Una poesia di Giovanni Nacca

 

anemoni_matisseNell’acerba luce di un febbraio
timidi anemoni dal capo chino
guidano i nostri passi.
Fugaci nella gioia del mattino
si riesce ancora a cogliere il silenzio
nella sequela di derive, di inevitabili frane
senza il timore di trovarci smarriti.

Per tutto il tempo siamo stati noi
leggeri, a girare manopole nelle sere
muovere leve e disegnare nuvole
su cui ricamare lembi di sogni.

Da “Meteorologie” di Giovanni Nacca, con una nota di Anna Ruotolo e foto di Mario Scialdone, (Tipografia Solari – Capua, 2014, in tiratura limitata di 100 copie).

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Giovanni Nacca (1961) ha pubblicato “La linea spezzata” (LietoColle, 2006) e “Feritoie” (Il Faggio, 2010). E’ incluso in diverse antologie e in riviste come “Poesia”, “La mosca di Milano” e “Il monte analogo”. Per molti anni è stato redattore della rivista “Le Muse”. Recentemente ha fatto circolare, in modo quasi clandestino, la plaquette “L’ira del perito imbelle” (2010). Alcune sue poesie sono state selezionate e lette durante la trasmissione “Zapping” di Radio Uno condotta da Aldo Forbice.
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Nell’imagine Henrì Matisse, Anemoni in vaso di terracotta, 1924.

Matisse, la forma del colore

 

nudo seduto di spalle 1917[1]La forma del colore

Nota di Silvana Lazzarino

Il risalto dato all’uso di un colore puro seppur utilizzato in modo innaturale, l’energia del disegno nel far emergere figure e soggetti attraverso rappresentazioni dove non esistono più profondità e chiaroscuri, diventano i punti di forza su cui si fonda il movimento dei Fauve nato agli inizi del Novecento che mirava ad una riproduzione tutta personale della realtà, colta nell’immediatezza e istantaneità di un’emozione esclusiva e soggettiva. Figura di spicco di questa corrente Henrì Matisse (Le Cateau- Cambrésis1869 –Nizza 1954) è l’artista più originale per la forza espressiva data da una linea dal segno incisivo cui si accompagna un colore avvolgente per l’immediato impatto visivo e allo stesso tempo emotivo. Continua a leggere