l’Alegría, che nel frattempo aveva iniziato la propria carriera di poetessa, scrittrice, giornalista e saggista, decise di tornarvi solo nel 1985, cioè quando Daniel Ortega, dirigente militare del Fronte, divenne Presidente.

Una vita dalle scelte forti ma, allo stesso tempo, gravitando attorno a una stella gemella, l’amato Bud (Darwin J. Flakoll), con il quale ha condiviso storia e ideali, battaglie, non di rado scritture (si pensi al romanzo Le ceneri d’Izalco, con lui scritto, edito in Italia da Incontri Editrice nel 2011).

 

 

Tu silbido

 

Ya no existe mi bosque
sólo quedan pedruscos
y yerbas amarillas
y aquel silbido tuyo
tu silbido
aquel mágico soplo
que se instaló en mi oído
y cuando menos
pienso
me enamora.

 

 

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