Grande corale di ringraziamento

Bertolt Brecht

Bertolt Brecht
da: “Libro di devozioni domestiche”

1
Lobet die Nacht und die Finsternis, die euch umfangen!
Kommet zuhauf
Schaut in den Himmel hinauf.
Schon ist der Tag euch vergangen.

Lodate la notte e l’oscurità che vi abbracciano!
Venite in tanti,
guardate in alto nel cielo:
il giorno per voi è già passato.

2
Lobet das Gras und die Tiere, die neben euch leben und sterben!
Sehet, wir ihr
Lebet das Gras und das Tier
Und es muss auch mit euch sterben.

Lodate l’erba e le creature animali che vivono e muoiono accanto a voi!
Vedete, come voi vivono l’erba e la bestia
E insieme con voi moriranno. Continua a leggere

Qual è la funzione della poesia oggi?

Franco Fortini

FRANCO FORTINI E BERTOLT BRECHT

commento DI FABRIZIO FANTONI

Vi propongo oggi la lettura di due poesie, una di Franco Fortini e l’altra, famosissima, di Bertolt Brecht scritte a vent’anni di distanza l’una dall’altra, in due momenti storici differenti eppure, legate fra di loro, da una potente riflessione sul valore della poesia quale testimonianza.

Scrivere, dice Fortini, è necessario anche se apparentemente sembra inutile: il dibattito nella comunità è ormai sopito; oppressore e oppresso vivono l’uno accanto all’altro; addirittura, scrive, “l’odio è cortese” e non si sa più di chi sia la colpa.

Eppure, compito del poeta è vigilare e testimoniare su quello che accade dentro e fuori gli uomini, per dare loro consapevolezza, per aiutarli a comprendere dove si trovano in quel preciso momento e verso cosa stanno andando.

Fortini, avverte il lettore: “La poesia non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.” Quindi, il vero mutamento che compie la poesia, sembra dirci, è dentro l’uomo, non fuori di esso.

Invito i lettori del blog a scrivere commenti su qual è la funzione della poesia oggi.

Traducendo Brecht
Franco Fortini

Un grande temporale
per tutto il pomeriggio si è attorcigliato
sui tetti prima di rompere in lampi, acqua.
Fissavo versi di cemento e di vetro
dov’erano grida e piaghe murate e membra
anche di me, cui sopravvivo. Con cautela guardando.
Ora i tegoli battagliati ora la pagina secca,
ascoltavo morire
la parola d’un poeta o mutarsi
in altra, non per noi più, voce. Gli oppressi
sono oppressi e tranquilli, l’odio è cortese, io stesso
credo di non sapere più di chi è la colpa.

Scrivi mi dico, odia
chi con dolcezza guida niente
gli uomini e le donne
che con te si accompagnano
e credono di non sapere. Fra quelli del nemici
scrivi anche il tuo nome. Il temporale
è sparito con enfasi. La natura
per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia
non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.

dalla raccolta Una volta per sempre, Einaudi, 1978

Bertolt Brecht

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Viviana Nicodemo, “Figure del grido”

Viviana Nicodemo presenta una quarantina di immagini inedite per la mostra fotografica ‘Figure del grido’ a cura di Carlo Micheli che inaugura a Mantova il 20 maggio 2017, ore 18, alla Casa del Rigoletto, durante Mantova Poesia – Festival internazionale Virgilio. Continua a leggere

Paul Celan, Giornata della Memoria 2014

convegno_celan_500Nel giorno della Memoria, incontro promosso dalla Sapienza, Università di Roma Presso le Ex vetrerie Sciarra, Via dei Volsci 122.

Il 27 gennaio è il giorno della Memoria, ma fare memoria è un atto continuo. Si dispiega nella profondità del tempo e nella quotidianità di gesti come leggere, osservare, guardare, scrivere, condividere. Paul Celan è tra i poeti in grado di insegnare a chi legge, studia, ascolta, l’atto del fare memoria. Memoria di qualcosa di inconfigurabile che lui chiamava “l’Accaduto”. Continua a leggere

Fabrizio Pasanisi, “Bert e il Mago”

Novità editoriali

Bert e il Mago
Fabrizio Pasanisi
Nutrimenti
Finalista XXV edizione Premio Calvino

È il 1933 quando l’incendio del Reichstag a Berlino segna il destino della Germania, vittima dell’ascesa inarrestabile di Hitler: i nazisti accusano del rogo i comunisti e avviano una spietata caccia all’uomo. Il giorno successivo all’incendio, 28 febbraio, Bertolt Brecht, che è nell’elenco degli artisti non graditi per le sue simpatie comuniste, lascia in tutta fretta il paese.
Appena qualche settimana prima, l’11 febbraio, a varcare la frontiera era stato Thomas Mann, dopo che una conferenza su Wagner a Monaco di Baviera gli aveva attirato le ire dei nazionalisti hitleriani. Di fronte ai due si apre il lungo, doloroso cammino dell’esilio. Continua a leggere