Addio al grande poeta John Ashbery

E’ morto all’età di 90 anni uni dei più grandi poeti del mondo, John Ashbery. Si è spento da sera del 3  settembre nella sua abitazione a Hudson, ma la notizia si è avuta soltanto poche ore fa. Lo ha annunciato il marito, David Kermani.

Ashbery è un poeta che si è imposto su tutti quelli della sua generazione. Nel corso della sua lunga carriera ha vinto tutti i più prestigiosi riconoscimenti. nel 1976 con AUTORITRATTO DI UNO SPECCHIO CONVESSO ha vinto il Premio Pulitzer, il National Book Award e il Premio del National Book Critics Circle.

La sua opera si incentra sulla riflessione e il rispecchiamento e rappresenta un momento centrale di una ricerca che si basa sulla crisi della forma da usare per comunicare in poesia.

Ashbery ha pubblicato più di venti volumi di poesie. È stato tra i candidati al Premio Nobel per la Letteratura.

È disponibile in Italia un’antologia curata da Damiano Abeni con Moira Egan, alla cui selezione ha collaborato lo stesso autore: “Un mondo che non può essere migliore. Poesie scelte 1956-2007”, Luca Sossella, 2008.

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Juan Arabia, alla ricerca di un esilio

Juan-Arabia

Juan Arabia

di Antonio Nazzaro

Negli anni 70 il Sud America ha vissuto la tragedia delle dittature. Dittature che hanno portato il tema dell’esilio come uno degli elementi più forti, dittature che hanno inevitabilmente fatto nascere una nuova corrente di pensiero: la letteratura dell’esilio.

La generazione dei letterati nata a cavallo di quegli anni oscuri ha al centro dei suoi testi il conflitto tra il non aver voluto vedere o l’essere stati complici del regime, il confronto tra i padri e i figli e la speranza di un paese nuovo.

La poesia di Juan Arabia mette al centro dei suoi scritti un nuovo *destierro senza esilio. Come si fa evidente nel suo ultimo libro, già pubblicato in diversi paesi dell’America Latina, Il nemico dei Thirties e si spera di pronta pubblicazione in Italia. Continua a leggere