Raimondo Iemma, “Una formazione musicale”

raimondo_iemmaNota di Nadia Agustoni

Al suo secondo libro di poesie Raimondo Iemma ci porta una ventata di musicalità e libertà di cui troppe volte avvertiamo la mancanza. Con “Una formazione musicale” vincitore del XIX premio internazionale di poesia intitolato a Renato Giorgi, Iemma nato nel 1982, ci propone una raccolta in cui il disagio di persone comuni, con poche chance, non diventa disperazione ma piuttosto una ricerca per trarre tutto il possibile da quello che si vive. Libro politico senza retorica, ma nel senso di chi salva il privato e l’interiorità dal divenire “politica”, contratto, merce; libro sopratutto in cui c’è una ricerca stilistica che fonde musicalità e parlato, con il risultato di una resa poetica di grande freschezza. Continua a leggere

Sacha Piersanti, “Pagine in corpo”

piersantiOPERA PRIMA
A cura di Luigia Sorrentino
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Dalla Prefazione di Roberto Deidier

Questo primo libro di Sacha Piersanti racconta: l’avventura del misurarsi con la lingua, una lingua che si dilata oltre il presente, oltre la quotidianità, perché la sua dimensione è quella della Poesia, da qualunque galassia arrivi. Annullando il tempo, o meglio la storia, Piersanti può ampliare i propri confini espressivi, ma pagando comunque un prezzo: quello di aver creato un linguaggio in perenne tensione, sempre affacciato sulla contemplazione di quel cosmo, da cui prima o poi dovrà decidersi a prendere le distanze per abitare infine il proprio cosmo. Per dare alle sue parole una casa. […]
Queste prime poesie che segnano il suo esordio, lasciano intuire che la forzatura di Piersanti saprà orientarsi e far lievitare la sua lingua verso la conquista, o come diceva Calvino la “fondazione di uno stile”, per reinventare un mondo, o quegli spazi di mondo, che per noi possano continuare a parlare, a dare quel senso che solo la poesia può dare.
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Alberto Toni

alberto_toni_autoritrattoLa foto di Alberto Toni è di Dino Ignani

AUTORITRATTO
da un’idea di Luigia Sorrentino
a cura di Fabrizio Fantoni
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Sono nato a Roma in via Ciro Menotti, 26, tra il lungotevere delle Armi e piazza Mazzini. I ricordi che ho di quel luogo sono legati alle zie, le sorelle di mio nonno, Ada e Anna, che lì hanno abitato fino alla fine. Noi intanto, i miei genitori ed io, ci eravamo trasferiti a Cavalleggeri, avevo, credo, due o tre anni. Ho varcato di nuovo quel portone qualche anno fa, ero in zona per alcune sedute di agopuntura. Ho cercato di ritrovarmi, come è normale, di figurarmi gli appartamenti delle zie, al secondo e terzo piano, se non sbaglio. Ma il ricordo di via Ciro Menotti è legato anche a una festa fine anni Settanta, forse a casa di Scialoja e Gabriella Drudi (un giardino d’angolo con il lungotevere), con Pagliarani che accenna una mossa di twist e James alla chitarra. A quel tempo frequentavo il Laboratorio di Elio e muovevo i primi passi in una Roma poeticamente vivissima. Continua a leggere

Roberto Deidier

roberto

AUTORITRATTO
Da un’idea di Luigia Sorrentino
A cura di Fabrizio Fantoni

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Nati sotto Mercurio
di Roberto Deidier

Un cielo stellato mette di buon umore, come un oroscopo favorevole. Alle stelle non ho mai pensato se non in questi termini. A parte poche figure evidenti, non ho mai riconosciuto neppure le costellazioni, e ho preferito creare altre immagini, più mie, come per disobbedire a quel gioco enigmistico in cui si devono unire tra loro tutti i punti e viene fuori qualche strano oggetto o un animale troppo stilizzato. Fin da piccolo ho cercato i miei oggetti e i miei animali, usando il cielo notturno come una lavagna. Perfino quando ho acquistato un discreto telescopio, l’entusiasmo è durato poco: in un’estate particolarmente limpida, con alcuni pianeti nella posizione adatta, sono riuscito a vedere le lune di Giove. Poi, passata la stagione, il telescopio è tornato nel suo scatolo e Giove si è allontanato per chissà quanto ancora. Continua a leggere