“Poeti da riscoprire”, Giuliano Goroni


goroniProgetto editoriale ideato e curato da
Fabrizio Fantoni
con la collaborazione di
Luigia Sorrentino

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di Claudio Damiani 

Dei poeti nuovi italiani forse Giuliano Goroni è il più novecentesco. Inevitabile, leggendolo, pensare a un neo-ermetismo, o neo-simbolismo, ma a uno sguardo più attento notiamo che non c’è nei suoi versi nessuna ideologia dell’indicibile, non ci sono astrazioni, indeterminazioni, ma tutto è specificato, dettagliato, tutto è dicibile e detto, e la parola non è anonima, piatta, parlata (come in tanti neo-ermetici di oggi), ma colorata, sonora, oltre che nitida e carica di senso, avvolta da una luce sacrale tutta interna, e legata a stretto giro con la lingua della tradizione. Ciò che viene detto sono concetti estremamente complessi e precisi, non astratti, ma quanto mai concreti e vissuti, fatti di sensazioni, impressioni, emozioni, anzi non sono concetti, ma impressioni complesse e articolate, “impressioni concettuali” potremmo chiamarle. Ecco perché il simbolismo: a Goroni è necessaria l’analogia, la sinestesia e gli avvicinamenti più Continua a leggere

Alessandro Canzian & Ivano Ferrari

ivano_ferrariUn poeta legge un poeta
A cura di
Luigia Sorrentino


Il testo di Ferrari, partendo da un concetto di degradazione necessaria (la macellazione), sa delineare la fisionomia umana nella sua complessità comprendente la ricerca del sacro, del nobile, e la convivenza con lo squallore, la fame. È una fotografia del tempo, impietosa ma non drammatica.”
Alessandro Canzian

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La poesia portoghese, Manuel Alegre

 

Manuel_Alegre_©Foto_Luiz_CarvalhoA cura di
Luigia Sorrentino
Traduzione di Chiara De Luca

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Manuel Alegre de Melo Duarte (© Foto Luiz Carvalho) nasce il 12 maggio del 1936 a 
Águeda. Studia a Lisbona, a Porto e alla Facoltà di Diritto dell’Università di Coimbra. È stato campione di nuoto e attore del teatro universitario di Coimbra (TEUC). Nel 1961 è arruolato per l’Angola. Fatto prigioniero dalla PIDE, trascorre sei mesi della Fortezza di S. Paulo, a Luanda, capitale dell’Angola, dove scrive gran parte delle poesie del suo primo libro, Praça da Canção. Nell’ottobre del 1964 è eletto membro del Comitato nazionale del Fronte Patriottico di Liberazione Nazionale e si trasferisce ad Angel, dove lavora per l’emittente Voz da Libertade. Torna in Portogallo dopo il 25 aprile del 1975. Dirigente storico del Partito Socialista dal 1974, è stato vice presidente dell’Assemblea della Repubblica dal 1995 al 2009 ed è membro del Consiglio di Stato. La sua vasta opera letteraria, che comprende romanzi, racconti, saggi, ma soprattutto poesie, è stata ampiamente diffusa e riconosciuta. Manuel Alegre ha ricevuto tutti i più importanti riconoscimenti letterari, tra il quali ricordiamo: il Gran premio della Poesia della APE-CTT, il Premio della Critica Letteraria della AICL. Il Premio Fernando Namora e il Premio Pessoa nel 1999. La sua precedente raccolta poetica, Doze Naus, ha ricevuto il Premio Dom  Dinis. Continua a leggere

Daniele Campanari & Milo De Angelis

 

millimetri_deangelisUn poeta legge un poeta
a cura di
Luigia Sorrentino
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I versi di Milo De Angelis, non solo quelli che ho scelto in questa occasione, hanno l’abile capacità di raccontare con semplicità i fatti quotidiani. Dagli spunti di una stazione, come accade in ‘Sono ancora loro’, alla dedica per un amore andato o venuto. Tutto si estende nel ritmo giusto della poesia. È così che ‘uno, esile, diventa ruggine / squarciagola… ‘. Leggendo.”

Daniele Campanari

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Alessandro Cucchi & Dino Campana

canti_orficiUn poeta legge un poeta
a cura di
Luigia Sorrentino
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Video realizzato da Auro e Celso Ceccobelli con Alessandro Cucchi

Abbiamo scelto la poesia “Batte Botte” di Dino Campana per il suo ritmo, dell’onda e del verso, che tutto scuote: la nave, la notte e l’animo di chi viaggia nei pensieri e nelle vibrazioni pesanti contemporanee. Questo è il nostro stato d’animo attuale: i rumori di una camminata notturna fatta da gente nervosa, resa tesa dalla generazione precedente, i 50enni di oggi non mollano l’osso, pensano di stare sempre sul pezzo, si permettono ancora di interpellarci, succhiano la nostra energia, utilizzano i nostri mezzi di comunicazione.

Tutto questo genera una società stagnante, senza slancio, poiché il vecchio si mescola con il nuovo intorbidendo le acque, le idee; gli itinerari e i progetti non risultano chiari, manca il ricambio generazionale, soprattutto nei ruoli chiave.

Ci chiediamo spesso se i genitori di voi 50enni abbiano mai utilizzato i vostri registri verbali e stilistici… Ovviamente no! I nostri Nonni andavano in chiesa e voi ascoltavate il rock’n’roll..

Noi utilizziamo internet e voi pure, questo non è salubre. Dovrebbe essere istituito un blocco tecnologico, in modo tale che chi sia oltre i 50 anni possa al massimo guardare un po’ di TV, nulla più.

Una camminata notturna serve a schiarirsi le idee, a progettare cambiamenti, alla ricerca di un’esplosiva novità.

Auro Celso Ceccobelli e Alessandro Cucchi

 

 

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