Beppe Fenoglio

Beppe Fenoglio


di Fabio Izzo

“Pioveva su tutte le Langhe, lassù a San Benedetto mio padre si pigliava la sua prima acqua sotto terra.
Era mancato nella notte di giovedì l’altro e lo seppellimmo domenica, tra le due messe. Fortuna che il mio padrone m’aveva anticipato tre marenghi, altrimenti in tutta la casa nostra non c’era di che pagare i preti e la cassa e il pranzo ai parenti. La pietra gliel’avremmo messa più avanti, quando avessimo potuto tirare un po’ su la testa.”

Incipt de La Malora

Beppe Fenoglio è stato un vero uomo di Langa (in piemontese). L’incipit de “ La Malora”, a mio modesto parere è uno degli inizi maggiormente riusciti della nostra letteratura. Questo estratto infatti rende al meglio l’idea dell’intensità del rapporto tra lo scrittore e la sua terra, ufficialmente inclusa, insieme al Roero Monferrato, nella lista dei beni del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Fenoglio ne ha raccontato la storia e le vicissitudine nelle pagine dei suoi romanzi “I ventitré giorni della città di Alba”, “La malora”, “Una questione privata”, “Il partigiano Johnny” e “La paga del sabato”. Continua a leggere

Giancarlo Pontiggia, “Ades, Tetralogia del sottosuolo”

Il libro comprende quattro brevi pièce teatrali di Giancarlo Pontiggia, poeta, saggista e traduttore fra i più importanti del panorama letterario italiano contemporaneo. Il titolo, rimandando all’ambientazione infera dei testi, costituisce innanzi tutto – ades è l’imperativo singolare, oltre che la seconda persona dell’indicativo presente, del verbo latino adsum – l’invito rivolto alla persona divina, a palesarsi, a essere presente. Il cuore del lettore, dunque, è condotto a meditare intorno al vero dramma dei giorni, al nodo inestricabile della coscienza: l’enigma di salvezza e redenzione sullo sfondo della solitudine dell’uomo, inascoltata seppure rischiarata di promesse simili all’accecante bagliore di un funebre lampo. Ma la parola Ade, che in greco allude alla sfera dell’invisibile, vuole anche significare la cifra di una catabasi, di una discesa nelle profondità dell’essere attuata grazie al mirabile, al reciproco illuminarsi, nella pagina dell’autore, di cultura classica e sapienza cristiana, di memoria del passato e di apertura sul presente. Continua a leggere

Tomaso Kemeny, 107 incontri con la prosa e la poesia

tomaso_kemeny_02

Tomaso Kemeny ph. Credits/Dino Ignani

I 107 incontri con la prosa e la poesia di Tomaso Kemeny (Edizioni del Verri, 2014, pp. 170) sono la rievocazione di altrettanti incontri con personaggi di sbalorditiva diversità, dal genuino, quando non bizzarro, stile di comportamento tanto da potere risultare modelli di vita in quest’epoca di narcisismo di massa. Continua a leggere

Francesca Serragnoli

francesca-serragnoli-aprile-di-la-copertinapiatta

 

Francesca Serragnoli svela in quest’opera il proprio percorso di scrittura che dice non va inteso “in un’ottica necessariamente evolutiva”, ma come sequenza di atti da collocare nel puzzle di scoperte, esperienze, incontri che si compiono e di alterità che si attraversano, sempre con un occhio alla terra e l’altro a ciò che la terra trascende e sublima.

Il libro è dedicato alla cara amica e scrittrice Marina Sangiorgi, venuta a mancare il 10 aprile 2016. Continua a leggere

Gianluca Furnari & Pietro Cagni

funaridi Tommaso Di Dio

La poesia continua; non può non continuare: sembra che continuare sia il suo più essenziale e forte e profondo messaggio. Ogni qual volta che se ne senta più scorata la presenza, più perdute sembrino tutte le ragioni perché continui, ecco che, dalla crepa più arida dell’interruzione, sopraggiunge, all’istante, la poesia a dire di noi, a dire qualcosa che continua sottotraccia, che si credeva smarrito e obnubilato da infinite soglie di stupide deviazioni.

È con questa impressione sulle labbra che mi accingo a parlare di due giovani libri di due altrettanto giovani autori che emergono, negli ultimi mesi del 2015, con il loro esordio nel campo aperto della poesia italiana. Sto parlando di Vangelo Elementare (Raffaelli, Rimini 2015) di Gianluca Furnari (nato nel 1993) e di Adesso è tornare sempre (Le farfalle, Catania 2015) di Pietro Cagni (nato nel 1990): due libri completamente diversi eppure complementari, due libri che, pur nati entrambi alle pendici dell’Etna, sembrano aver percorso all’ombra di un diverso lutto fondativo distanze siderali, l’uno lontano dall’altro, per incontrarsi, infine insieme, in una pozza vibrante d’entusiasmo e presenza. Continua a leggere