Appuntamento
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Il 17 dicembre 2013 alle 21.00 saranno in scena al Teatro Antigone di Roma, (Via Amerigo Vespucci, 42- zona Testaccio) Le beatrici, dialoghi e monologhi tratti dall’omonimo libro di Stefano Benni pubblicato da Feltrinelli nel 2011, figure di donne che hanno poco a che vedere con la fenomologia della musa che ispirò il Sommo Poeta. Firma la regia dello spettacolo l’attrice Anna Rita Chierici. Protagoniste e interpreti: Beatrice: Nives Bellissimo, La Mocciosa: Sabrina Orrico, La Presidentessa: Anna Baccolini, Suor Filomena: Giacomo Rossettini. Il testo “L’Attesa” è recitato fuori campo da Anna Rita Chierici. Scene di Anna Rita Chierici. Aiuto Regista: Giacomo Rossettini. Assistente alla Regia: Simone Atticciati. Costumi: A. Baccolini, G. Rossettini, N. Bellissimo, S. Orrico. Grafica: Sabrina Orrico. Musiche: Giacomo Rossettini. Luci e Fonica: Valerio de Angelis. Continua a leggere
Tag Archives: Dante
Il problema Tozzi: il gigantismo del non essere nulla
Riletture
a cura di Luigia Sorrentino
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“Con gli occhi chiusi” di Federigo Tozzi pubblicato in prima edizione nel 1919.
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Recensione di Giorgio Galli
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Con gli occhi chiusi è il romanzo emblematico di Federigo Tozzi. Eppure è il più irrisolto; ma proprio per questo è emblematico. Inizia con le movenze d’un vasto romanzo ottocentesco, d’un romanzo verghiano o nieviano; e ci si aspetta uno sviluppo conseguente. Ma questo sviluppo non viene: è come una serie di preludi a cui non segue l’opera. Eppure l’opera c’è, così viva da entusiasmare persino Pirandello. E’ noto ciò che ne scrisse il Girgentano: “Quando s’è finito di leggere, e, meglio, parecchi giorni dopo la lettura… uomini e cose, vicende e paesaggi, tutto insomma,acquista davanti a noi una tal consistenza di realtà che veramente ci stupisce, perché non riusciamo più a renderci conto, come davanti alla vita stessa, quali di quei tanti particolari che parean Continua a leggere
Seamus Heaney, “Lì fui, io nel luogo e il luogo in me”
A Seamus Heaney
di Luigia Sorrentino
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Il 16 maggio 2013 ho incontrato a Roma per un’intervista televisiva per Rai News 24 il poeta Nordirlandese Seamus Heaney, uno dei più grandi del mondo, premio Nobel per la Letteratura nel 1995, in residenza all’American Academy.
Nell’intervista che vi ripropongo integralmente, Heaney racconta la sua storia di poeta: durante gli anni Sessanta ha lavorato come insegnante e poi come Lettore alla Queen’s University di Belfast. Heaney ha specificato che i suoi primi tre libri di poesie sono stati scritti durante quel periodo. Sorpendentemente nell’intervista Heaney ha precisato che nonostante quei suoi primi tre libri, egli non si sentiva ancora poeta, anche se altri gli dicevano che lo era.
Nel 1972 Seamus Heaney lascia Belfast e si trasferisce con la famiglia a County Wicklow, nella Repubblica d’Irlanda. Nella video-intervista il poeta racconta del periodo della guerra e dei Troubles (i disordini) nell’Uslter, l’Irlanda del Nord. Citando il suo predecessore, William Bulter Yeats, Heaney ha detto che il “compito del poeta è quello di condensare in un unico pensiero realtà e giustizia“, anche se l’ha definito “un’istruzione impossibile da seguire”.
Heaney ha poi fatto riferimento a un altro suo grande predecessore, il poeta polacco Czesław Miłosz, che in una delle sue poesie si chiede: “Qual è il compito della poesia se non riesce a salvare una nazione o un popolo?”
Una risposta diametralmente opposta ma altrettanto convincente secondo Heaney la da’ il poeta russo Joseph Brodsky che diceva: “Se l’arte ci insegna qualcosa è che la condizione umana è privata“.
Secondo Heaney la poesia deve trovare la sua dimensione tra questi due opposti: il porsi costantemente la domanda “qual è il compito della poesia?” e al tempo stesso esprimere la propria condizione umana – privata.
E ancora: Heaney nell’intervista ha detto che “la lingua che si parla nell’isola di Smeraldo, in Irlanda, è storia che si è solidificata. Innanzitutto è la storia di una lingua perduta, il gaelico, divenuto dal XVII secolo in poi, l’inglese, ma non solo… anche lo scozzese, con l’arrivo dei coloni presbiteriani sempre nel secolo XVII”.
Il villaggio nativo di Seamus Heaney, in Irlanda del Nord, si chiama Anahorish, (ndr. titolo di una sua poesia contenuta in District & Circle) che in lingua gaelica significa “luogo delle acque limpide”. Ed Heaney era proprio come il suo luogo d’origine, limpido, semplice, disponibile, generoso.
E quando, quasi alla fine dell’intervista, gli ho chiesto se temeva la morte, egli ha risposto: “Penso di non aver più paura della morte. Ritengo che la letteratura mi abbia aiutato. La mitologia mi ha aiutato“.
Festeggiamenti danteschi a Firenze
Appuntamento
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Grande festa per il 748° annuale della nascita di Dante (1265-2013), con la tradizionale
cerimonia organizzata dal Comune di Firenze. Il momento solenne sara’, il 1 giugno, in Palazzo Vecchio, la consegna della Medaglia d’Oro al professore Enrico Malato, emerito di letteratura italiana nell’Universita’ di Napoli Federico II, autore di importanti studi su Dante, promotore di iniziative di grande rilievo internazionale mirate al recupero dei documenti fondamentali relativi alla tradizione e all’esegesi delle opere dantesche.Studioso che si e’ distinto anche in altri ambiti
Joë Bousquet, Mistica
Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino
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Joë Bousquet MISTICA Introduzione di Xavier Bordes il sano vive e il malato crolla Interpretazione italiana di Massimo Sannelli, La Finestra Editrice, Lavis 2013. Prima edizione italiana, su licenza Gallimard, copertina di Sergio Pedrocchi.
“Eco è veramente la dea del linguaggio poetico. Sull’opera che deve nascere, fa passare questo soffio lamentoso, desolato, in cui si eleva l’esigenza della vita fisica che si alimenta di uniformità e ripetizioni. Nel pensiero la vita vuole ritrovare la carne; ecco perché la poesia è il suo atto più alto: interiorizza la parola. E io pensavo a questo, è chiaro, quando ho scritto, in un quaderno di note che ho sotto gli occhi: «scrivere è trovare il cammino delle lacrime, scoprendo quello che si conosceva. Continua a leggere