Fabrizio Fantoni su ‘Bestia di gioia’ della Gualtieri

Altre scritture
a cura di Luigia Sorrentino

Oggi ad ‘Altre scritture’  leggiamo la recensione di Fabrizio Fantoni ‘Bestia di gioia’ di Mariangela Gualtieri ” (Einaudi 2010, € 12,00) recentemente apparsa su la rivista ‘Poeti e Poesia’ diretta da Elio Pecora. Fantoni ci parla di una gioia ‘intessuta della fibra di tutte le cose, intesa come forza primordiale e vivificatrice che unisce l’uomo e tutte le cose in un solo organismo universale’. Continua a leggere

Bello mondo, di Mariangela Gualtieri

All’interno del 41esimo Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo di Romagna (RN) presso Torre campanaria  si terrà lo spettacolo Bello mondo di e con Mariangela Gualtieri, suoni di Alice Berni e Luca Fusconi, grazie a Cesare Ronconi.

Le date e i giorni:
venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 luglio ore 20.40
venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 luglio ore 20.40

Appositamente creato per Santarcangelo 41, Bello mondo vede Mariangela Gualtieri farsi “muezzin” della poesia. Pochi versi lanciati dall’alto della torre campanaria, al tramonto, in apertura di ogni serata del festival: parole pacifiche e grate dette alla terra, al cielo e alle genti del mondo, a opera dell’artista che, nel suo percorso col Teatro Valdoca, ha fatto propria la consegna orale del verso poetico, dedicandosi all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio tra poesia e teatro.

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Mariangela Gualtieri vince il premio Hystrio alla drammaturgia

Ecco i premiati tra gli artisti già affermati: Aurélia Thierrée, Arianna Scommegna, Fabrizio Arcuri, Mariangela Gualtieri, Fibre Parallele, Teatrino Giullare.

Il Premio Hystrio-Provincia di Milano alla memoria a
Sisto Dalla Palma e Franco Quadri

Giunto al ventunesimo anno di età, dato il crescente successo e grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, il Premio Hystrio si trasforma in un piccolo festival dedicato alla creatività giovanile in ambito teatrale e va in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 23 al 25giugno 2011.

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“Caino”, Il buio era me stesso

In occasione del debutto romano di “Caino” di Mariangela Gualtieri per la regia di Cesare Ronconi, vi proponiamo il trailer dello spettacolo che debutta domani 10 febbraio alle 20.30 al Teatro Palladium di Roma.

“La vicenda di Caino parla di noi, profondamente, con spietatezza.
È possibile avvicinarsi a Caino senza paura? Pensare che è talmente d’amore la sostanza siderale di cui siamo fatti, che se non siamo amati diveniamo deformi?
Abbiamo riflettuto su questa pagina per lungo tempo. Alla fine ci pare di avere compreso: questa pagina di Antico Testamento non vuole farsi comprendere. Dice che i conti non tornano, quando si è a ridosso di colui che gli ebrei chiamano il Santo Benedetto.
Dopo il fratricidio, Caino costruisce la prima città. Ci somiglia nella sua furia fattiva, lui e i suoi discendenti costruttori. E in fondo la storia umana, quella che studiamo, è una lunga lista di atti violenti e di nomi che quegli atti hanno compiuti o subiti, una lunga lista di un fare che ha causato innumerevoli morti, devastazioni, fondazioni e distruzioni e nuove fondazioni. Tutta la storia pare il prosieguo della storia di Caino. Continua a leggere

Opere Inedite, Bruno Conte

Bruno Conte è un giovane poeta, e anche un ottimo critico di poesia. Ha diciannove anni e vive a Torre del Greco.
Nel 2010 si è iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università Federico II di Napoli. 
Bruno Conte è anche un calciatore (chiunque lo voglia conoscere sotto il profilo sportivo, può trovare in rete le informazioni necessarie). Bruno ha coniugato in sè il famoso motto latino di Giovenale: “Mens sana in corpore sano”.  Per Bruno “il poeta d’oggi deve essere un atleta, allenato alla corsa del mondo. Deve compiere uno slancio. E la parola, la sua voce deve immergersi nella bellezza e nella mutevolezza del mondo.  In questo modo, forse, si potrà  ‘reinventare una speranza’ “, scrive Bruno Conte citando il poeta francese, Yves Bonnefoy.

Bruno Conte non ha fretta di scrivere e pubblicare poesie. Sa bene che ogni qualvolta si tenti di rappresentare con le parole ‘l’intima essenza del poeta’ si dispone di mezzi del tutto provvisori.

Bruno Conte ha già letto Rilke, che gli ha detto: Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere; verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore; confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? Questo soprattutto: si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice «io devo» questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità. La sua vita, fin dentro la sua ora più indifferente e misera, deve farsi insegna e testimone di questa urgenza. […]” Continua a leggere